IN VALSUSA IL GAMBERO “KILLER” DELLA LOUSIANA, AL LAGO BORELLO: “INVASIVO E ALIENO”

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

di FABIO TANZILLI

OULX – Giovedì 23 marzo sono pervenute in redazione da Giorgio Della Valle alcune foto del gambero verde presente al Lago Borello di Oulx: inizialmente si pensava che fosse un felice ritorno, ossia quello del gambero autoctono che un tempo popolava già lo Stagno di Oulx, riserva naturale e area protetta poco distante dalla stazione ferroviaria. Invece purtroppo si tratta di un altro esemplare, alieno e invasivo: è il gambero della Lousiana. Definito già in passato come “gambero killer”: nome affibbiato per i danni che provoca all’ecosistema e alle specie autoctone. Non a caso il regolamento dell’Unione Europea l’ha inserito tra le  peggiori specie invasive in Europa. Un gambero onnivoro, che è capace di mettere a rischio gli ecosistemi, in grado di impoverire gli habitat delle acque dolci e di mettere a repentaglio la sopravvivenza di specie autoctone, dannosa non solo per i gamberi europei, sempre più in estinzione, ma anche per rane e rospi, di cui mangia i girini, così come delle coltivazioni, come avvenuto in Toscana. Ma non solo: per la sua attività di scavo, è in grado di causare danni agli argini di fiumi e torrenti.
Dovrebbe trattarsi di un giovane esemplare, visto che ha una colorazione grigio-verdastra che li rende simili al gambero di fiume italiano. Il gambero americano si differenzia perché alla base delle chele è dotato di una piccola spina, a differenza dei gamberi europei.
Abbiamo chiesto informazioni in merito al guardiaparco Luca Giunti, dell’ente parco Alpi Cozie ed esperto del settore.
Il dottor Luca Giunti ha partecipato a censimenti e studi dell’Università di Torino proprio in valle: “Quello della foto pubblicata da ValsusaOggi sembra, soprattutto per le dimensioni e la corazza massiccia, il gambero della Louisiana invasivo e alieno. Se è lui, più avanti nella stagione diventa rossastro e si distingue meglio. Purtroppo è in forte espansione ed è già stato segnalato da anni in gran parte della Dora Riparia, in bassa quota. Mentre il gambero autoctono (comunemente detto di “acqua dolce”) è da molti anni in forte regressione. L’ultima volta che l’ho visto io e l’ho fotografato anni fa, era nella zona di Vaie e Sant’Antonino. Il gambero della Louisiana è un scappato da allevamenti in Toscana molti anni fa, e si è trovato molto bene nel nostro territorio, andando a competere fortemente con il gambero di fiume autoctono, più piccolo e meno aggressivo. Il gambero di fiume era comunque già in regressione, soprattutto a causa della diminuzione delle portate dell’acqua corrente e ancor più delle loro progressive frammentazioni, a seguito delle tante captazioni per usi umani. Non tanto invece a causa dell’inquinamento delle acque, alle quali sembra resistere”.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

22 COMMENTI

  1. E’ il Procambarus alienii (o clarki), molto diffuso anche in acquariofilia. Molti anni fa il primo importatore italiano è stato un allevatore toscano, che poi ha commesso l’errore di immetterlo in un lago e lasciarsi sfuggire il controllo della diffusione.
    Comunque mi sembra difficile che sia finito nel Lago Borello da solo, provenendo da affluenti o canali. Potrebbe essere stato buttato nel lago o in un vicino torrentello da qualche acquariofilo che si è stufato dei massacri fatti nella propria vasca. Si può catturare con delle piccole nasse di metallo con dentro esche appropriate. Se nel lago ce ne fossero più di uno e di sesso diverso si riprodurrebbero molto velocemente e in poco tempo l’habitat del Lago Borello subirebbe danni spesso molto gravi.

    • Molto furbo l’allevatore toscano: possibile che non si riesca a capire che ogni animale ha il suo habitat e che è meglio non spostarli ma lasciarli dove sono? Grazie per il suo commento articolato, l’unico pertinente in mezzo a un mucchio di inutili sciocchezze. Cordialità.

  2. È curioso constatare come la nostra biodiversità sia sempre più spesso fragile e perdente rispetto alle incursioni esterne.
    Autoctono è diventato sinonimo di vulnerabile, bisognoso di protezione e di isolamento dagli altri ecosistemi, stranamente sempre popolati di cugini più forti, prolifici ed aggressivi (minilepri, scoiattoli grigi, cinghiali imbastarditi, limacce, sorghetto e altre piante, colonizzatrici, etc..).
    Senza scomodare Darwin, non potremmo semplicemente accettare che siamo noi stessi, sapiens contemporanei ovviamente di pelle bianca, ad aver innescato il gioco globale del “vince il più forte”?

  3. Secondo me, a portare il gambero della Louisiana nel lago Borello, sono stati gli uccelli acquatici (anatre selvatiche, aironi, cormorani ecc…ecc…) perchè le uova fatte dai gamberi si possono attaccare alle penne di questi volatili che magari provengono dalle acque dove vivono questi gamberi alloctoni.

    • Si, può darsi. Oramai è diffusissimo in tutto il centro/nord Italia e quindi è certamente possibile che siano gli uccelli di palude a portare le uova da un luogo ad un altro.
      Ma d’altronde sono ormai 35 anni che è avvenuta la prima immissione in Toscana e a quei tempi non c’erano norme a protezione dell’ ambiente italiano.
      Oggi il Gambero della Louisiana è considerata specie invasiva ma credo sia difficile estirparla.

  4. I gamberi arrivano anche in luoghi così lontani grazie anche allo spostamento degli uccelli acquatici tipo anatre, aironi e cormorani. Le uova dei gamberi possono rimanere attaccati alle penne di questi volatili e quindi essere trasportati da questi in zone umide o fiumi e schiudersi facendo avanzare la presenza di questi esseri alloctoni.

  5. Curiosità, per me tu sei già estinto, inutile voce dall’aldila’, captata dagli appassionati di paranormale di Bussoleno e messa in rete come prova che non si manifestano solo spiriti intelligenti.

  6. Reazione stizzita?
    Cosa potrebbe farlo pensare?
    Un “inadatto” a qualcosa di non meglio indicato non reagisce con rabbia (che per provarla bisogna esserci adatti), può solo provare una gran pena per il suo detrattore, che lascio ad altri immaginare a cosa possa essere “adatto”.

Rispondi a Curiosità Annulla risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.