L’ASL REPLICA SUI PROBLEMI NEGLI OSPEDALI DI SUSA E RIVOLI: “COLPA DEL PICCO INFLUENZALE”

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COMUNICATO DELL’ASL TO3

SUSA / RIVOLI – L’Asl To3 non cade affatto a pezzi. La direzione dell AslTo3 intende rassicurare i cittadini sulla qualità del servizio sanitario assicurato dai propri ospedali.
I problemi di iperafflusso all’ospedale di Rivoli sono gli stessi che stanno vivendo in questi giorni tutti i pronto soccorso dell’Area metropolitana torinese e sono legati al picco influenzale.
Per quanto riguarda il parco tecnologico della diagnostica per immagini, si sono verificati problemi non straordinari per strutture che lavorano all’alto ritmo di questi giorni. L’ingegneria clinica è prontamente intervenuta per risolvere il problema a Rivoli e a Susa. In particolare la diagnostica radiologica di Susa è in via di sostituzione con un nuovo Telecomandato finanziato con fondi PNRR. Ma la situazione è sotto controllo a garanzia del servizio ai pazienti.

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8 COMMENTI

  1. Ma quale picco influenzale… ne ho avuto bisogno diverse volte per un familiare con patologie piuttosto gravi… vai a Susa, manco ti guardano, passano le ore, e capisco che sono purtroppo sotto organico, ma ci sono patologie che se non si interviene subito, il paziente resta danneggiato per sempre, se non addirittura ci lascia le penne come si suol dire… Allora vai a Rivoli sperando che ti facciano almeno gli esami necessari ad appurare cosa ti sta accadendo per trovare una cura… appena stai lievemente ma proprio lievemente meglio ti rispediscono a Susa, da dove sei partito… inoltre, soprattutto a Susa, empatia zero, purtroppo… pazienti particolari, con necessità di essere affiancati, lasciati ad urlare un sacco di tempo per il puntiglio di non fare stare nessuno accanto a loro… come mai a Rivoli riconoscono persone anziane o con patologie che toccano il cervello e lasciano che siano accompagnati da un familiare, mentre a Susa il paziente può urlare ore e non interessa a nessuno? Esiste un po’ di amore per il paziente oltre che la dovuta cura? Detto questo, certamente l’Asl cade a pezzi, perchè non assume sufficienti medici e infermieri, e i pazienti spesso sono abbandonati a loro stessi perchè ovviamente un medico o un infermiere non può lavorare per 10, e come il solito, sono i malati a rimetterci. Comunque sono arrivata al punto che solo a pensare di accompagnare qualcuno nei vari pronto soccorso dell’Asl TO 3 mi vengono gli attacchi di panico, perchè non sai mai cosa succederà e se uscirai di lì con una persona che sta meglio e che ha una diagnosi e una cura, veramente una situazione tristissima, fa piangere. Spendo inoltre due parole sul fatto che il pronto soccorso di Susa si riempie spesso di turisti anche stranieri, imprudenti, senza preparazione atletica, che fanno bravate tipo sciare fuori pista perchè le piste ufficiali sono ancora chiuse, pattinare sul ghiaccio senza avere un minimo di formazione eccetera, arrivando con gli arti slogati o fratturati e passando davanti a pazienti, magari anziani e con patologie gravi, ma che contano meno di chi pensando di essere furbo va in giro a rischiare la vita. Per sciare e pattinare, bisogna essere in grado di farlo, capaci e utilizzare strutture autorizzate, non intasare gli ospedali per stupide ferite e fratture e slogature che si potrebbero benissimo evitare, rubando barelle a chi ne ha più bisogno.

    • Ho frequentato il pronto soccorso di Susa in molte occasioni, per me o miei familiari, e ho avuto esperienze del tutto opposte alle sue. Per cui eviti di generalizzare la sua opinione e applicarla a tutti.

    • Cos’è sto odio verso chi fa sport? Lo sci fuoripista è uno sport normalissimo fatto da persone altrettanto normali. Non è uno sport clandestino fatto quando le piste “ufficiali” sono chiuse. E ci si infortuna allo stesso modo in pista, fuori, i facendo qualunque altro tipo di sport. Solo stando a casa a fare un cazzo non ci si fa mai niente. la sanità è un diritto di tutti, e il triage lo fa il pronto soccorso, non lei. La pianti di sfogare le sue frustrazioni sul pronto soccorso o chi fa cose che lei non è in grado di fare, grazie.

  2. Piccati per il commento “cade a pezzi” i vertici della struttura hanno risposto con il tono e gli argomenti giusti per rimarcare le proprie carenze.
    Non mettere in atto procedure per affrontare un iperafflusso noto e certo da settimane è una carenza.
    Il “mal comune mezzo gaudio”, tirando in ballo altre strutture è qualcosa di peggio di una carenza.
    Se un alto ritmo di utilizzo manda in tilt un parco tecnologico forse si dovrebbe riflettere meglio sulla sua efficienza quotidiana.
    Sui miracoli del PNRR, per natura emergenziale, la Sanità non dovrebbe far conto se volesse superare la stato di emergenza perpetua che la caratterizza.
    Comunque ragazzi (pazienti): “La situazione è sotto controllo….”, sembra un dialogo degli anni sessanta tra Cape Canaveral e la navicella Apollo 13.

  3. Serietà pari a zero, anche quando i medici non mancavano c’è sempre stata la stessa storia, imparare dagli errori mai…
    Almeno il. Coraggio di dire siamo impotenti come tutti gli anni.
    Invece si nascono dietro le congiunture astrali.
    Un contadino sa che quando arriva l’inverno deve coprire le sementi.
    Tutta gente di alto profilo ma con capacità zero…
    Viva i primari asserviti alla direzione.!!!

  4. Il dolore lo provano i vecchi sulle barelle mentre tutti i più alti dirigenti saranno in ferie o con un bel ponte delle festività.
    Il capo cantiere dovrebbe dare l’esempio e mettersi alla testa del gregge, ma questi non si sono mai sporcati le mani, fanno solo appalti e scendono la nostra sanità e a maggio si prendono anche una paccata di incentivi che si scrivono da soli certi di prendersi il 20℅dello stipendio annuo.
    Cosa hanno prodotto? Carta e slide che proiettano ai sindaci che metteranno un nel voto.
    Mai un sindaco che sia andato a dare il giro alla scrivania di questi signori.
    Anzi chiedono piaceri per le loro famiglie.
    Sanità di destra o di sinistra poco cambia sempre e comunque incompetenti e inconcludenti, forse ci potrebbe salvare solo un colonnello dell’esercito a dare ordini.

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