“IN PROVINCIA ALMENO 7 BRANCHI CON 65 LUPI” / UN SUCCESSO L’INCONTRO A GIAVENO

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di LUCA CALCAGNO / FOTOSERVIZIO BATTAGLIOTTI

GIAVENO – Una serata molto partecipata, quella informativa di venerdì 27 maggio

sul lupo presso l’Aula magna dell’Istituto “Giacinto Pacchiotti”.

Oltre duecento persone sono accorse all’evento, promosso

dall’Amministrazione comunale con la collaborazione dei Servizi

Veterinari A.S.L. TO3 in sinergia con lo Sportello Tutela Animali

Città di Giaveno e con l’intervento del Dipartimento di Scienze

Veterinarie dell’Università di Torino, dell’Ente di Gestione delle

Aree Protette delle Alpi Cozie, del Progetto Life Wolf Alps, del BEAR

(Biostatistica, Epidemiologia, Analisi del Rischio) presso l’Istituto

Zooprofilattico Sperimentale di Torino.


Dopo l’introduzione di Mauro Moretta, veterinario e rappresentate

dello Sportello Tutela Animali, nonché principale promotore

dell’iniziativa, la parola è andata ai tanti relatori, moderati da

Vincenzo Fedele, già direttore di Epidemiosorveglianza dell’Asl To3:

Mauro Martinasso, psicologo e psicoterapeuta; Mario Marino,

veterinario dell’Asl TO3, insieme al collega Mauro Bruno; Luca Giunti

del Parco Orsiera Rocciavrè; Luca Rossi, docente dal dipartimento di

Scienze veterinarie. Nel corso della serata è anche intervenuto per

portare un saluto del Consiglio regionale del Piemonte il Consigliere

Alfredo Monaco.

“Una serata in cui abbiamo dato informazioni oggettive, quindi dati, a

360 gradi circa un problema molto estremizzato – commenta Moretta –

perché da un lato c’è una visione, diciamo, favolistica del lupo di

chi vorrebbe sterminarlo e dall’altra una da animalista sfegatato che

vorrebbe tutelarlo a tutti i costi. Il lupo per noi, invece, è un

animale come gli altri che va rispettato”.

Tante, dunque, le informazioni. Come spiegato dallo psicologo

Martinasso la figura del lupo racchiude i lati di se stessa che la

psiche umana più rifiuta. Inoltre, la predatorietà del lupo non è mai

per divertimento, come accade per il cane. Perché il lupo

istintualmente sa che cacciare è un dispendio di energie.

Si è parlato anche di diffusione dell’animale. Stando ai dati

ufficiali 40/45 sulla Provincia di Torino, “ma a mio avviso – replica

Moretta – sono 55/65 divisi in 7 branchi e 2 coppie stabili”. Rossi ha

invece riportato le cause di mortalità del lupo. Su un totale di 108

esemplari osservati nel corso degli anni il 72% è morto a causa di

impatti con autoveicoli. Gli animali in questo caso erano quelli in

espansione, che si erano allontanati da branco. Il periodo in cui le

morti aumentano è l’inverno, poiché è la stagione in cui i lupi si

avvicinano di più ai centri abitati, seguendo gli altri animali. Il

23% dei casi invece riguarda l’avvelenamento o il laccio.

Il veterinario Bruno è intervenuto spiegando l’impatto del lupo sulla

pastorizia e sull’escursionismo. Con le misure di protezione attuali,

negli ultimi anni si sono abbassati i casi di predazione da lupo negli

allevamenti e nei pascoli.

Nel corso degli interventi sono stati analizzati anche i fattori di

rischio nel rapporto con il lupo riportati dal B.E.A.R. Il

comportamento stesso dell’uomo porta dei rischi, come andare in

montagna non conoscendo le caratteristiche etologiche degli animali.

Nel caso del lupo tentare di avvicinarlo una volta avvistato o

viceversa correre via apparendo una preda. “In tal caso non bisogna

guardarlo negli occhi, occorre mettersi di lato e non muoversi. Il

lupo, che comunque vede l’uomo come un pericolo, spaventato si

allontanerà” spiega Moretta.

Nonostante la presenza di allevatori in sala, “non ci sono state

contestazioni o scontri verbali. Fedele è stato capace di far

mantenere alla serata un andamento informativo, cui ha contribuito

l’averla impostata sui numeri e all’insegna dell’oggettività”.

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