I SINDACI DI SESTRIERE, PRAGELATO E CLAVIERE RASSICURANO SUI PROFUGHI: “ACCOGLIERLI È UN GESTO DI UMANITÀ'”

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DALL’UFFICIO STAMPA DELL’UNIONE DEI COMUNI VIA LATTEA

SESTRIERE – Lunedì 30 gennaio a Claviere, Pragelato e Sestriere si sono tenuti i primi incontri con la popolazione locale promossi dall’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea volti ad informare in merito ai criteri di accoglienza diffusa dei rifugiati come stabilito lo scorso 19 gennaio a Oulx tramite il protocollo d’intesa siglato di concerto dall’Unione e da altri comuni con la Prefettura di Torino.

Un protocollo importante e strategico in quanto ha fissato nel tempo il numero di rifugiati che arriveranno sulle Montagne Olimpiache e ha raccolto la volontà di un territorio di gestire e governare un fenomeno anziché subirlo. Saranno in totale 64 suddivisi in 17 comuni: 16 dell’Alta Val Susa più Pragelato (in Alta Val Chisone) in quanto parte dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

Nello specifico i richiedenti asilo politico che arriveranno nel mese di marzo/aprile sul territorio dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea saranno 13 così ripartiti: Cesana Torinese (2) Claviere (2), Pragelato (2); Sauze di Cesana (2), Sauze d’Oulx (2) Sestriere (3).

Gradita ospite dell’incontro promosso dal Comune di Pragelato Monica Cerutti (assessora regionale all’Immigrazione) che, assieme a Monica Berton (sindaco di Pragelato), ed a Paolo De Marchis (sindaco di Oulx e presidente Conisa) ha illustrato ad una folta rappresentanza della popolazione pragelatese come l’accoglienza di 2 rifugiati rappresenti un grande gesto di umanità, sgombrando il campo da eventuali ed ingiustificati allarmismi che potenzialmente possono minare la serenità delle comunità.

“Il fenomeno delle migrazioni – ha spiegato Monica Cerutti, assessora regionale all’Immigrazione – deve essere governato da amministratori e amministratrici che si assumono le loro responsabilità di fronte alle loro comunità. È fondamentale accompagnare i progetti di accoglienza da una corretta informazione senza sottovalutare o demonizzare legittime paure o diffidenze di fonte a chi non si conosce. Con la conoscenza e l’incontro i timori possono essere superati e trasformati in un’opportunità per la comunità che ospita”.

“Il nostro territorio – afferma Monica Berton – vive all’interno di un sistema Paese che oggi ci chiede di intervenire con consapevolezza per affrontare in sinergia un evento umano e sociale di dimensioni eccezionali. Il timore per ciò che é sconosciuto e l’influenza negativa di tutto ciò che circola sul web non possono che irrigidire le posizioni. Tuttavia la sensibilità e l’intelligenza di un popolo che é stato a sua volta “emigrante” e possiede nel Dna il valore dell’accoglienza avranno la meglio sulla diffidenza. Da parte di noi amministratori servono una grande condivisione e una lucida attenzione per garantire alla nostra gente di vivere serenamente questa fase di arrivo e per governare al meglio la convivenza che, nello scambio di esperienze, avrà certamente molti spunti e stimoli positivi anche per i nostri giovani”.

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“Quello che è emerso dagli incontri con le popolazioni locali – spiega Paolo De Marchis – è che i residenti hanno capito lo sforzo che le amministrazioni comunali hanno compiuto nell’interesse dei propri cittadini. Insieme abbiamo colto l’opportunità offertaci dalla Prefettura di Torino di partecipare al progetto di micro accoglienza attraverso un protocollo valido per tutti il 2017. Questo è un primo passo dal momento che, attualmente, non si conoscono le scelte a livello nazionale per gli anni a venire”.

Valter Marin, sindaco di Sestriere e presidente dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, nel corso dell’incontro tenutosi in serata a Casa Olimpia, ha dichiarato: “Conoscere ed informare è stato indispensabile per superare comprensibili timori da parte dei cittadini. L’accordo siglato è stato sicuramente la scelta migliore nell’interesse della collettività e di tutti gli imprenditori del settore turistico”.

Una dichiarazione condivisa pienamente dai colleghi sindaci Franco Capra, che ha incontrato la popolazione a Claviere nel pomeriggio di lunedì 30 gennaio, e Maurizio Beria che ha partecipato con i residenti a Sauze di Cesana all’appuntamento tenutosi a Sestriere.

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5 COMMENTI

  1. profughi? di cosa stanno parlando , forse è meglio dirglielo. Profughi è una parola inventata per prenderci in giro ! Sappiamo tutti che si tratta di un traffico di persone , per di più incompatibili per cultura e religione , fatto ad esclusivo scopo di lucro! Vorrei vedere famiglie con donne e bambini, invece vedo solo giovani palestrati . Scappano da guerre ? … e le mogli , le sorelle, i genitori , dove li hanno lasciati! …Altro che profughi , sono dei vili approfittatori in tutti sensi e noi pure!!
    Antonio

  2. Antonio NON TI FOSSI FERMATO SOLO AL TITOLO classico di chi crede di sapere già tutto …….. avresti scoperto che si tratta di RIFUGIATI e non come scritto erroneamente profughi

    Rifugiato
    Rifugiato non è un sinonimo di migrante perché ha un significato giuridico preciso. Nel diritto internazionale, “rifugiato” è lo status giuridicamente riconosciuto di una persona che ha lasciato il proprio paese e ha trovato rifugio in un paese terzo. La sua condizione è stata definita dalla Convenzione di Ginevra (relativa allo status dei rifugiati, appunto), firmata nel 1951 e ratificata da 145 stati membri delle Nazioni Unite. L’Italia ha accolto tale definizione nella legge numero 722 del 1954.

    La Convenzione di Ginevra dice che il rifugiato è una persona che

    «nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato».

    Il rifugiato è anche una persona che

    «essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi».

    Lo status di rifugiato – visto che non è una condizione “esistenziale”, per così dire, ma giuridica – può essere “perso” se la persona ha volontariamente richiesto la protezione dello stato di cui possiede la cittadinanza; se ha volontariamente riacquistato la cittadinanza persa; se ha acquistato una nuova cittadinanza e gode della protezione dello stato di cui ha acquistato la cittadinanza; se è volontariamente tornata e si è domiciliata nel paese che aveva lasciato o in cui non era più andata per paura di essere perseguitata; se, «cessate le circostanze in base alle quali è stata riconosciuta come rifugiato, essa non può continuare a rifiutare di domandare la protezione dello Stato di cui ha la cittadinanza»: se, in pratica, la situazione nel suo paese è cambiata in meglio.

    • Chissà perchè prima di scrivere NON IMPARATE A LEGGERE ED A CAPIRE ??

      E pensare che Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, politico e filosofo austriaco, sosteneva tutt’altro. Figlio (e qui già la sua prima colpa) di un diplomatico asburgico e di una donna giapponese, nel 1923 dà alle stampe il pamphlet “Paneuropa”: il progetto era quello realizzare l’unificazione dell’Europa in una confederazione (la Paneuropa, appunto) di Stati, al fine di integrarla all’interno di un’organizzazione mondiale politicamente unificata. Elementari quanto obbligate le regole del gioco: una garanzia reciproca di delegazione legale della sovranità, il rispetto della diversità delle culture europee così come la protezione delle minoranze nazionali.

      Nessuna distruzione di massa, nessun odio verso i bianchi, nessun tipo di associazionismo segreto tra logge massoniche o banche (anche se, lo sapete, le due categorie vanno sempre di pari passo).

      LA LEGA TI FREGA

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