LE SCUOLE DI AVIGLIANA PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA

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di ELENA IDONE

AVIGLIANA – Ci sono storie che non vorremmo sentire oppure leggere mai ma c’è la Storia, quella che costituisce il passato delle genti, che riguarda tutti noi, solcata talvolta da nefandezze e cattiveria, che va raccontata per fare in modo che gli errori e gli orrori del passato non si ripetano nel futuro.

È per questo motivo che il 27 gennaio in tutte le scuole ci si ferma a riflettere, in occasione del Giorno della Memoria, per commemorare le vittime dell’Olocausto, parlando con gli studenti di tutte le età, dall’Infanzia alla Secondaria di Secondo Grado. Agli uomini e alle donne del domani si cerca di inculcare un pensiero di rispetto e antirazzista, nato proprio dalle ombre di ciò che fu il più grande sterminio della Storia. La trasmissione delle tragedie del passato è utile affinché non si ricada negli stessi errori nel futuro.

Le scuole dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo di Avigliana hanno celebrato la Giornata della Memoria attraverso la storia de “Le Coccinelle a righe”, un semplice racconto che illustra l’importanza dell’amicizia, dell’accoglienza del prossimo e del valore dell’uguaglianza inteso come accettazione della diversità come risorsa.

Con i bambini piccoli non è semplice rievocare una pagina di storia dolorosa come quella dell’Olocausto ma attraverso questa semplice narrazione si sono valorizzati i sentimenti positivi che favoriscono l’amicizia.

Ogni scuola ha sviluppato e approfondito la tematica comune attraverso diverse attività: nella scuola dell’infanzia Airone dopo l’ascolto della lettura si sono susseguiti momenti di scambio e di dialogo, si sono costruite delle piccole coccinelle a righe con materiale di recupero e si è allestito un angolo dell’ingresso esterno con delle grandi coccinelle colorate per condividere anche con le famiglie il percorso svolto dai bambini.

Alla Don Campagna la storia delle “Coccinelle a righe” è stata drammatizzata dai bambini che personificando i vari personaggi hanno provato le emozioni legate ai fatti: tristezza, paura, rabbia e gioia. Alla scuola Rodari la Giornata della Memoria è stata affrontata con due storie: “Il muro” di Macrì e Zanotti e, appunto, “Le coccinelle a righe”. La prima storia aiuta a riflettere su come sia importante abbattere muri e barriere e imparare dalle diversità per far sì che queste diventino un vero e proprio punto di forza.

Dopo la lettura del libro i bambini hanno provato in prima persona quanto sia difficile comunicare, giocare, parlare attraverso i muri che dividono e allontanano. Successivamente, in un lavoro cooperativo, hanno riprodotto la copertina del libro, utilizzando la tecnica della stampa dell’impronta.

La seconda storia è stata affrontata del punto di vista dell’accoglienza di tutti e del rispetto dell’altro in tutte le sue diversità: è stata raccontata la storia, successivamente drammatizzata e raccontata a loro volta, per finire svolgendo un disegno libero. In seguito è stato prodotto un cartellone fatto con lo stampo delle manine, vicine che si aiutano, per ricordare l’amicizia che li lega.

“I MURI CI SEPARANO GLI UNI DAGLI ALTRI, IL FUTURO INVECE HA BISOGNO DELL’AIUTO DI TUTTI” (da: “Il muro” di Macrì e Zanotti)

I temi affrontati sono stati anche approfonditi dall’insegnante di Religione in tutti e tre i plessi grazie all’ascolto del brano “Parole per stare insieme” in cui si evidenzia l’importanza del “noi”, aiutando i bambini a riflettere sulla bellezza di vivere accanto a persone che ci vogliono bene e ad amici con cui condividere le giornate.

Tutte le classi della Scuola Primaria “Anna Frank” hanno collaborato ad un progetto comune per celebrare il Giorno della Memoria: gli alunni sono stati coinvolti in attività attraverso cui riflettere sugli eventi che hanno dolorosamente segnato la nostra storia. Le attività sono state finalizzate a sensibilizzare i bambini, affinché essi stessi possano diventare custodi della memoria e costruire un futuro migliore.

Gli alunni hanno appeso a un filo spinato, posizionato sulla recinzione esterna della scuola, riflessioni personali stilate a seguito degli interventi effettuati in classe, poesie sulla pace, frasi celebri che toccano il cuore, trascrivendo le regole senza tempo che dovrebbero diventare le radici della nostra civiltà. Il filo spinato è stato ornato di fiori, simbolo di forza e coraggio, e di numerose farfalle, segno di libertà.

Con questa attività di condivisione si è cercato di esprimere come sia fondamentale capire la frase di Primo Levi: “L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”.

Oltre a questa comune, sono state svolte altre attività, considerando le diverse età degli alunni, come ad esempio la lettura del libro di Tomi Ungerer “Otto – Autobiografia di un orsacchiotto”, la lettura di alcune parti tratte dal “Diario” di Anna Frank, a cui è seguita una riflessione guidata, al termine della quale è stato creato un segnalibro con la sua celebre frase “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.

Gli alunni di classe quarta della Scuola Primaria “Anna Frank” hanno avuto l’occasione di vivere, attraverso un’attività di giochi di ruolo, un contesto in cui l’insegnante si è trasformata in una figura autoritaria, e a caso ha prestabilito la catalogazione di alcune tipologie di bambini in gruppi, privandoli a caso di alcuni diritti e privilegiando invece altre categorie di alunni. L’intera classe ha visto nella sottomissione delle docenti del team un’incapacità nel sovvertire il sistema e adeguarsi.

Nessuno dei bambini coinvolti ha cercato di chiedere spiegazioni sulle motivazioni che avessero spinto l’insegnante a prendere simili decisioni, nessun tipo di confronto, come si è soliti tenere in classe anche per semplici disquisizioni; essendo questo reputato fondamentale e alla base dei rapporti sociali, è stato richiesto.

La proposta didattica ha avuto un forte impatto emotivo su tutti i bambini che hanno vissuto in prima persona come l’indifferenza verso i soprusi contro persone inermi possa rendere complici delle ingiustizie perpetrate, ha dimostrato come la paura di perdere i propri privilegi possa condizionare e favorire l’emarginazione, la discriminazione; ha dimostrato come l’incapacità di esprimere la propria opinione e la mancanza di libertà creino oppressione e negazione della propria dignità.

In questo modo gli alunni hanno vissuto la rappresentazione della perdita del rispetto per il genere umano. Significativo il giudizio espresso da una bambina: “L’attività di oggi è stata una lezione di vita, che mi ha insegnato più di cento giorni di scuola”.

La classe quinta, ha potuto prendere parte ad un’intervista a Liliana Segre, superstite dell’Olocausto, dal 15 aprile 2021 presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. A seguire, gli alunni hanno ascoltato alcuni brani che narravano come Gino Bartali avesse rischiato la vita per aiutare molte persone, nascondendo nella sua bicicletta messaggi e documenti, grazie ai quali molti ebrei sono potuti sfuggire alle deportazioni.

Altre attività svolte nei plessi sono state la creazione dell’albero della pace sul quale, dopo aver letto il testo di Liliana Segre “Il Colibrì”, sono stati incollati i pensieri dei bambini su ciò che ciascuno può fare per la pace. I bambini hanno costruito il loro treno della memoria: ciascuno ha scritto sul vagone che porta il suo nome le riflessioni legate a quanto ascoltato e discusso. Infine hanno letto la poesia di Pavel Friedman “La farfalla”.

Altre attività sono state la visione di un breve documentario sulla vita di Anna Frank, con conseguente confronto e scambio di emozioni e la lettura del libro “È stato il silenzio”, storia sulla Shoah di Paola Valente. Inoltre hanno condiviso una testimonianza di Liliana Segre. Hanno concluso con la poesia “Scarpette rosse” di Joyce Lussu.

Alla scuola Domenico Berti tutte le classi hanno collaborato alla creazione di un’installazione per la Giornata della Memoria nell’atrio comune. Ogni classe ha realizzato delle farfalle gialle per rappresentare le proprie speranze legate a questo giorno così importante. Ciascuna classe ha scritto dietro ad ogni farfalla un pensiero, una parola o un disegno che fosse legato alla speranza scelta. Infine queste farfalle sono state appese nell’atrio sopra un simbolico “filo spinato” nel segno che la speranza e l’amore volano oltre ogni barriera.

Congiuntamente a questo progetto comune, ogni classe, tenendo in considerazione le diverse età degli alunni, ha portato avanti delle iniziative e degli approfondimenti sul tema della memoria. È stata proposta la visione del cartone “Le farfalle con le stelle gialle” ed è stato colorato l’arcobaleno con le parole che i bimbi volevano inviare alle vittime dell’Olocausto.

Così come è stato letto il libro illustrato “La città che sussurrò” tratto dalla storia vera di un villaggio di pescatori in Danimarca, in cui tutta la popolazione collaborò per nascondere e mettere in salvo centinaia di famiglie ebree. I bambini hanno realizzato un cartellone dove è stato ricreato il suddetto villaggio. Infine è stato letto un estratto dal libro “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” e sono state realizzate alcune carote con le parole gentili da regalare a tutti i bambini della scuola. In altre classi è stata proposta la figura di Anna Frank, riflettendo sulla sua esperienza di vita e leggendo pagine del suo diario. Infine sono stati eseguiti i canti Gam Gam e Thiribimbam.

La classe quinta ha iniziato il percorso relativo alla Giornata della Memoria con la visione del film “La stella di Andra e Tati” e l’ascolto di alcuni frammenti delle interviste rilasciate dalle sorelle Bucci. Ha proseguito poi con una ricerca relativa alla “resistenza clandestina” al regime nazifascista soffermandosi sulla figura di Irena Sendler, infermiera polacca che ha salvato circa 2.500 bambini ebrei.

Il percorso si è concluso con la lettura da parte della bibliotecaria di Avigliana di alcuni frammenti del libro “La Repubblica delle farfalle” e la realizzazione di farfalle gialle riportante ciascuna un messaggio di speranza per il nostro presente e per il futuro.

Sono stati proposte inoltre discussioni e confronti sul ghetto di Terezin, a seguito della lettura della poesia “La farfalla” di Pavel Friedman.  Ne è seguito un lavoro di documentazione storico/geografica con relativo confronto tra presente e passato, di dove si trova la città di Terezin e come è oggi, nonché l’ascolto e l’esecuzione di alcuni brani musicali sul tema della Shoah, “Shalom Chaverim” e “Hava Nagila”.

Alla scuola Calvino sono stati letti vari racconti nelle diverse classi, come “Il gelataio Tirelli” un giusto delle nazioni, la storia di “Gino Bartali” e quella di Don Luigi Mazzarello, santo sacerdote piemontese.

Gli studenti della classe quinta hanno potuto esprimere i loro pensieri a seguito del collegamento con la senatrice a vita, superstite e testimone dell’Olocausto, Liliana Segre e, successivamente alla visione del film “La vita è bella” di Roberto Benigni.

L’argomento è stato trattato in maniera più approfondita nelle classi della scuola secondaria di I grado: è stata proposta la visione dell’intervista a Primo Levi con riflessione sul significato dell’Olocausto, sono state presentate le figure di Arpad Weisz (ne “Una storia di sport e razzismo”) ed Elisa Springer, così come il video “La ragazza delle arance” sulla Shoah.

La riflessione si è spostata quindi sui treni dei deportati in partenza dalla Valsusa e sono stati trattati temi come antisemitismo, genocidio, razzismo e discriminazioni, ricordando il legame tra Primo Levi (proponendo pagine de “Se questo è un uomo”) e la città di Avigliana.

È stata proposta anche la visione del video “La memoria tra i banchi” realizzato dagli studenti del Liceo Pascal, nonché la lettura del primo capitolo de “La tregua”. Gli studenti sono stati portati a riflettere sul perché sia stata istituita questa data come Giornata della Memoria; ad essa collegate sono state analizzate le matrici storico-economica e psicologica dei nazi-fascismi, a cui è seguito l’ascolto de “Un sopravvissuto di Varsavia” di Arnold Schönberg. In altre classi è stata letta la testimonianza tratta dal libro “Il silenzio delle parole” ed è stato visto il film “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin. Tanti semi di memoria e ottimi spunti di riflessione per non dimenticare.

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