GIAVENO, IL SINDACO DENUNCIA L’OPPOSIZIONE PER LE FOTO DELL’AUTO PRIVATA SU FACEBOOK: “VENGO PEDINATO E FOTOGRAFATO DI NASCOSTO, ANCHE L’AUTO DELLA MIA COMPAGNA. ORA BASTA”

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Alcune delle immagini diffuse dall’opposizione, dove si vedono l’auto privata del sindaco, quella della sua compagna e quella del Comune
GIAVENO – “Hanno superato il limite, al punto da fotografare la mia auto privata e quella della mia compagna pubblicandole sui social network. Ora basta”. Il sindaco di Giaveno Carlo Giacone annuncia a ValsusaOggi che denuncerà ai carabinieri l’opposizione per l’ultimo attacco in merito all’utilizzo della vettura comunale e ai posteggi. Il gruppo di minoranza Cambiano Giaveno ha infatti diffuso su Facebook alcune foto che ritraggono l’auto privata del sindaco e della sua compagna nel parcheggio del Comune e dell’Unione Montana, così come l’auto del Comune parcheggiata in alcune zone della città. “Ci sta tutto, gli attacchi politici e le critiche politiche anche dure fanno parte del gioco…però non è ammissibile che mi seguano di notte e di giorno per fotografare dove vado – aggiunge Giacone – è un clima davvero insostenibile. Non ho nulla da nascondere e non faccio nulla di male, ma si tratta di un principio. Potrei capire se mi seguissero dalla procura o i carabinieri in caso diindagini, in quanto sono delle autorità giudiziarie, ma è inammissibile che dei consiglieri di minoranza si mettano a pedinarmi e a fotografare la mia auto privata o dove mi sposto. O quella della mia compagna, e soprattutto a diffonderle su Facebook. Voglio essere sereno, chiedo che la mia compagna non venga attaccata continuamente. In questi anni mi ha sempre aiutato, mi segue su tutto e mi supporta accompagnandomi nei vari appuntamenti e adesso si trova sbattuta sui giornali e su Facebook. Manca solo più che pubblicano anche le foto dell’auto di mio figlio…ci vuole un limite”.

Per queste ragioni il sindaco spiega di aver già chiesto di preparare la querela tramite il suo avvocato e di aver contattato stamattina il maresciallo dei carabinieri di Giaveno per procedere nell’esposto: “Mi fotografano l’auto privata, così come quella della mia compagna, parcheggiate in Comune e Unione Montana facendo finta di non sapere che ricevo cittadini e partecipo a riunioni anche il sabato e domenica, dal mattino alla sera. Faccio il sindaco a tempo pieno, ci sono sempre. Quando invece uso l’auto del Comune per andare nelle borgate o a Torino, è tutto previsto dai regolamenti e autorizzato dal segretario comunale. Mica ci vado in vacanza con la vettura del municipio, viene sempre usata per fini istituzionali. Ogni volta che prendo l’auto firmo il modulo. Ovvio che se devo partire alle 7.30 del mattino da Giaveno per andare a riunioni a Torino o altrove, l’auto comunale la prendo la sera prima e la guido io, non mi faccio portare dal vigile urbano – come invece fanno altri sindaci – preferisco guidare senza l’autista. Ho tre automobili private, non ho certamente bisogno di usare l’auto del Comune per fini personali: quando è stata utilizzata, l’ho sempre fatto per fini istituzionali e mi pare importante fruirne proprio quando rappresento il Comune di Giaveno. Ad esempio anche per salire nelle borgate e incontrare i cittadini, per far capire la vicinanza del Comune. E non la uso sempre, su 130 commissioni a cui ho partecipato, per 110 volte ho usato la mia auto personale e solo 20 volte quella del Comune”.

La cosa che non va giù al sindaco è il fatto di essere stato fotografato e seguito in giro per la città, così come i suoi famigliari: “Forse qualcuno della minoranza dovrebbe farsi curare da uno psicoterapeuta – dice – se arrivano a pedinare il sindaco e a pubblicare le foto di dove mi sposto di giorno e di sera, per infangare il sottoscritto e la mia famiglia, c’è qualcosa che non va. Si supera il limite dello scontro politico. Per questo mi rivolgerò ai carabinieri. Non voglio essere fotografato di nascosto dai consiglieri di minoranza, non si erano mai raggiunti livelli così bassi nel confronto tra maggioranza e opposizione. Mi farò tutelare dalla legge, perchè così non si può più andare avanti”.

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