di CLAUDIO AIELLO (Presidente Fondazione Pacchiotti)
Egregio Direttore,
non siamo certo tra quanti vogliono imporre il “bavaglio” alla “libera stampa”. Nulla da eccepire, quindi, in linea di principio, sulla scelta del Suo giornale di scrivere della problematica recentemente accorsa al Pacchiotti. Se nulla riteniamo di dire sul “cosa”, ci permetta di eccepire sul “come”.
Ci è ben nota la lezione montanelliana: “ciò che si può dire con mille parole si può dire anche con cento”. A volte, però, qualche parola in più, per consentire la piena e corretta informazione che i lettori prima della deontologia richiedono, varrebbe la pena spenderla.
Ci si sarebbe, ad esempio, potuti concentrare sulla puntuale definizione della natura e dei compiti della Fondazione, che possiede lo stabile e da continuità alla mission. Fondazione che ha attualmente un unico socio: la Città di Giaveno. Ciò non significa, come invece Valsusaoggi scrive, che “paga ricevendo i soldi dal Comune di Giaveno”.
La struttura ospita, tra l’altro, come si ricorda sul giornale, le 11 classi del liceo Pascal. Per l’occupazione si riceve, dalla Città Metropolitana, un canone (tutt’altro che elevato). Canone che è praticamente l’unico ingresso certo per la Fondazione.
Il Comune ha, qualche mese fa, nominato i nuovi componenti del Consiglio d’Amministrazione. Il nuovo Consiglio ha ereditato, al di là dei meriti e dell’impegno di chi l’ha preceduto in questo servizio, una non facile situazione di bilancio. Si è da subito proceduto a una valutazione delle criticità e indagato le possibilità di sviluppo delle attività.
Le forniture elettriche e del gas (c’è su questo un anomalo pregresso di diverse migliaia di euro attualmente in fase di verifica da parte dei nostri legali) sono sicuramente una voce importante, una delle poste più rilevanti del bilancio. Cui si cerca di far fronte razionalizzando le risorse. Risulta, quindi, un po’ arbitrario sintetizzare la situazione con la sibillina frase: “sembra che alcune bollette non siano state pagate da tempo, ed ovviamente è stata staccata la luce”. Per altro, come correttamente ricorda il sindaco Carlo Giacone, “la cosa strana è che gli altri piani dell’edificio non hanno avuto la corrente staccata, anche se i contratti sono tutti intestati alla Fondazione”.
Il Pacchiotti, che ospita (senza canone d’affitto) l’Ente di Formazione “Casa di Carità” e svariate associazioni cittadine, è uno spazio di educazione, socialità, cultura e aggregazione. Un luogo della e per la comunità. Nel mutare delle circostanze, continua nello scopo di essere “al servizio dei giovani” (e non solo). Un compito sociale che deve fare i conti con il generale contesto di crisi e con difficoltà che non nascono oggi.
Ingenerare l’idea che ci siano state delle mancanze, come siamo certi non fosse intenzione Sua e dell’apprezzato giornale che dirige, porta lontani dalla possibilità di comprendere la complessa situazione.
Assicurando l’impegno per la soluzione, ringraziando l’amministrazione comunale e quando ci sono stati a fianco, Le manifestiamo la massima disponibilità alla trasparente rendicontazione dello “stato dell’arte”.
Cordialmente
Per la Fondazione, il presidente avv. Claudio Aiello