L’AVVOCATO RISPONDE / SEPARAZIONE: E SE ME NE VADO DI CASA?

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
L’avvocato Laura P. Cavallo

A CURA DELL’AVVOCATO LAURA PIERA CAVALLO

Il caso. Due coniugi si vogliono separare. La moglie lascia – prima del giudizio di separazione –  la casa familiare, si allontana senza provare maltrattamenti, precedenti pressioni, violenze o minacce del marito. Prova a fare rientro dopo due giorni e trova la serratura di casa cambiata.

Me ne vado di casa, lascio mio marito perché non sopporto più di vivere con lui. Che succede? Si può fare?

Tecnicamente si chiama intollerabilità della convivenza. È chi decide di andarsene che deve dimostrare questa intollerabilità. In questo caso giudiziario la casa familiare è stata assegnata al marito e la moglie ha dovuto andare a vivere presso la madre insieme a uno dei figli.

È giusto, però, che il marito abbia cambiato la serratura di casa?

In questa storia il giudice ha ritenuto il comportamento della moglie “non temporaneo”, una decisione unilaterale della donna di abbandonare la casa, la residenza familiare per porre termine alla relazione coniugale.

Ma il fatto che i coniugi fossero in crisi da tempo non conta?

Certo che conta, ma la moglie doveva evidenziarlo. Non lo ha fatto e in questo ha mancato. Non ha fornito prove valide che confermassero la tesi della crisi coniugale. La crisi coniugale avrebbe giustificato l’allontanamento.

Per concludere ci si può allontanare o no dalla casa familiare? Una volta c’era l’abbandono del tetto coniugale?

Ecco appunto, c’era. Funziona così: l’allontanamento dalla residenza familiare senza il consenso dell’altro coniuge o prima della dichiarazione giudiziale di separazione da parte del giudice non è ammesso. Solo in una circostanza è ammesso: quando cioè si dimostri che l’allontanamento è stato giustificato da cause di intollerabilità della convivenza (ad esempio ci sono stati dei maltrattamenti, fisici o verbali o entrambi). Ma bisogna provarle in giudizio, per esempio con testimoni, o portando le prove di uno di questi maltrattamenti.

L’avvocato Laura Piera Cavallo riceve ad Avigliana e a Torino.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

4 COMMENTI

  1. Siamo alle solite. Se una donna si ritrova un uomo nullafacente, indebitato, oppure violento anche solo verbalmente o comunque scorretto nei comportamenti coniugali, è la donna a farne le spese, voglio proprio vedere quale donna riesce a trovare dei testimoni che vadano a testimoniare a suo favore…Leggi fatte con le scarpe…

  2. Diciamo che se uno va via di casa non va certo via cosi’ punto in bianco! Sono pochi i casi che va via senza che sia avvenuto un diverbio. E se va via per un diverbio non gli viene certo in mente di sentire un giudice, diciamo che lo capisce il giudice se a monte c’ erano gia’ problemi.

  3. Ritengo che sia anche nella capacità del proprio avvocato, l’intelligenza e la bravura di fare capire con il proprio assistito le cause non evidenti di allontanamenti senza il supporto di prove evidenti.

  4. Piu che un bravo avvocato deve trovare un bravo giudice!! che capisca certe situazioni e ragioni con la testa non con il codice

Rispondi a sfigato Annulla risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.