L’ALLARME DI SADA E FERRAUDO: “AVIGLIANA AFFONDA COME IL TITANIC. LA CITTÀ SARÀ SPACCATA IN DUE DALLA LINEA TAV E PERDERÀ LA STAZIONE”

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di ARISTIDE SADA e GIANFRANCO FERRAUDO

Oltre gli schieramenti: scelte forti e coraggiose per salvare Avigliana, adesso!

Il Titanic affondava, ma l’orchestrina continuava a suonare. Avvicinandosi la data delle Amministrative, ad Avigliana si respira quell’aria.

Tutti si affannano ad esibire schieramenti più o meno “civici”, tutti si professano “aperti” e “trasparenti”. Mai sentito un gruppo che si definisse non civico, non trasparente o non aperto. Tanto varrebbe tacere su questo argomento.

Andiamo invece al sodo: mentre l’orchestrina suona queste musiche di rito, Avigliana affonda. Da Città che tutti ritenevano godere di un privilegiato sviluppo, a fanalino di coda della Valle.

Abbiamo perso tutto, ma il peggio deve venire e questo tra la il doloso disinteresse dei contendenti alla prossima tenzone elettorale.

La Città verrà spaccata in due dal percorso del TAV, il quale correrà in superficie tra due barriere.

Avigliana sarà divisa: non Est ed Ovest (come Berlino) ma Nord e Sud.

I supertreni transiteranno tra le nostre case ad oltre 200km/h. In più perderemo la stazione ferroviaria.

Queste cose, qualche Amministratore le ha chiaramente dette agli Aviglianesi, impegnandosi ad eliminare tale disastro ed indicandone le responsabilità? Se nessuno l’ha fatto, lo facciamo noi.

Il progetto originale del TAV prevedeva un percorso in galleria sotto il Musinè, per dirigersi verso Milano con fermata a Torino in zona nord.

Dopo la “vittoria” raggiunta con accanite lotte in valle (ed interessi occulti) il percorso correrà invece adiacente alla vecchia linea ed in superficie. Inoltre squarcerà la collina morenica (che qualcuno voleva Parco) per raggiungere il SITO di Rivalta, totalmente fuori percorso. Una follia.

Questa follia deve essere assolutamente fermata perché significherà la morte di Avigliana nonché l’azzeramento di valore delle case collocate nelle aree limitrofe. La collegata perdita della stazione ferroviaria darà il “ colpo finale”. Bel risultato. Eppure dal fiume di soldi che scorre attorno al TAV, si sarebbe potuto ottenere anche qualche vantaggio.

Al tempo della costruzione dell’Autostrada, si sono ottenuti buoni risultati quali il tracciato lontano dalle case, due svincoli gratuiti e la Circonvallazione per Avigliana, la galleria di Prapuntin a Bussoleno, dove la Sitaf voleva assolutamente passare in superficie. Però allora gli Amministratori non stavano sull’Aventino mentre altri decidevano ma sostenevano duri confronti.

Ma i Partiti che governano, come hanno potuto promuovere un misfatto del genere?

Ci rivolgiamo al PD, Partito nostro o di nostro riferimento e che oggi finalmente dispone di una buona dirigenza di zona: Quando tali scempiaggini venivano proposte ed approvate, i vostri rappresentanti, non facciamo nomi, erano nella Giunta aviglianese, perché non le hanno denunciate? Solo in questa legislatura con l’alleanza “Grande Avigliana”, è stata fatta vera opposizione ed è proprio quest’esperienza che il PD oggi rinnega. Si vuole tornare al passato?

Per salvare Avigliana, adesso, servono scelte forti e coraggiose. La Città dovrà essere unita. Le guerre tra partiti e tra bande all’interno dei partiti siano sospese. I litigi, le rese dei conti, i distinguo, le ossessive ricerche di purezze, se proprio non se ne può fare a meno, possono riprendere dopo. Adesso quelli che hanno numeri, competenze e capacità si uniscano e nessuno faccia la maestrina scrivendo alla lavagna i buoni ed i cattivi.

Non vi possono essere veti politici per impedire che si formi ad Avigliana un’ aggregazione di persone serie, che vogliono il bene della Città e non la supremazia di un gruppo su di un altro.

Chi ponesse veti si assumerebbe la responsabilità dell’affondamento di Avigliana.

Via i muri (Altri lo dice) e tutta la ferrovia (anche la stazione) sia potenziata ed interrata, come in tutti i Corsi di Torino. Sparita la ferrovia la Città sarà ricucita, lì sarà il suo Centro, di fatto con Metropolitana. Il TAV dispone di miliardi che sicuramente in parte spreca per accontentare questo e quello. Facciamoglieli spendere finalmente bene e per noi! Con l’Autostrada siamo riusciti!

Senza questo, i discorsi sulla vivibilità, sullo sviluppo turistico e commerciale su aiole e fiorellini, concerti e spettacoli sono aria fritta, fumo per imbonire qualche sprovveduto.

 

Aristide Sada (iscritto al Pd, ex Consigliere Comunale per “Grande Avigliana”)

Gianfranco Ferraudo (ex assessore di Avigliana per il Pci dal 1975 al 1990, capogruppo PDS fino al 1993)

 

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21 COMMENTI

  1. il grullo ligure, anzi i suoi accoliti, tempo fa in quel di susa hanno affermato che con i 5 stelle al governo la TAV verrà bloccata. Una cosa è certa è che prossimamente i pentastellati ci governeranno (visto l’atteggiamento suicida delle sinistre o presunte tali). altra cosa assolutamente incerta è capire dove si troveranno gli euro per pagare le penali di disdetta di un contratto internazionale. Ricordo ancora Perino in TV: “ma si, gli accordi si fanno, si disfanno…”.una presa per i fondelli per i valsusini NOTAV intollerabile. Abbiamo tutti presente le retromarce della Sindaca Appendino sugli oneri di urbanizzazione e/o penali (ad esempio parcheggio sotterraneo)..

  2. Ma pemsate adesso questi si fanno #notav? Sono proprio del pd l’ipocrisia galoppa… Aviglianesi occhi aperti unica speranza è il MoVimento 5 Stelle tutti gli altri si nascondono dietro a nomi nuovi per rifarsi una verginità!

  3. Bel discorso ortocellistico prima la volevate mo nn la volete o perlomeno sotto il musine nn in casa insomma bravi! Che coerenza! la soluzione è allearsi tutti e dire no tav!

  4. Giusto !
    Si pensi ad Avigliana e cosa importano i disagi altrui.
    Battiamoci per riportare il TAV sotto il Musiné , con le finestre di Caprie, Rivera di Almese e l’ attraversamento della piana di Alpignano- Pianezza. E’ giusto che sia così, Avigliana prima di tutto.

    Lo stesso discorso naturalmente vale per tutti gli altri comuni.

    Sant’Ambrogio si batta per far chiudere la strada che da Avigliana sale alla Sacra di San Michele subito dopo la frazione Mortera, quando entra nel territorio comunale santambrogese così i turisti saranno costretti a salire a piedi da Sant’Ambrogio e lasceranno i loro soldini lì ( come succedeva fino agli anni ’40 del secolo scorso..)

    Poi sarebbe interessante indagare da dove partono le sorgenti che mantengono i laghi e qualora sforassero su comuni limitrofi , intercettare le falde e dopo averle deviate, sfruttarle nell’ interesse dei comuni di competenza.

    Poi ancora più interessante indagare su quante cittadine in Italia di 14.000 abitanti abbiano due uscite autostradali ( una est e una ovest) a 1,5 km una dall’ altra. Risposta: NESSUNA . Di conseguenza chiuderne una delle due o magari tutte e due.

    Per ultimo applaudiamo alla chiusura dell’ ospedale di Avigliana , grazie al lavoro costante negli anni di chi si è battuto secondo il dogma “Rivoli prima di tutto” .

    E l’ elenco potrebbe continuare.

    Far spendere i soldi delle compensazioni ” per noi ” e spianare gli “altri ” non è una bella cosa. Credo abbiate argomenti validi e molto interessanti da mettere sul tavolo per colpire chi ha amministrato negli ultimi decenni senza bisogno di promettere una magnifica bolla di cristallo con il deserto attorno.

    Cordiali saluti. Mauro Galliano- Condove-

  5. Campagna elettorale bentornata.
    Scaldi i motori e scuoti le menti dal torpore facendo affiorare torti propri spacciati per virtù e meriti altrui come propri.
    Menare vanto dei rapporti delle amministrazioni locali con Sitaf (Gent.mo Prof. Ferraudo non Le ricorda nulla l’Ing. Campo buonanima) e dei risultati ottenuti ai tempi della costruzione dell’autostrada è pura follia.
    La cronaca diventata storia ha mandato in archivio la stagione di più intensa predazione del territorio valsusino dai tempi di Re Cozio con amministratori locali disuniti e in conflitto tra loro per contendersi la misera greppia di compensazioni spesso inutili.
    Un Signore di Avigliana ora a riposo, parecchio conosciuto in Valle, se interpellato, potrebbe parlarne per una dozzina di mattinate.
    Colgo l’occasione per ricordare che Prapuntin fu il risultato di una battaglia ambientalista che vide totalmente estranei o inefficaci i pubblici amministratori.
    Un signore di Bussoleno ancora molto attivo, parecchio conosciuto in Valle, se interpellato, potrebbe parlarne per una dozzina di pomeriggi.
    Suggerirei infine agli sfidanti aviglianesi per la conquista della poltrona di sindaco di prendere conoscenza e fare tesoro di quanto sta accadendo a Chiomonte.

  6. belle le filosofie, i riferimenti storici , le propagande elettorali, ma al quesito che ho posto nessuna risposta, lo ripeto: di fronte ad un certissimo governo pentastellato , come questi pensano di uscire dalla questine TAV. ovvero se hanno idea dove trovare i fondi per pagare penali e disdire in modo unilaterale un accordo internazionale. Chi lavorava in banca forse la domanda se la doveva porgere. saluti no TAV

    • Gentile Marco provo a darle una mia personale risposta:

      1) Io non darei affatto per scontato che vi siano da pagare delle penali, considerato che l’ inizio dell’ opera era ed è vincolato ( proprio in quegli accordi internazionali) al verificarsi di determinate condizioni tra cui il saturarsi della linea esistente che come sappiamo siamo ben lontani dal verificarsi.

      2) Probabilmente i soldi per scindere il contratto si troverebbero nello stesso posto dove si sono presi per abbandonare i lavori e le commesse alla Maddalena in Sardegna ( ricordate il G8 trasferito per capriccio all’ Aquila ?) ovvere nelle tasche degli italiani ( che all’ epoca non mi pare si siano così tanto turbati).

      3) Qualora un governo pentastellato andasse al governo come avrebbe il poter di bloccare il TAV avrebbe lo stesso potere di istituire una commissione di inchiesta internazionale che tornasse indietro di 25 anni per indagare sulle modalità che hanno portato alla scelta TAV .

      4) Ovviamente da questa inchiesta molti politici ne uscirebbero puliti in quanto potrebbero dimostrare di aver appoggiato la causa TAV per convinzione oppure per disposizioni del loro partito di appartenenza e per altri motivi ancora, magari eticamente non condivisibili, ma giuridicamente non punibili.

      5) Se andando indietro di 25 anni invece si scoprisse in taluni politici, Ministri, viceministri o sottosegretari, presidenti o funzionari, Prefetti o Questori o altre rappresentanze dello stato azioni in malafede atte a pilotare o influenzare le decisioni con dati di transito, flussi di merci , tabelle varie gonfiate o manomesse o peggio con accordi con rappresentanti di lobby interessate ai lavori o peggio ancora con rappresentanti della malavita organizzata tanto attivi in Piemonte e soprattutto in Val di Susa ( ‘ndrangheta) IN QUESTO CASO credo che i conti correnti, i titoli, i beni mobili, gli stipendi , le pensioni d’ oro e le proprietà immobiliari di detti personaggi potrebbero essere una buona fonte dove attingere denaro per rescindere i contratti.

      6) la stessa regola la si potrebbe applicare ai giornali ( direttori e firmatari degli articoli) , qualora nella medesima inchiesta trapelassero pressioni per diffondere articoli con numeri e dati saputamente ( in mala fede) falsi.

      7)L’ elenco potrebbe ( il condizionale è dobbligo) aumentare a pioggia verso il basso mano a mano che le indagini scavassero nella diffusione del consenso con l’ utilizzo di mala fede, numeri farlocchi e pressioni di interessi privati ( Sindaci, Amministratori di aziende, capicantiere, progettisti ecc. ecc.)

      Naturalmente la stessa cosa potrebbe essere imputata ai NO TAV ma fatico a trovare indietro di 25 anni partiti, politici, giornali e lobby che abbiano “lavorato” in quella direzione .

      Cordiali saluti.
      Mauro Galliano

  7. Risposta elementare a Marco.
    Se ho prenotato, per sbaglio o boriosa supponenza, un volo in classe extra lusso e mi rendo conto che non riuscirò a pagarlo se non indebitando i miei bisnipoti, tutt’altro che disposti ad acconsentire, non potrò fare altro che disdirlo subendo, se prevista ed applicabile, un’eventuale penale.
    Per natura le penali, anche le più feroci, sono sempre inferiori al costo della prestazione mancata e di conseguenza l’esborso sarà comunque minore.
    Sicuramente un cattivo affare ma meno oneroso dell’onorarlo a qualsiasi costo.
    Con la differenza risparmiata potrò comperare un volo low cost facendo comunque il viaggio, possibilmente non lo stesso viaggio ma uno più utile e consono alle mie esigenze più stringenti (mai sentito parlare di dissesto idrogeologico, scuole cadenti, antisismicità degli edifici, sanità allo sfascio, trasporto pendolari).
    Considerando che da oltre venticinque anni decine di migliaia di sagge persone ripetono, tanto instancabilmente quanto ottusamente inascoltati, l’inequivocabile dimostrazione che il volo extralusso di cui in sopra sarà destinato a schiantarsi miseramente al suolo, la penale, sempre di cui sopra, si finirebbe per rivelarsi addirittura uno splendido affare.

  8. E’ stupefacente l’insistenza a ragionare oggi come in passato quando tante cose sono cambiate. Come il continuo riferirsi all’ipotesi della saturazione della vecchia linea che invece è agonizzante (e lo sarà sempre di più). Anche per il Gottardo si parlava 10 anni fa di saturazione, eppure la vecchia linea è rimasta utilizzata al 50% del suo potenziale. Ciò nonostante si è realizzata la nuova e il traffico su rotaia raggiungerà l’80% (è già oggi al 71% ma grazie a incentivi astronomici che non saranno più corrisposti dopo il completamento di Alptransit).

    Soprattutto si dimenticano due nuove e imprescindibili condizioni. Nel 2011 il Parlamento europeo ha condiviso con una maggioranza plebiscitaria l’obiettivo della Commissione del 30% delle merci di lunga percorrenza su rotaia all’altezza del 2030. Per raggiungere un tale obiettivo nel 2013 è istituita la rete centrale europea articolata in 9 corridoi interoperabili e interconnessi. La NLTL è elemento nodale fondamentale della rete e questo spiega perché il cofinanziamento UE sia il terzo per entità in una lista di 270 progetti infrastrutturali.

    Bene, qualcuno può oggi seriamente pensare che tutto quello che è stato definito negli ultimi anni possa diventare carta straccia da un momento all’altro? e questo dopo che il 70% delle risorse UE per il quadro finanziario in corso è stato riservato alla ferrovia? E il tutto senza costi per chi il progetto saboterebbe? Via, cerchiamo di essere un po’ realisti.

  9. Mi riconosco stupefacente.
    E’ un grande passo in avanti dopo essere stato definito nullafacente da un ministro della Repubblica (Pietro Lunardi per chi avesse sviluppato vuoti di memoria) di notoria specchiata onestà e limpidezza.
    Gent.mo Gillio è proprio da una classe politica infarcita di simile gentaglia che sono scaturite le mirabolanti quanto datate ed inverosimili prospettive trasportistiche da lei citate.
    La lettura delle pubblicazioni del più affermato studioso italiano in materia, Marco Ponti, che in ripetute occasioni ha preso accademicamente adeguate distanze dai No Tav a salvaguardia della sua indipendenza di studioso, potrebbe illuminarla in materia.
    Stupore e mirabilie abbiano ancora lunga vita come il Movimento che ha saputo generarle.

  10. Ponti e Boitani sono coloro che sostengono che l’autotrasporto è troppo tassato e che non è nocivo. Mi permetta di credere che PM10, Nox ed emissioni di CO2 non siano aerosol e che incidentalità, congestione e inquinamento acustico non siano soluzioni. Del resto il pensiero non è soltanto mio, ma come detto in precedenza è quello della politica dei trasporti UE. Definita con la collaborazione dei più importanti istituti di ricerca (Fraunhofer in primis) che hanno licenziato negli ultimi anni migliaia di pagine di studi. Ovvio poi che petrolieri, gestori autostradali, compagnie aeree e settori arretrati dell’autotrasporto non siano d’accordo. Sulla classe politica posso condividere i suoi giudizi, ma stiamo parlando di un’opera internazionale di cui l’Italia è partner economico al 35% ed è pertanto a rimorchio.

    Aggiungo un dato che dovrebbe far riflettere. Nel 2016 è avvenuto un sorpasso: al Frejus sono transitati 206mila TIR contro i 201mila del Gottardo. Il fatto è che la Svizzera per contrastare il transito dei 38 mln/tonn di merci ha realizzato o sta ultimando tunnel di base su due assi (Sempione e Gottardo) per 129 km, mentre tra Italia e Francia (con 41,2 mln/tonn) esiste una vecchia linea che non risponde a quelle caratteristiche di interoperabilità che sono proprie della rete centrale. E che ha costi per gestori e operatori assai superiori a quelli della strada.

  11. Tra molti argomenti disponibili per controbattere provo a pescare tra i più facili.
    – A cosa potrà mai servire un tunnel di valico ultratecnologico quando i treni, che già saranno giunti a Susa su una “vecchia linea che non risponde a quelle caratteristiche che sono proprie della rete centrale”, dovranno riprenderne una anche peggiore sul versante francese, in attesa dei trafori di Chartreuse e Belledonne che in Francia hanno dichiarato di prendere in considerazione, se mai lo saranno per davvero, solo a tunnel di base concluso e operativo?
    – Perché continuare ad equivocare tra collegamento Lyon Torino, vagheggiato ma fuori da qualsiasi programmazione e possibilità di copertura finanziaria ed un paio lunghissimi buchi nel nulla?
    – Perché cadenzare un’opera così ricca di promesse e di tifosi con un piano finanziario che pare un fotocopia di quello della Salerno Reggio Calabria con tempi di esecuzione e consegna avulsi da qualsiasi risvolto trasportistico che ne dovrebbe legittimare la realizzazione?
    – Quanto traffico con questa inutile e dannosa opera incompiuta potrà essere realmente trasferito da gomma su rotaia prima del 2058, anno non scelto a caso, nel quale le mie spoglie mortali celebreranno il secolo dalla loro venuta al modo?
    – Ferdinand de Lesseps, con strumenti di poco più sofisticati di pala e piccone, impiegò circa dieci anni a costruire il canale di Suez. Se lo avesse proposto in trenta o quarant’anni anziché duecento milioni di franchi avrebbe raccolto una pari quantità di risate e sberleffi.
    – La citazione del canale di Suez non è del tutto casuale. Con il Frejus è quasi coetaneo, nessuno lo ha mai messo in discussione chiamandolo “storico”, sarà a breve oggetto di ammodernamenti come il nostro tunnel nel decennio scorso ed il suo illustre promotore, a lungo potente ed influente, in tarda età scampò la galera per malversazione esclusivamente grazie a questa involontaria circostanza anagrafica.
    Se la corrispondente attuale entità potente ed influente saprà differenziarsi in quest’ultimo tetro passaggio, mi dichiaro senza indugio e sin d’ora onestamente lieto.

  12. Alle molte osservazioni rispondo a chi si firma “Bruno” perché, chiamandomi “Professore”, si ricorda di me, nonostante io sia come Prof in pensione (non anticipata) da quasi 20 anni, dal 1990 non sia più Amministratore e da quella data scomparso completamente dalle cronache politico/mondane della Valle. Ottima memoria. Non pensavo di aver lasciato segni così indelebili. Grazie ma è troppo. Informo i curiosi che da quando il mio partito è diventato prima “ LA COSA” poi PDS, DS, QUERCIA, ULUVO e chi più ne ha più ne metta, ho rifiutato qualunque iscrizione. Inoltre non sono né candidato né schierato. Resto però convinto che lo sviluppo serva ai deboli. I forti non ne hanno bisogno. Per distribuire ricchezza, bisogna prima produrla. Questo è “di sinistra” o “di destra”? I puri mi aiutino.
    Delle vicende legate al TAV conosco poco, Sulla sua importanza strategica ho un’opinione vaga. Come futuro utente interessato a risparmiare un po’ di tempo per raggiungere Parigi (vi sono andato una sola volta a 17 anni) sono, ahimè, fuori tempo massimo. Semplicemente sento il diritto/dovere (che ho e nessuno mi toglie) di contribuire a tutelare la vivibilità della mia Città la quale, per quanto ho capito, dalla realizzazione del TAV secondo l’ultimo progetto subirà grave scempio.
    Vedendo quello che si sta facendo a Torino ed a fronte dei cospicui fondi a disposizione per quell’opera, ritengo che potrebbe essere l’occasione per interrare la ferrovia, risolvendo un problema di “spaccatura” della Città, già oggi esistente e che verrà ulteriormente aggravato.
    E’ tutto. Nessuna volontà di distruggere il resto della mia Valle, che amo ed apprezzo. Smettiamola di demonizzare chi la pensa in altro modo e di attribuirgli cose che non dice, non pensa e non vuole.
    Per quanto riguarda l’Autostrada posso dire questo; agli Amministratori locali può capitare di essere investiti da enormi questioni di vero o presunto interesse superiore. Devono quindi, quasi sempre da soli, letteralmente inventarsi comportamenti per parare danni talvolta pesanti. Alla mia generazione è successo con l’Autostrada, dapprima osteggiata. Successivamente, a fronte del disumano aumento di traffico pesante dovuto all’apertura del Frejus, si è preso atto che non se ne poteva fare a meno. Non conosco l’età di chi legge, ma il tragitti in auto, soprattutto in Alta Valle erano diventati una pericolosa avventura. Da qui la scelta di “vendere cara la pelle” e non starsene fuori della mischia per non “sporcarsi le mani”.Questa è stata la scelta di Avigliana condivisa da ben tre Sindaci con i quali (non essendo mai stato Sindaco né vicesindaco) ho collaborato come semplice Assessore: Suriani, Turrini, Amodeo. Non commento né giudico scelte di altri.
    Oggi quando vedo le migliaia di auto di pendolari della Bassa Valle, della Valsangone e della Valmessa uscire ai caselli di Avigliana senza pagare e attraversare agevolmente Avigliana su Corso Europa (opera compensativa della Sitaf) rimango convinto che quella scelta fosse giusta. Sempre il massimo rispetto verso pareri o posizioni differenti (altrimenti ha ragione Putin) nella consapevolezza che altri avrebbero forse ideato soluzioni migliori.
    Ricordo che a Bruere (Tangenziale ATIVA) o ad Orbassano (Autostrada di Pinerolo) prima si paga e poi si esce. Ad Avigliana prima si esce, poi si paga e solo se si prosegue. Qualcuno pensa forse che questo sia un miracolo di San Gennaro od uno spontaneo regaluccio della SITAF? Si ha un’idea di quanto quella società ci perda al giorno a tutto vantaggio dell’utenza?
    Colgo l’occasione per allertare chi è più giovane di me: occhio perché se è vero che i caselli sono fatti per essere necessariamente gratuiti, arriva a cicli il politico di turno a sostenere che il casello deve essere spostato a Ferriere. Così tutti pagheranno (o intaseranno le Statali).
    Ricordo per la galleria di Prapuntin ( anche quella gratuita) le durissime lotte dell’amico Bruno Alpe, allora Sindaco di Bussoleno. Il contributo determinante degli ambientalisti è stata un’ottima scelta, non da “Aventino”.Se gli ambientalisti hanno dato una mano a Bruno Alpe per fare interrare l’Autostrada a Bussoleno, la diano anche per fare interrare la Ferrovia ad Avigliana, Credo che nessuno rifiuterà l’aiuto, se non interverranno “schifiltosi” veti politici.
    Concludo ricordando che le mie sono dilettantistiche proposte di un cittadino senza alcun incarico né responsabilità decisionali. Si tratta di un contributo e di un allarme rivolto ai miei concittadini e soprattutto ai futuri Amministratori, di qualunque schieramento siano espressione.

    Ringrazio per l’attenzione e saluto. Gianfranco Ferraudo 3356763883

  13. Il fasaggio dell’opera consente, con una spesa sostenibile (per l’Italia c.a 200 mln anno fino al 2029), di “massimizzare e anticipare i benefici” posticipando i costi “e minimizzando l’impatto finanziario, limitando l’intervento alle sole opere che di volta in volta appaiono effettivamente necessarie” (rubo le definizioni del progetto FARE, che tuttavia invertiva l’ordine di realizzazione delle opere).
    La vecchia linea di valle, con tutti i suoi limiti, non presenta ostacoli significativi all’adeguamento alle due fondamentali specifiche tecniche d’interoperabilità della rete centrale: pendenza e sagoma. Non dimentichiamo infatti che sul versante francese la capacità di traino a trazione semplice è di 1700 tonn da Culoz a Chambèry (rotta nord) che si riducono a 570 a Modane. Ed è questa realtà, più di quella di pianura, a rendere insostenibili i costi della rotaia (al Frejus come al Gottardo o al Brennero). Va poi da sé che con un significativo trasferimento modale potranno rendersi necessarie in futuro le altre opere utili alla NLTL, ma senza tunnel di base il trasporto ferroviario, già oggi ridotto al lumicino, sparirebbe.
    Occorre a questo punto guardare lontano, per es. al compimento del CFAL di Lione. E prima ancora al nuovo collegamento Lione-Chambèry (sottratto alla temporizzazione suggerita dalla Commissione Mobilité 21 essendo la linea attuale a binario unico e già prossima alla saturazione). Insomma, un passo alla volta, cominciando tuttavia dalle azioni più importanti.
    Il caso del canale di Suez, che lei cita, è esemplare. Superato dalla realtà dell’oggi, con navi di un tonnellaggio un tempo inimmaginabile, ha richiesto grandi lavori di adeguamento, con raddoppio di 35 km di canale e maggiore profondità, paragonabili all’adeguamento agli standard europei di capacità e di sagoma delle linee ferroviarie. E ulteriori lavori seguiranno nei prossimi decenni. Tempi lunghi, dunque, e… fasaggio.
    Ogni altro punto da lei toccato meriterebbe di essere debitamente approfondito, ma in uno spazio più ampio. Io comunque ci ho già provato e così mi permetto di fare rinvio a questo contributo: http://altralineaedizioni.it/portfolio-item/le-ragioni-di-un-ambientalista-si-tav/
    Nella speranza di poter sollecitare una discussione su basi più ampie e concrete di quelle del passato. Discussione alla quale sono sempre disponibile.

  14. Dalla Valsusa all’Appennino del TAV Terzo Valico è tutto un fiorire di “pentitismo” dei SI TAV CRONICI, alla disperata ricerca di un’IMENOPLASTICA last minute.
    Decisamente i piddisti non hanno il minimo senso del pudore, e si ostinano a contar frottole alla popolazione-vittima…

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