LA PROTEZIONE CIVILE ALLA DIGA DEL MONCENISIO

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dalla CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO

MONCENISIO – Fra le attività rilevanti di Resba (REsilienza sugli SBArramenti) il progetto Alcotra, dedicato alla conoscenza dei rischi legati alla presenza delle dighe sui territori alpini e a migliorare la prevenzione, la comunicazione e la gestione della sicurezza dei territori a valle degli sbarramenti, riveste fondamentale importanza l’esercitazione di protezione civile che ha preso il via oggi, 30 novembre, per testare il piano di emergenza della Diga del Moncenisio.

La diga idroelettrica del Moncenisio è la più importante del territorio della Città metropolitana e ha caratteristiche uniche nel territorio transfrontaliero, a cominciare dalle dimensioni (più di 300 milioni di m3 d’acqua). È il sesto sbarramento più grande in Francia. Si situa interamente in territorio francese, a un’altitudine poco al di sotto dei 2000 metri, ma gli effetti principali di una possibile rottura dello sbarramento si riverserebbero quasi esclusivamente sul territorio densamente abitato della Città metropolitana di Torino, in Italia.

Del progetto fanno parte Regione autonoma Valle d’Aosta, come capofila e come partner: Regione Piemonte, Institut national de recherche en sciences et technologies pour l’environnement et l’agriculture (IRSTEA),Politecnico di Torino,Città metropolitana di Torino,Direction Régionale de l’Environnement, de l’aménagement et du logement Rhône-Alpes (DREAL),Préfecture de la Savoie,Enel s.p.a.).

L’esercitazione, a cui partecipa la Protezione civile della Città metropolitana di Torino, prevede la verifica delle modalità di comunicazione delle allerte previste dal Piano di emergenza della diga: avrebbe dovuto svolgersi anche sul territorio, ma a causa del Covid-19 viene effettuata solo per posti di comando.

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19 COMMENTI

  1. Quello prima era territorio Italiano, preso dai nostri cugini “perenni”(meglio perderli che trovarli) per rimborso della 2 guerra mondiale, come tante vette e terreni sul Vallo alpino.
    Basta pensare che se vai a Brianson ti parlano in francese, facendo finta di non capire l’ italiano, SE INVECE LORO VENGONO A SUSA TUTTI A 90° A PARLARE FRANCESE…che vergogna!!
    A parte questa mia veduta, io mi preoccuperei più per la diga dietro a Susa, sulla Dora, per tanti motivi che è inutile scrivere ma che tutti conoscete….
    Poi non capisco queste esercitazioni, se cede quella diga a pieno invaso fa tabula rasa fino a Torino, compresi tutti i nostri cari della Prot Civile…ci vorrà l’ esercito e centinaia di volontari per sistemare un evento come questo…il Vajont vi ricorda qual cosa?
    Anche se come modalità di progettazione non sono paragonabili, per fortuna.

    • a volte sono oriundi italiani che parlano francese facendo finta di non capire l’italiano (già successo e sentito). Si vede che quando ti danno la residenza in francia, ti fanno anche una puntura che annulla la tua lingua madre. Boh….

    • Beh però almeno così il Colle è rimasto un bellissimo posto.
      Altrimenti sarebbe diventato una periferia urbana come quell’altro Colle.
      PS
      Dell’altro posto non è la diga che ha ceduto ma il monte che è cascato tut a Toc

    • Disoccupato Perenne! Hai ragione! La diga è piena di virus! Vogliono inondarci tutti col covid-19! Oltretutto l’OMS dice che parlare una lingua diversa dalla propria è una delle primissime cause di diffusione del virus! Poi i morti della Seconda Guerra Mondiale e del Vajont in realtà sono morti di covid-19, ma ci hanno nascosto la verità e ora la pandemia è esplosa e non la fermeremo più!

    • Innanzitutto fanno benissimo a fare queste esercitazioni, perchè con le strumentazioni attuali che “sorvegliano” la diga, nel caso in cui dovessero esserci dei problemi anche minimi, potrebbero essere in grado di evacuare la popolazione prima di creare appunto un altro Vajont. Poi la diga del Vajont era di cemento armato, molto più pericolosa di quella del Moncenisio e il tutto è accaduto per un errore umano diciamo pure voluto, perchè sapevano di non doverla riempire oltre un certo livello, ma siccome c’è gente che ama mettersi in mostra sulla pelle degli altri, purtroppo è finita come sappiamo.
      E poi lasciamo stare i campanilismi nel 2020. Tutto il mondo è Paese. Ci sono italiani bravi e italiani meno bravi e italiani nella criminalità organizzata o altre forme di delinquenza, lo stesso vale per i francesi e per i popoli di tutto il mondo. Ho viaggiato attraverso la Francia in lungo e in largo, dalla Normandia, alla Bretagna, ai castelli della Loira, a Parigi, alla Pro venza, Savoia e Costa Azzurra… sono del pensiero che la gente ti tratta come tu tratti loro, infatti non ho mai avuto il minimo problema con nessuno, nè nei camping, nè nei residences, nè nei negozi, nè nei ristoranti, ho sempre trovato buona accoglienza e cordialità, e cosa non a me indifferente, una buona accoglienza per la cagnolina a cui tutti i ristoratori portano almeno una ciotola d’acqua e nessuno ti guarda storto perchè vai al ristorante con il cane. L’unico che ha fatto finta di non capirmi quando gli ho parlato in italiano? Un barista calabrese a Menton… fino a un minuto prima parlava dialetto calabrese con i suoi congiunti presenti nel bar, quando mi sono rivolta in italiano mi ha risposto in francese… e va bè, allora ho cominciato a parlare anche io francese, mica l’ha imparato solo lui… Ho degli amici a Lyon, ad Annecy e in altre parti, l’unica cosa che ci ha separato è il covid che purtroppo fa strage di qua come di là, ma provo una grande nostalgia.

  2. Quella diga (Francese) non è idroelettrica,ma è stata costruita a scopi militari: nel caso, la si fa saltare per inondare eventuali truppe in arrivo (e Susa di conseguenza…)

    • Scusa Valligiano mi farebbe piacere sapere quali sono le tue fonti per scrivere una notizia del genere….allora la sede dell’ energia elettrica francese in fondo al terrapieno della diga e una postazione antiaerea!!
      La lunga scalinata interrata che parte dalla piana di S. Nicolao e arriva fino alla sede francese, tra l’ altro percorrendo la Gran Scala si notano alcune strutture, cosa diavolo è?
      Forse era una soluzione estrema per punirci che gli trombuma le funne!!

    • Ma non è vero, è stata fatta per alimentare la centrale di Venaus e di un altro paesino francese, a metà del 900, prima c’erano già due laghi.

    • Questa sì che è una bella teoria del complotto, migliore delle scie chimiche degli aerei avvelenate apposta, o delle case farmaceutiche che ci uccidono con i vaccini, o dell’uomo che non è andato sulla luna… complimenti!!

  3. Caro VALLIGIANO Costruzione anno: 1963-1968 (nel 1969 è entrata in servizio) SECONDO TE ERAVAMO IN GUERRA? Alla costruzione della diga ha anche lavorato mio cognato ROCCI LUIGI .Pochi sanno che dentro la diga c’e una galleria di ispezione (si accede dalla parte superiore) e serve a controllare le perdite di acqua H2O e viene raccolta con gronde di rame costantemente

    • Grazie Fiore , grazie Gwein, sappiamo benissimo la storia del Monte “Toc”…
      Mi fa piacere quello che scrivi portato dalle tue esperienze, ma come sostengo non mi piacciono!! My nonna era Francese, ha sposato un militare valsusino, mia madre con le sue sorelle sono cresciute in un ambito razzista nei confronti di noi italiani, questo nel 1922.
      Sappi bene che per loro noi siamo gli ultimi della classifica….
      Ciao Gwein

      • E comunque per rendere l’idea di quanto sia assurdo il pensiero di chi pensa che si possa abbattere una diga con l’esplosivo, quella diga (il Vajont) è ancora perfettamente in piedi nonostante un intero lago gli sia volato sopra.

      • Nella vita ho imparato una cosa: esisto persone singole, di nazionalità diverse. Non una persona è uguale all’altra, cioè non tutti gli italiani sono mafiosi, non tutti i tedeschi sono nazisti, non tutti i cittadini islamici sono terroristi, non tutti gli italiani dell’epoca fascista erano fascisti, e anche nel 1922 non tutti i francesi erano razzisti proprio come oggi. Una mia amica che quest’anno compie 93 anni rimpiange ancora quando, allo scoppio della seconda guerra mondiale, suo padre decise di tornare in Italia per paura che succedesse chissà cosa. Suo padre lavorava alle caldaie di una fabbrica francese, e il padrone della fabbrica aveva dato loro un alloggio, con il wc in casa, che in quell’epoca era un lusso. La mia amica non era considerata di serie B nè in quanto italiana, nè in quanto figlia di operaio, ma giocava con i figli del padrone, e sono rimasti in contatto per tanti anni dopo il loro rientro in Italia. E’ stato qui in Val di Susa che hanno subito atti di razzismo, perchè essendo vissuti e andati a scuola in Francia, parlavano francese, e non vi dico con quali epiteti li chiamavano. Dunque, tutto il mondo è Paese. Bisogna allargare la mente, imparare le tradizioni e le usanze altrui, assaggiare i cibi etc… e allora si crea quasi sempre un’atmosfera di pace e amicizia. Purtroppo molti dissidi sono istigati dal pregiudizio tramandato attraverso le generazioni. Non sono la nazionalità, il colore della pelle, la statura, le caratteristiche somatiche a rendere una persona buona o cattiva, ma l’educazione ricevuta, la famiglia da cui si proviene, le difficoltà incontrate, le esperienze vissute e fortunatamente esistono anche persone che un tempo commettevano reati e si sono ravvedute, non bisogna mai smettere di sperare. Ho amici di tante nazionalità e colori di pelle diversi, non ho mai avuto problemi, bisogna imparare ad accettarsi e rispettarsi, e a non permettere che una brutta esperienza ci faccia fare di tutta l’erba un fascio catalogando le persone singole in base alla provenienza invece che in base al comportamento. Peccato che ora con il covid non si può più viaggiare, perchè il fatto di spostarsi anche solo attraverso l’Europa, non negli hotel di lusso, ma con una tenda, mi ha veramente aiutata ad apprezzare modi di vivere diversi, cibi diversi, usanze diverse, vedendo paesaggi impagabili. Insomma, il succo è che non esiste solo questa valle stretta, il mondo attorno a noi è molto di più. Buona giornata a tutti

    • Rispondi anche seriamente a uno che pensa che una diga sia stata costruita per scopi militari? Una diga peraltro che per essere abbattuta necessiterebbe più esplosivo di quello necessario per radere al suolo l’intera valle.

  4. Ho letto tutti i vostri commenti , comunque ad essere sincera non mi sento mai completamente sicura di abitare in una zona dove c’è una diga (anche se non vicina).Non si sa mai e si spera sempre….. anche se è presente un monitoraggio e piani di evacuazione.

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