IN VALSUSA UN BRANCO DI IBRIDI LUPO-CANE: “UNA MINACCIA PER LA CONSERVAZIONE DEL LUPO”

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Il branco di Ibridi lupo-cane scoperti in bassa Valsusa. Hanno il mantello biondo anomalo (foto: Ente di Gestione Aree Protette Alpi Cozie)

di FABIO TANZILLI

Nei boschi della Valsusa, dal 2020/2021, ci sarebbe almeno un branco di ibridi lupo-cane. La loro presenza, già segnalata nei mesi scorsi nei boschi della Valsusa, è stata confermata ufficialmente dal report del progetto europeo Life WolfAlps, incentrato sul report della popolazione di lupo nelle regioni alpine italiane 2020/2021. “Nella stagione 2020-2021, i 4 casi di branchi riproduttivi con ibridazione lupo-cane, sono stati documentati in Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, e sono stati rilevati nel corso di attività condotte da parte degli Enti preposti alla sorveglianza della specie” spiegano gli esperti di Life WolfAlps.
Uno dei brachi di ibridi lupo-cane è presente proprio in bassa Valsusa. E si tratta del secondo caso scoperto nel territorio del Piemonte: “E’ stato documentato dall’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, nella provincia di Torino (Bassa Valle di Susa). Durante l’attività di monitoraggio faunistico, è stata rilevata preliminarmente la presenza di un ibrido lupo-cane con mantello chiaro. Il fenomeno dell’ibridazione è stato confermato dai referti genetici ottenuti nell’ambito del progetto LIFE Wolfalps EU e dal laboratorio genetico di ISPRA, tramite il monitoraggio nazionale. È stata infatti, dimostrata la provenienza di un ibrido maschio (TO-M367), nato dalla coppia ibrida della Provincia di Alessandria (branco di Acqui Terme), che ha raggiunto la bassa Valle di Susa per dispersione, costituendo una coppia insieme ad un individuo appartenente alla specie selvatica. Il maschio alpha ibrido “TO-M367” è stato campionato 3 volte nel corso nell’inverno 2020-21 e documentato con il branco. Dunque il branco campionato in Bassa Valle di Susa presenta caratteristiche di introgressione“.
La presenza dell’ibrido lupo-cane è stata riscontrata solo recentemente in Valsusa, e per la prima volta durante il monitoraggio 2020/2021: “In occasione delle precedenti campagne di monitoraggio (anche genetico) della popolazione di lupo alpina, tutti gli animali campionati sono risultati appartenenti alla specie selvatica Canis lupus L., mentre le indagini condotte nell’ambito del monitoraggio nazionale 2020-2021 hanno portato alla luce i primi 4 casi di branchi con ibridazione lupo-cane nelle Regioni alpine italiane (interessando anche in modo particolare l’Appennino Ligure e Piemontese)”.
Secondo gli esperti di Life WolfAlps “In Europa, la potenziale ibridazione con il cane (Canis lupus familiaris) rappresenta una tra le principali minacce per la conservazione della specie selvatica. L’ibridazione lupo-cane determina l’introduzione di geni non adattativi nella popolazione selvatica e può modificare l’identità genetica e, conseguentemente, l’ecologia, la morfologia, il comportamento, gli adattamenti, nonché i valori socioculturali e di conservazione della specie. Per queste ragioni, in Europa, la Convenzione di Berna (Raccomandazione n. 173/2014 – Consiglio d’Europa) esorta gli Stati Membri, tra cui l’Italia, ad implementare delle misure volte sia a monitorare e prevenire questa minaccia, sia a gestire concretamente le casistiche rilevate, facendo ricorso alla rimozione degli individui ibridi lupo-cane dal contesto naturale“.
“Nella stagione 2020-2021, i 4 casi di branchi riproduttivi con ibridazione lupo-cane, sono stati documentati in Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia – viene scritto sulla relazione – Due branchi ibridi sono presenti sul territorio alpino delle regioni alpine, e due sul territorio appenninico. L’impiego delle fototrappole previsto dalle Linee Guida e Protocolli per il monitoraggio nazionale del lupo in Italia ha consentito di individuare preliminarmente alcuni soggetti caratterizzati da aspetto molto diverso rispetto a quello tipico della specie selvatica (wild type), soprattutto nelle caratteristiche della colorazione del mantello. Nei siti in cui sono stati identificati tali individui fenotipicamente anomali, le attività di campionamento sono state intensificate, soprattutto con l’obiettivo di ottenere un efficace campionamento genetico dei soggetti con caratteristiche fenotipiche sospette, nonché la conferma genetica del fenomeno di ibridazione tramite test genetico di assegnazione, condotto su campioni biologici non-invasivi, confrontando il campione biologico
raccolto con le popolazioni di lupo di riferimento e con altre specie, tra cui il cane. Il test di assegnazione è stato condotto dal laboratorio di genetica di ISPRA”. Spetterà alle istituzioni capire come risolvere il problema, prima che il numero di ibridi lupo-cane aumenti anche sul nostro territorio.

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5 COMMENTI

  1. Come sempre a fronte di tavanate che possiamo fare noi umani come effettuare ripopolazioni indiscriminate di animali selvatici con tutte le conseguenze che ne derivano ; fortunatamente madre natura ci mette delle pezze e rimedia a questi errori nostri .

  2. L’ibrido lupo-cane potrebbe sviluppare caratteristiche di caccia tipiche del lupo abbinate al fatto di non temere l’uomo come i cani. In questo caso, un branco di questi animali, potrebbe costituire un pericolo per il bipede umano?

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