LA VALSUSA PIANGE LA MORTE DI DON PAOLO DI PASCALE: UN GRANDE SACERDOTE, BARDONECCHIA IN LUTTO

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di FABIO TANZILLI

BARDONECCHIA – Un lutto nella comunità di Bardonecchia e della Diocesi di Susa. È mancato don Paolo Di Pascale, storico parroco della Valsusa. Tutta la comunità e l’Amministrazione comunale di Sestriere piangono la scomparsa di Don Paolo di Pascale, per oltre 30 anni Parroco di Sestriere. Il rosario viene recitato sabato 1 marzo alle ore 20.30 nella Chiesa di Sant’Edoardo a Sestriere, mentre il funerale si svolgerà lunedì 3 marzo a Bardonecchia. Domenica 9 marzo alle ore 17 sarà officiata la messa in suo ricordo a Sestriere. Don Paolo Di Pascale ad agosto avrebbe compiuto 93 anni: dopo i primi incarichi a Condove e Rochemolles, per trent’anni era stato parroco di Sestriere, e poi di Savoulx, e dal 2002 tornò a Bardonecchia per occuparsi delle frazioni Melezet, Les Arnauds, Millaures e Rochemolles (e per un periodo nuovamente di Savoulx e del Puy di Beaulard). Era uno dei sacerdoti più anziani della Valsusa e tra i decani di Bardonecchia. Don Paolo Di Pascale era nato il 15 agosto 1932 a Bardonecchia. Entrato in seminario nell’ottobre 1950, è stato ordinato sacerdote a Bardonecchia il 1 luglio 1956, a soli 23 anni. Nel 2020 era stato nominato monsignore dal Papa. Uno dei momenti più toccanti del suo mandato sacerdotale, sicuramente fu quello nei primi anni a Rochemolles: assistendo alla tragica valanga del 5 febbraio 1961, dove morirono 4 persone, don Paolo si occupò delle operazioni di salvataggio di vari abitanti della frazione. Grande appassionato di storia locale, Don Paolo Di Pascale aveva scritto libri ed effettuato parecchie ricerche soprattutto su Bardonecchia, frazioni e dintorni. Si devono a don Paolo centinaia di notizie, frutto di minuziose ricerche e studi compiuti in tutta la Valle e soprattutto a Bardonecchia. Tra i vari, era stato co-autore del libro “Bardonecchia e le sue Valli”, e autore del testo “Dai Bardi a Bardonecchia Cristiana” e numerose altre opere. Quando tornò dal 2002 ad occuparsi delle frazioni di Bardonecchia, gran parte del suo tempo lo dedicò allo sviluppo del Museo di Arte Sacra del Melezet, e alla valorizzazione di varie chiesette alpine: tra cui la cappella di San Pietro e la chiesa di San Pietro Apostolo di Rochemolles, impegnandosi in prima persona anche per il restauro della cappella del monte Tabor, a 3178 metri, cercando e ottenendo aiuti e finanziamenti. Era una persona speciale don Paolo, la sua scomparsa lascia un grande vuoto in tutta la Valsusa, e in special modo a Bardonecchia.

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