LA VALLE DI SUSA ACCOGLIERA’ 68 PROFUGHI IN 20 COMUNI / UN PROGETTO INNOVATIVO DA AVIGLIANA A SUSA

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di FABIO TANZILLI

Venti Comuni della Valle di Susa hanno fatto un accordo con la Prefettura, e sono pronti ad accogliere in modo “soft” e “diffuso” una settantina di profughi, nei vari paesi, con un progetto innovativo. Il primo che si tiene in Piemonte. In accordo con la Prefettura di Torino è stato realizzato un progetto sperimentale di microaccoglienza tra i Comuni della bassa Val Susa, che prevede l’ospitalità, presso i Comuni aderenti, di numeri limitati e concordati di richiedenti asilo e protezione internazionale.

I paesi della Val Susa che accoglieranno i profughi, in piccoli numeri, sono: AVIGLIANA, ALMESE, BORGONE, BUTTIGLIERA ALTA, CAPRIE, CASELETTE, CHIANOCCO, CHIUSA SAN MICHELE, CONDOVE, MATTIE, MOMPANTERO, NOVALESA, SAN DIDERO, SAN GIORIO, SANT’AMBROGIO, SANT’ANTONINO DI SUSA, SUSA, VAIE, VILLAR DORA e VILLAR FOCCHIARDO. Capofila del progetto è il Comune di Avigliana.

In sostanza, grazie a questo progetto i Comuni interessati dal protocollo non subiranno più l’arrivo “in massa” dei profughi da un giorno all’altro in un solo paese, e gestiti in modo autonomo dalla cooperativa di turno. Saranno infatti esclusi dai futuri bandi della Prefettura per l’assegnazione del servizio di accoglienza ed assistenza ad associazioni e cooperative. In poche parole, non accadrà più che da un giorno all’altro, nei 20 paesi della Val Susa, arrivino i gruppi di profughi in strutture gestite dalle cooperative, senza che i Comuni siano coinvolti, come avveniva in passato. “L’accoglienza sarà regolamentata – spiega l’assessore di Avigliana, Enrico Tavan, promotore del progetto – e gli amministratori dei Comuni saranno parte attiva nel controllare l’inserimento”.

TAVAN

In cambio, fino al 2017 i Comuni si sono impegnati ad accogliere sul proprio territorio 112 profughi, ripartendo i posti in base alle dimensioni del paese e al numero di abitanti.

Fino a 12 profughi: Avigliana

Fino a 8 profughi ciascuno: Almese, Buttigliera Alta, Condove, Novalesa, Sant’Antonino di Susa, Sant’Ambrogio, Susa

Fino a 4 profughi ciascuno: i Comuni di: Borgone, Caselette, Chianocco, Chiusa di San Michele, Mattie, Mompantero, San Giorio, San Didero, Villar Dora, Villar Focchiardo,;

Fino a 2 profughi ciascuno: Caprie, Vaie

In questo accordo rientrano anche i 44 profughi già ospitati ad Almese, che quindi saranno spalmati nei vari paesi della Val Susa.

E dove dormiranno?

“Il Comune di Avigliana, capofila del progetto, farà un bando europeo per cercare la cooperativa disponibile ad occuparsi del progetto – aggiunge Tavan – e che dovrà fare i singoli contratti di affitto, reperire case e immobili presso strutture pubbliche, abitazioni private, strutture di enti ed associazioni, necessarie alla copertura dei posti letto”. La cooperativa lavorerà insieme ad ogni Comune coinvolto, per capire nei vari paesi quali siano gli immobili disponibili. “Pensiamo anche alle tante case sfitte di privati cittadini – aggiunge il sindaco di Avigliana, Angelo Patrizio – che così avranno garantito il pagamento dell’affitto accogliendo i rifugiati, famiglie o singoli”.

Il bando sarà pubblicato entro fine febbraio, e avrà la durata di 30 giorni. Il progetto durerà fino al 2017.

La cooperativa si dovrà occupare dell’assistenza ai profughi nei vari paesi, fornire le lezioni di italiano, psicologo, ecc. Ma il tutto avverrà sotto lo stretto controllo di ogni Comune partecipante. Non a caso, è stato istituito con questo progetto il “Tavolo di coordinamento per la micro-accoglienza in Valle di Susa” individuando quale Ente capofila il Comune di Avigliana: “Tutti i Comuni parteciperanno al tavolo con un referente per governare razionalmente il fenomeno dell’accoglienza – aggiunge Tavan – coordinando l’azione con a tutti i livelli Istituzionali preposti, al fine di garantire il rispetto degli standard di qualità dalle leggi, ed un impatto sociale sostenibile per il territorio. Il tavolo avrà anche una regia, una struttura tecnica di cui farà parte con coordinatore, un referente del Comune di Avigliana e un referente della cooperativa. La cabina di regia si occuperà di vari aspetti: segreteria e gestione delle comunicazioni interne ed esterne, del servizio informativo sulla microaccoglienza, della promozione di percorsi formativi e di accompagnamento sul tema della microaccoglienza rivolti alla cittadinanza, e per informare eventuali altri Comuni interessati circa la possibilità di aderire nei prossimi mesi all’accordo, di coordinare e promuovere attività ed iniziative culturali finalizzate al favorire momenti d’incontro e di scambio ed attività formative ed informative sui temi dell’accoglienza e dell’intercultura. Inoltre si occuperà della gestione dei posti in accoglienza, secondo e non oltre le quote stabilite dall’accordo.

Il Comune di Avigliana farà il bando per cercare la cooperativa, stabilendo una gestione economica che soddisfti sia in termini di servizi resi, che in termini di rendicontazione delle spese sostenute. Ovviamente tutto il progetto di accoglienza non è a carico dei Comuni, non comporta alcun onere per il bilancio comunale: i costi dell’accoglienza sono totalmente in carico al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Torino, mentre i costi dei servizi sanitari sono coperti dal sistema sanitario regionale e nazionale.

“Ognuno dei 20 Comuni ha fatto un’apposita delibera per partecipare – aggiunge il sindaco Patrizio – è un’iniziativa importante, in cui la bassa Val Susa lavorerà in modo unito, in modo da evitare – tramite l’afflusso regolamentato – che la Prefettura assegni al nostro territorio quote di rifugiati significative, difficilmente gestibili. I rifugiati saranno accolti proporzionalmente alle dimensioni dei paesi, in modo soft, ed è un progetto sperimentale, che farà da modello”. La Val Susa è infatti il primo territorio che ha fatto un simile accordo con la prefettura.

“Grazie a questo progetto sarà controllato l’afflusso di rifugiati e saranno i Comuni a governare il tutto – spiega ancora Tavan – gli amministratori comunali potranno controllare l’operato della cooperativa nella gestione degli ospiti, così come potranno affrontare direttamente le varie problematiche”.
Il Comune di Avigliana e in particolar modo l’assessore Tavan hanno lavorato a lungo per questo progetto: si è partiti circa 6 mesi fa.

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6 COMMENTI

  1. Penso che state esagerando. Se avete la possibilita di dare questi aiuti,pensate prima a noi ITALIANI. Se continuate cosi arrivera molto presto una rivoluzione che neanche ve la immaginate. Avrei voluto essere piu volgare,ma per rispetto degli ITALIANI senza lavoro ,che non sanno come pagare le bollette e che non sanno dove andare,mi sono contenuto

  2. Penso che è ottimo esempio e vorrei che “l’orso in letargo “come dice il dottor Bartolo di Lampedusa si svegliasse in tutti i comuni.Attiviamoci :è già fin troppo tardi !

    • Penso che il nostro paese sia una favola scritta sui fogli di giornale per fare i carri di carnevale…….i comuni hanno fatto appositi bandi per prendere in carico i rifugiati o chiedenti asilo politico…….ma pensate prima signori sindaci ai vostri cittadini che vagano in cerca di un lavoro e una famiglia da mantenere,che non arrivano a fine mese e non sanno come pagare una bolletta.fate un bando anche per loro visto che avete trovato i soldi per ospitare i rifugiati……..cosa dovete dimostrare ? Fatevi i vostri conti( non quelli in tasca ma umani)

  3. Intanto smettiamola di chiamarli ”rifugiati”. Questi, fino a prova contraria, sono individui di dubbia provenienza che vengono in Italia perché sanno che troveranno un governo connivente (connivente con loro, e nemico per noi), che non solo li manterrà per anni a spese nostre, ma gli permetterà di fare quel che vogliono.
    Questo è.
    E, tanto che ci siamo, smettiamola pure di (far finta) credere che ne arriveranno pochi e ben gestiti, perché è risaputo che, nel tempo ed in sordina, ai pochi verranno man mano aggiunti altri (soprattutto quando si continua ad andarne a recuperare giornalmente migliaia sin sulle coste dell’Africa).

    SVEGLIA ITALIANI! SVEGLIA!!!

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