LE PROPOSTE DI UN PRESIDE VALSUSINO PER SALVARE L’ANNO SCOLASTICO

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Da sinistra Gianni Valentini e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina

di GIOVANNI VALENTINI (dirigente scolastico Istituto Frejus Bardonecchia)

Gentile direttore,

questa mia lettera contiene delle proposte e dei consigli per “salvare” nel migliore dei modi possibili questo anno scolastico, sia sotto l’aspetto didattico che nel rispetto della meritocrazia.

La maggior parte dei docenti, infatti, almeno delle scuole superiori (settore che conosco) stanno utilizzando, per quanto meglio possibile, le tecniche digitali per la comunicazione a distanza. Anche gli studenti stanno imparando sia gli argomenti trattati, che ad usare il computer non soltanto per i videogiochi.

Abbiamo bisogno di nuove leve preparate nel settore digitale.

Promuovere facilmente, anche per evitare ricorsi prevedibilissimi, significa annullare gli sforzi di studenti ed insegnanti profusi per tutto il periodo, da marzo in avanti con l’insegnamento a distanza, e ridurre le classi del triennio e la maturità dell’anno prossimo nuovamente ad una farsa.

Immettendo sul mercato del lavoro (che sarà ancora più complesso dopo l’emergenza Coronavirus) altri giovani con una preparazione del tutto inadeguata. Per non parlare dell’adesione alla nuova situazione culturale e formativa anche da parte delle università.

Il nostro istituto Frejus di Bardonecchia, grazie all’utilizzo di una piattaforma informatica adeguata e collaudata da anni e con le più avanzate tecnologie, sta ottenendo risultati del tutto adeguati rispetto alla programmazione scolastica, con la soddisfazione di tutti gli insegnanti e degli allievi stessi.

Quindi affermare che, se non si può fare diversamente, “tutti saranno promossi” e che si affronterà una maturità alquanto “strana”, significa indicare la “via dell’abbandono” anche in anticipo.

Proviamo ad offrire una via di uscita:

Intanto occorre un rientro a scuola non oltre il 18 maggio. Vi propongo un esempio applicabile, riferito a istituti scolastici di 600 allievi e con 6 sezioni.

  • Doppio turno: la metà delle sezioni alla mattina, l’altra metà al pomeriggio.
  • Ingressi ad orario differenziato a seconda della sezioni, sia per quelle del mattino che del
    pomeriggio.
  • Durata lezione: 50 minuti.
  • Evitare ingresso affollato.
  • Ingresso sorvegliato dagli operatori scolastici (forniti di mascherina e di guanti) che tengano in viso la mascherina anche nelle ore successive, con il controllo anche dai professori.
  • Sala professori in un’aula scolastica di dimensione appropriata.
  • Utilizzo delle aule più grandi dell’istituto che prevedano per ogni allievo 2.25 m di distanza (1.50* 1.50).

Questo permetterebbe di avere “un ingress”o con in media non più di 150 allievi per ogni turno.

Altre pratiche da applicare.

  • Sanificazione tutti i giorni.
  • Intervallo in classe.
  • Obbligo per gli insegnanti e i ragazzi di portare sempre la mascherina, indipendentemente dalle indicazioni ministeriali.
  • In bagno ci può andare solo un allievo per volta (e per classe).

In una settimana la progettazione di quanto sopra può essere realizzata dal dirigente scolastico e dai suoi più stretti collaboratori, allertando i prof e le famiglie nella eventualità di attivare il progetto il 18 maggio.

Si tratta di provvedimenti attuabili per il mese di scuola rimanente, al fine di riconoscere il lavoro di mesi fatto dai docenti e dai ragazzi, con tutti i risultati raggiunti. Evitando, in questo modo, che anche l’anno prossimo sia di emergenza.

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12 COMMENTI

  1. Troppo rischioso per la salute dei ragazzi e troppo macchinoso:incentiviamo la didattica a distanza cercando di aumentare il senso di responsabilità di alunni e genitori. Siamo in una fase di emergenza straordinaria ne dobbiamo prendere atto ed essere molto cauti.

  2. Caro collega,
    se avessi una scuola con 900 studenti e aule che hanno in media una capienza da 18 ti renderesti conto che non è un progetto praticabile. Se poi i tuoi studenti vengono da fuori con mezzi pubblici, viaggiando anche per 2 ore al giorno, lo è ancora di meno.
    Detto questo non vedo perché dobbiamo per forza promuovere: possiamo valutare l’impegno, la disponibilità, le competenze di base di cittadinanza. Potrebbero costituire la base del 6. Inoltre credo che se uno era insufficiente anche nel primo quadrimestre e non ha dimostrato alcun recupero, ci saranno sicuramente gli estremi per fermarlo, con buona pace degli avvocati. Quelli che invece non potrai fermare saranno gli sciacalli che, di fronte a un figlio malato, se non moribondo, ti accuseranno sicuramente di non aver sanificato come dovevi o di non aver vigilato abbastanza sulle norme di sicurezza del ministero della Salute. Nelle settimane scorse il popolo italiano si è scoperto un popolo di delatori, ma non credo che in pochi mesi i nostri docenti e i nostri collaboratori scolastici si trasformerebbero in un corpo di vigilantes anti-Covid, con ruoli che peraltro non sono neanche di natura contrattuale. Senza vaccino, con l’attuale affollamento delle aule, la vedo tutta in salita. Se fossi nei tuoi panni – e lo penso sul serio – salverei l’anno facendo scuola all’aperto in qualche bel prato montano per tutto il mese di giugno, previa contrattazione sindacale con la RSU, visto che si andrebbe oltre i termini dell’anno scolastico fissati dalla Regione: lo fanno in Danimarca dove fa molto più freddo che da noi, non vedo perché qui non potremmo farlo requisendo nel mese di giugno pascoli, spiagge e parchi cittadini: spazi in ogni caso meno rischiosi di un’aula chiusa. Grazie per aver aperto questo dibattito.

  3. Assurdo, improponibile. Signora Preside, tra parola e azione c’è un abisso, come dire tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Una soluzione semplice e facilmente organizzabile secondo lei, la semplificazione di una pandemia? Al primo contagio chi si assumera’la respinsabilita’? Lei suppongo.

  4. Non sono d’accordo !
    Meglio ripartire a Settembre con meno alunni per classe, per garantire il distanziamento!
    L’esame di stato e di terza media si può fare normalmente a Giugno/Luglio in videoconferenza o live su weschool con la commissione interna e un membro esterno per la scuola superiore. Per la scuola media è ancora più semplice: una tesina o un testo scritto di italiano e un problema di matematica + l’esame orale per tutte le discipline in videoconferenza o live su weschool.
    L’insegnante
    Dott. Daniela Orlando

  5. Bravo professore Valentini!!!
    L’idea è perfetta, ma migliorabile all’uopo.
    Cercate di renderla applicabile…altrimenti date l’impressione di non aver voglia di fare NIENTe…un tutti i sensi, di dare un BRUTTO esempio!!!a Tutti! E di pagare stipendi a sbafo!!!! Mi creda! E poi che esempio x gli studenti!!!! Vada avanti e sostenga la sua idea. Si accettano suggerimenti!!

  6. Il problema è che dopo due mesi tutti questi pseudo politici, scienziati e consulenti lautamente pagati dovrebbero già aver definito nel dettaglio la “fase 2” e studiato la “fase 3” per una convivenza con il virus che pare forzata…invece distolgono l’attenzione con provvedimenti che anche un bambino di 3 anni (con tutto il rispetto per il bambino) riuscirebbe a fare: chiudiamo tutto nella speranza che il virus regredisca e pubblicizzando sostentamento economico di facciata e pura propaganda vedi prestiti alle aziende che seppur agevolati tanto dovranno essere restituiti, cassa integrazione anticipata dalle banche senza oneri per i lavoratori peccato che le banche riceveranno gli interessi dallo stato pagati dai cittadini quindi dai lavoratori……………………….

  7. Con il dovuto rispetto, non sono in accordo, e quanto letto dimostra una insensibilità promossa da quello che io chiamo il delirio di onnipotenza dei Ds, liberamente promossa e avallata dalla L. 98 di Brunetta e dalla L. 54 della Buona Scuola.
    Fermo restando che la Scuola è il reale luogo della conoscenza e del sapere a cui conseguono apprendimenti e competenze, e fermo restando che la DAD non potrà mai sostituire il valore assoluto della didattica come la conosciamo noi (e ciò provato dalla odierna esperienza tra piattaforme di ogni genere, app, uozzap, ecc… : esperienza che denuncia il senso di solitudine dei ragazzi unitamente alla loro volontà comunque di esserci impegnandosi, e il grido a ritrovarsi in quel quotidiano esserci plasticamente fatto di relazioni umane e sociali, e di noi docenti abbandonati in obbligo a servire i padroni (DS) e una Ministra che se si truccasse meno e operasse in umiltà almeno socratica, forse non ci troveremmo con queste esternazioni da Ds) dinanzi a quanto leggo mi si perdoni, e mi perdoni il DS Valentini, ma una domanda mi nasce spontanea: Lei manderebbe a scuola suo figlio o sua moglie in una classe, anche se ridotta di numero di studenti (compresi il o i docenti (nel caso di compresenza)), con guanti e mascherina (scenario surreale, eppure forse obbligatorio nel tempo a-venire)?. Sarebbe così sereno per la sua presunzione di certezza che nulla andrebbe ad accadere?
    Lasciamo le cose (giuste o sbagliate che siano) al momento presente e davvero pensiamo ad organizzare il futuro Scuola anche comprensivo degli strumenti informatici, ma all’altezza delle conoscenze delle competenze e degli apprendimenti di tutti ed ognuno: avere una piattaforma di grido, laboratori da NASA, non sono non fanno e non dicono Scuola.
    La Scuola non si salva rientrando il 18 Maggio, né certo è valido il promuovere tutti, e il seguito esami di maturità. Non ha valore una promozione o l’esito diploma, perché il futuro sarebbe peggiore del presente: ignoranza. Ma questo è e questo abbiamo. Prepariamo il terreno del Domani, lavorando il terreno di oggi: segniamone i solchi, seminiamo quanto necessario, poi i frutti saranno anche il recupero di quanto perso (perché comunque, malgrado gli sforzi di tutti ed ognuno) è tutto tempo “perso”. Mario Santoro (docente Itp con laurea in filosofia (e non lo dichiaro per superbia, ma semplicemente perché la mia esperienza Scuola si è costruita e si costruisce tra laboratori di informatica, e il mio amore per la cultura umanista, che d anni si incontrano divenendo l’uno strumento dell’altro: cosa sono le mappe didattiche ad esempio (quelle che sommamente rappresentano la sintesi in struttura quasi algoritima del pensiero di un filosofo?)
    Grazie e scusate.

    • Condivisibile riflessione ma, l’uso di acronimi per addetti ai lavori e l’abuso degli incisi rende quasi illeggibile il tutto.

  8. Forse quanto scritto dal preside potrà andar bene nella sua scuola ma non è certamente esportabile su scala nazionale. Nella scuola dove presto servizio, mettendo i ragazzi a distanza di 2 metri, si creerebbe la possibilità di fare lezione a 5 persone in slcune classi. Inoltre come si farebbe a gestire ad esempio la sanificazione dei bagni? Ogni volta che qualcuno ne usufruisce dovrebbe essere subito sanificato. Vogliamo poi parlare della logistica? Occorrerebbe raddoppiare se non triplicare i collegamenti con i mezzi pubblici. Costi incrementati a dismisura in un momento in cui il nostro paesr non naviga certo in buone acque.

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