GIAVENO, IL CENTRODESTRA ATTACCA IL SINDACO PER L’USCITA DALL’OSSERVATORIO: “È STATO UN VOTO POLITICO, SOLO PER SALVARE I 5 STELLE”

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

image

di LUCA CALCAGNO

Dopo la riunione torinese del Partito Democratico, il segretario del Pd locale e Presidente del Consiglio comunale Vilma Beccaria ha rilasciato una dichiarazione, dove spiega che “Il voto di Giaveno ha avuto anche una forte componente locale per rinsaldare un rapporto tra le forze di maggioranza che governano Giaveno dopo l’era Napoli-Ruffino”.

Critico Stefano Tizzani, capogruppo di “Per Giaveno”: “Beccaria finalmente fa outing: dopo un anno e mezzo, ammette l’esistenza della maggioranza allargata Giacone, Pd, Cinque stelle, fino ad oggi ipocritamente sempre negata”.

C’erano state polemiche, anche non interne al partito, all’indomani del Consiglio comunale in cui Beccaria aveva votato la mozione presentata dal pentastellato Federico Giovale Alet per far uscire Giaveno dall’Osservatorio sull’Alta Velocità. “Il voto su questa mozione è stato un voto politico – continua Tizzani – un voto necessario per salvare i Cinque Stelle giavenesi, spaccati al loro interno, che contavano quattro autosospesi e accuse interne di sospette convergenze con l’Amministrazione, tanto che il consigliere regionale del Movimento Frediani è persino venuta ad assistere all’ultimo Consiglio Comunale”.

Un fatto grave, un danno per la città, continua, Daniela Ruffino, l’uscita dall’Osservatorio per la Tav: “essere presenti nell’Osservatorio dava la possibilità di essere più informati ed era un’occasione concreta per la Città grazie alle possibili ricadute derivanti dalle compensazioni. Giaveno aveva partecipato alla redazione del Piano Strategico inserendo importanti opere per il nostro territorio, ma la larga maggioranza ha preferito svendere Giaveno e salvare i Cinque stelle, per, come dice la Beccaria, rinsaldare il rapporto tra le forze di maggioranza. Dopo che lo stesso Giovale Alet aveva ritirato per ben due volte la mozione, in Consiglio e all’Unione dei comuni, i pentastellati avevano necessità di approvare questa mozione per non perdere la faccia. Una decisione politica sbagliata, che priva Giaveno di un’importante opportunità. Un voto politico di una maggioranza ostaggio di PD e 5 Stelle, altro che lista civica”.

“Già dal ballottaggio – aggiunge Giovanni Mellano – ci è parso chiaro che vi fosse un accordo politico tra queste forze, anche se nascosto ai cittadini e negato fino a ieri. Dall’invito appeso nella sede del PD a votare Giacone alle mail pro Giacone inviate dalla Beccaria l’ultimo giorno di campagna elettorale, dagli appelli di alcuni Cinque stelle dichiaratamente a favore di Giacone, per finire con i festeggiamenti comuni nella sede elettorale del neo Sindaco. Accordo palesatosi con l’elezione di Giovale Alet all’Unione dei comuni come rappresentante della minoranza, ma votato dalla maggioranza e dalla Beccaria. Non si è mai visto – incalza ancora Mellano – un candidato di minoranza grillino proposto da un consigliere Pd, la Beccaria appunto, e votato dalla maggioranza al solo fine di non consentire la presenza del gruppo “Per Giaveno”, unica vera opposizione, all’unione dei Comuni”, elezione che aveva spaccato il Movimento 5 Stelle giavenese sollevando delle critiche sul capogruppo.

“Molti elettori del centro destra, se tale accordo fosse stato reso pubblico, non avrebbero di certo votato per Giacone, ecco il motivo per cui è sempre stato negato. L’elezione della Beccaria a Presidente del Consiglio Comunale, un assessorato a Neirotti, sostenitore del M5Stelle e le nomine del Cda della fondazione Pacchiotti hanno sancito, con la distribuzione delle cariche come da manuale Cencelli, l’allargamento della maggioranza al PD ed ai 5Stelle. La conferma di Alet all’Unione dei Comuni del 30 giugno scorso, sempre con i voti di PD e maggioranza, conferma quanto da noi sempre denunciato, ma negato dal Sindaco” chiosa Tizzani.

Chiude l’intervista Ruffino, intervenendo sui risultati di un anno e mezzo di governo della nuova maggioranza: “Sembra che questa maggioranza allargata si sia preoccupata più che altro di andare contro quanto fatto dalla precedente amministrazione. Penso all’aumento ai massimi di legge della tassazione sulla casa, da noi sempre calmierata, alla mancata realizzazione della rotonda in via Selvaggio o dell’asfaltatura del parcheggio del Palazzetto dello Sport, al pasticcio della chiusura del centro storico e alle polemiche per l’ordinanza sul taglio delle piante. Dicevano di voler cambiare Giaveno e ci sono riusciti, ma in peggio, ed è sotto gli occhi di tutti”.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

2 COMMENTI

  1. ANTEPRIMA >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> CORREVA L’ANNO del grande “INCIUCIO” per il TAV, era il 2006!
    Chi scrive, era allora segretario dei Democratici di Sinistra, mentre l’Onorevole della Valsangone, conosciuto anche come il “feudatario” e contrario al TAV, (quando ancora non guadagnava oltre 12.000 €uro mensili) scendeva a Torino dove trovava l’allegra compagnia del partito di sinistra, di centro, di destra… iL RESTO ALLA PROSSIMA PUNTATA…!

  2. CORREVA L’ANNO del grande “INCIUCIO” per il TAV, era il 2006!
    Chi scrive, era allora segretario dei Democratici di Sinistra, mentre l’Onorevole della Valsangone, conosciuto anche come il “feudatario” e contrario al TAV, (quando ancora non guadagnava oltre 12.000 €uro mensili) scendeva a Torino dove trovava l’allegra compagnia del partito di sinistra, di centro, di destra ed i poteri forti, con essi si accordava per una delle più importanti rappresentazioni politico-teatrali del Nord-Italia. Mentre i militanti locali si battagliavano per contrastarsi, sia di destra che di sinistra, a Torino la nomenklatura costruiva compromessi, accordi ed inciuci fra i vari partiti. La grande raffigurazione messa in piedi, era per fingere il progetto di un nuovo tracciato del TAV, proprio in Valsangone, per il semplice e astuto motivo di metterla in (finta) concorrenza con la Valsusa. A questo scopo, l’Onorevole prima (che aveva definito il progetto del passaggio in valle improponibile) ed i Sindaci poi, in particolare l’allora Sindaca di Giaveno Daniela Ruffino, ora Consigliera regionale (a circa 11.000 €uro mensili), si avvicendarono sul TG3 regionale, su tutti i giornali, furono affissi manifesti: fecero appelli e finte riflessioni dirette ai valligiani, ma il tutto era congeniale per fingere di accettare/chiedere il TAV in Valsangone, che fu definito dai nostri locali ex signori della politica professionista; sintomo di progresso e di grandi compensazioni economiche, ovvero la nostra valle sarebbe divenuta il giardino dell’Eden, ricca di iniezioni economiche e di trasporti sopra e sottoterra con relativa stazione internazionale TAV nelle viscere sotterranee della valle, insomma si sprecarono le smargiassate di ogni tipo. Anche il sottoscritto fu intervistato al TG3, per pochi secondi ovviamente, appena necessari per confermare che era contrario all’opera, come moltissimi cittadini di valle. Poi subito costituimmo il Comitato NOTAV della Valsangone, che allargò la protesta all’omonima valle, con buona pace del suddetto Onorevole che sosteneva che in valle tutti erano SITAV. ANNO DI GRAZIA 2015: il 30 novembre a Giaveno in Consiglio Comunale, su mozione proposta dal Movimento 5stelle: il Consigliere pentastellato, Federico Giovale Alet, i Consiglieri Comunali, della maggioranza del Sindaco Giacone e la Presidente del Consiglio e Consigliere Vilma Beccaria nonché segretaria PD (così come il sottoscritto nel 2006, contro il TAV pur essendo segretario DS), hanno votato per l’uscita dall’Osservatorio di cui l’ex Onorevole è ancora l’inutile Vicepresidente (sempre meno portavoce nelle TV dove pian piano sta scomparendo) anche questa posizione frutto di una spartizione interna alla lobby torinese del TAV che tanto denaro porta in continuazione al bancomat della politica. Ora si è ristabilita la verità, la normalità; è stata cancellata quella orribile pagina della storia della nostra valle, quella si fatta di inciuci e di prese in giro per i cittadini, perché ora, come è ormai evidente e risaputo, se non per qualche linea tracciata su un pezzo di carta di giornale, non vi è mai e poi mai stato un progetto per costruire il TAV nella Valsangone. Se ne facciano definitivamente una ragione, la vecchia politica italiota e forzaitaliota di valle, che ora si dimena e si dibatte scribacchiando e presenziando ovunque possibile, perché è ormai drasticamente messa ai margini della politica, sia in Valsangone, sia in Consiglio Regionale, dove Daniela Ruffino entra ormai con le orecchie basse, sotto lo sguardo severo dei Consiglieri della lobby SITAV, che le rimproverano di non essere neanche riuscita a tenere il suo Comune nell’Osservatorio, ente finto neutrale, divenuto nel tempo alleato primario della lobby talebana SITAV ad ogni costo.

    RobertoVarrone: ex Consigliere Comunale

Rispondi a Roberto Varrone Annulla risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.