I CACCIATORI CONTRO IL NUOVO CALENDARIO DELLA REGIONE: “LIMITAZIONI ASSURDE, SIAMO PRONTI ANCHE A MANIFESTARE”

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Il Coordinamento delle Associazioni Venatorie Piemontesi riconosciute ai sensi della l.157/92, a nome degli
oltre 25.000 cacciatori rappresentati, esprime sconcerto e la sua più profonda insoddisfazione per il
calendario venatorio dell’annata 2015/16, recentemente approvato dalla Giunta della Regione Piemonte.

Tale documento, redatto senza le consuete modalità di confronto con le Associazioni Venatorie, e dunque
con un sistema che prima d’ora non s’era mai sperimentato, contiene in sé tali e tante incongruenze, errori
tecnici, limitazioni non giustificate, da renderlo del tutto inaccettabile.

In Piemonte, giova qui ricordarlo, si caccia con una Legge Nazionale, la 157/92, e dunque non si capisce
perché essa debba essere ignorata in molti dei suoi aspetti, non offrendo così ai cacciatori piemontesi
trattamento analogo a quello garantito ad ogni altro collega italiano, nemmeno se la nostra regione potesse
venire considerata caso a sé stante, quasi l’essere un “primus inter pares” nel triste primato dei lacci e
lacciuoli stretti al collo degli appassionati.

Il testo presentato dall’Assessore Giorgio Ferrero, votato lunedì 13 aprile, contiene assurde limitazioni
all’esercizio dell’attività venatoria; limitazioni che cozzano contro buon senso e logica, per nulla supportate
da dati scientifici, come la pretesa di mandare i cacciatori piemontesi alla ricerca di selvatici migratori come
quaglia e tortora, ovunque cacciati e abbondanti, in un periodo nel quale essi non transitano più sul nostro
territorio.

Egualmente il periodo di caccia stabilito dal calendario intende costringere gli appassionati subalpini ad
esercitare la propria attività per un periodo molto
inferiore a quello consentito dalla l.157/92, con l’inizio
della stagione posticipato al 4 ottobre invece della terza settimana di settembre; analogo trattamento in
merito alle chiusure, tutte anticipate rispetto al resto dell’Italia e con i cacciatori piemontesi costretti a
riporre armi e attrezzature nei loro armadietti quando nelle regioni limitrofe ancora si cacciano gli stessi
selvatici presenti sul nostro territorio!

Il calendario contiene poi altre ingiustificate limitazioni all’esercizio dell’attività venatoria alpina, alla tipica
fauna, caccia di storia e tradizione piemontese, rispondendo solo alla logica di dar continuità all’assurdo
provvedimento di chiusura del prelievo alla pernice bianca della passata stagione quando, nonostante il
parere fa
vorevole dell’ISPRA, e supportati da dati scientifici e censimenti eseguiti in accordo alle linee guida
della Regione, i cacciatori di montagna furono penalizzati.

Va qui ricordato come allora le Associazioni Venatorie e molti Comprensori Alpini furono costretti a
spendere i quattrini dei cacciatori per far ricorso al TAR, vincendolo inutilmente perché l’Assessore Ferrero
si rifiutò di riaprire la caccia a quella specie, come il supremo organo amministrativo regionale aveva autorizzato. La vicenda non si chiuse lì, e proprio in questi giorni s’è discusso al TAR un secondo ricorso cui
furono costrette alcune Associazioni e Comparti che non volevano sottostare alle prepotenze della Regione.

In Piemonte poi manca ancora il Piano Faunistico, impastoiato dalle procedure burocratiche dell’iter
d’approvazione, cos
ì come siamo ancora carenti di legge regionale, dopo che la 70/96 fu abrogata e mai
rimpiazzata; questi errori li pagano i cacciatori.
Le scriventi si sono impegnate per mesi a fianco
dell’Assessore Ferrero al fine di elaborare un testo
legislativo che possa essere sintesi di ogni interesse contrapposto, e
d’ogni categoria interessata:
agricoltori, ambientalisti, enti locali e cacciatori.

Da allora nulla s’è saputo, e il documento dev’essere restato sul tavolo di qualche burocrate subalpino.

In verità un segnale da corso Stati Uniti 21 ci è giunto: il calendario!
Così non va bene, e il Coordinamento promette a tutti i cacciatori piemontesi che non starà con le mani in
mano, attivandos
i perché questo brutto calendario, certamente…il peggiore di sempre, venga modificato
prima dell’apertura; chiederemo l’accesso agli atti per capire quali siano state le richieste della Regione e
le osservazioni dell’ISPRA e così sapremo la verità.
Servisse organizzeremo anche una manifestazione.
Il tempo c’è, ora serve solo la volontà di passare all’azione.
L’appuntamento con l’Assessore Ferrero è fissato per il 6 maggio.

Il Coordinamento delle Associazioni Venatorie Piemontesi 

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2 COMMENTI

    • la caccia non è assurda se regolamentata bene è uno strumento utile per la tutela e l’arricchimento della fauna locale, dove viene praticato un regolare prelievo venatorio si è constatato una crescita e un benessere dell’intero ecosistema. non per ultimo i soldi che versano i cacciatori nel tasche della regione sono stati utilizzati per i servizi che lei utilizza. quindi facile dire la caccia è sporca ma utilizzare i soldi che derivano dalla stessa.
      non contando l’indotto economico e i lavoratori occupati per la gestione del territorio.

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