LETTERA DI UNA MAMMA: “VALSUSA E MANCANZA D’ACQUA, FORSE SARÒ COSTRETTA A TRASFERMI DALLA BORGATA”

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di GIULIA SPONZILLI

SAN GIORIO DI SUSA – Sono mamma di una bambina di otto giorni e abito in una bellissima borgata di San Giorio, Frazione Martinetti. Prima la fine della mia gravidanza, poi questo inizio di maternità sono stati resi difficili dalle continue e prolungate interruzioni d’acqua, che sembrano destinate a ripresentarsi a intervalli per tutta l’estate. Inutile dire che la mancanza d’acqua è un deficit tale per la nostra vita familiare che mi trovo costretta a valutare altre soluzioni abitative. Ero entusiasta del fatto che la mia bambina fosse la prima nata dopo ben ventisei anni nella borgata: mi è sembrato un buon segnale per quanto riguarda il ripopolamento delle montagne della nostra valle. La comunità dei Martinetti oltretutto è particolarmente accogliente e pacifica, ideale per far crescere una bambina in mezzo alla natura.
Ho segnalato numerose volte il problema alla SMAT, i cui operatori mi hanno spiegato che esso è causato in primis dalla siccità, in secondo luogo dal consumo eccessivo dei residenti, che userebbero l’acqua potabile per irrigare campi e giardini. Tutto ciò è stato confermato dal sindaco di San Giorio, con cui ho parlato direttamente e che mi è sembrato solerte nel voler affrontare il problema. Esiste un’ordinanza provinciale, secondo il sindaco, che limita il consumo d’acqua in concomitanza con l’emergenza idrica. Questa ordinanza, pur pubblicata sul sito del Comune, non è nota ai cittadini perché non abbastanza pubblicizzata (non è presente nelle bacheche e non ci sono mai stati controlli).
La questione, dal mio punto di vista, è la seguente: il cambiamento climatico porterà al ripetersi di situazioni di siccità come quella di quest’anno, possiamo permetterci di affrontare la situazione solo in via emergenziale, continuando a lasciare i cittadini senza acqua fino all’arrivo dell’ennesima autobotte? Come può questo comportamento essere compatibile con il ripopolamento delle montagne? I Martinetti si trovano nella parte della nostra valle nota come l’Inverso, notoriamente più umida e fresca. Secondo la Smat, sorgenti sono prosciugate dalla mancanza di pioggia, ma le numerose fontane della borgata grondano di acqua che aspetta di essere potabilizzata. La comunità deve essere consapevolizzata riguardo al problema. Questa non è un’emergenza, ma molto probabilmente la nostra nuova normalità, la vogliamo affrontare? È necessario ridiscutere la gestione idrica della Valle, che è stata demandata con troppa facilità alla Smat.

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3 COMMENTI

  1. 31 anni fa, nella periferia di Palermo, l’acqua arrivava alle 22,00 di sera nei mesi estivi: bisognava lavarsi alla velocità della luce, e poi riempire tutti i contenitori possibili dopo averli disinfettati e sciacquati, vasca da bagno compresa, perchè l’acqua sarebbe ritornata nuovamente alle 22,00 del giorno successivo… il tutto con una temperatura di 40° e io sono stata lì 2 settimane, ma chi mi ha ospitato ci viveva tutto l’anno… Adesso purtroppo stiamo pagando lo scotto del cambiamento climatico e il Piemonte, come molti altri posti, sta diventando come la Sicilia… Certo non è una bella cosa, ma stiamo pagando gli errori ecologici dell’ultimo secolo… Quello che non si capisce è se ai Martinetti l’acqua manca per giorni oppure qualche ora al giorno… Se manca per giorni, è davvero grave la situazione, se manca qualche ora bisogna purtroppo attrezzarsi e fare scorta quando l’acqua c’è, cercando di sprecarne meno possibile… Temo per la signora, che anche si sposterà, negli anni che verranno, la situazione peggiorerà e quindi se non sarà zuppa sarà pan bagnato… Bisognerebbe correre ai ripari ecologicamente parlando, eliminando una buona parte delle fonti di inquinamento nel minor tempo possibile, ma l’umanità, soprattutto quella occidentale abituata a vivere con un certo tenore, non pare disposta a fare sacrifici… e questo è molto grave per le generazioni future, molto di più che non avere l’acqua a disposizione qualche ora… Certo, gli abitanti dei Martinetti, come tutti gli altri, devono fare attenzione a non sprecare l’acqua, ma se mi metto nei panni del pensionato con la pensione bassa o dell’operaio che fatica a sopravvivere, non bagnare affatto l’orto significa eliminare una fonte di cibo che per molte famiglie o singoli è importante, per risparmiare soldi e utilizzarli magari per riscaldarsi in inverno, visto che ormai anche frutta e verdura hanno dei prezzi di lusso.

  2. Se una borgata montana è senza acqua, non e tutta colpa della siccità. Alla smat in primis interessa il fatturato. Gli acquedotti costruiti dai nostri bisnonni e nonni sono stati regalati alle società private. Quest’anno ancora l’aggiustiamo , il prox?

  3. chi ha scritto questa lettera dovrebbe quantomeno sentirsi preso in giro: le fontane scorrono in tutta la valle ma chiudono l’acqua potabile.

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