LETTERA FIRMATA
SUSA – Voglio condividere un’esperienza dolorosa e inaccettabile, che purtroppo dimostra come, in alcuni casi, il pronto soccorso non sia il luogo di cura e accoglienza che dovrebbe essere. I fatti sono avvenuti domenica 18 maggio. Mia figlia, 11 anni, ha subito una distorsione ai legamenti del ginocchio, un infortunio evidente e doloroso, che le impediva di muoversi e le causava una sofferenza continua.
Siamo state portate al pronto soccorso dove, nonostante la situazione visibilmente seria, abbiamo aspettato sei ore prima di essere visitate.
A rendere la situazione ancora più assurda, non c’erano emergenze gravi né una sala d’attesa affollata.
Eppure, dopo tre ore di richieste continue, solo allora è stata fatta una prima valutazione.
E nel frattempo, nessuno ha fornito un semplice antidolorifico, lasciando mia figlia a contorcersi nel dolore, senza alcun sollievo, senza ascolto.
Ma ciò che ha reso l’esperienza ancora più frustrante e umiliante è stato vedere i medici e il personale sanitario ridere e scherzare tra loro, come se nulla stesse accadendo.
Persone in camice che, invece di prendersi cura dei pazienti, si intrattenevano tra risate e conversazioni leggere, ignorando completamente chi chiedeva aiuto e attenzione.
Dove sono finiti il senso del dovere, l’empatia, la responsabilità verso chi soffre? Il pronto soccorso dovrebbe essere un luogo dove il dolore viene riconosciuto, accolto, curato.
Invece, per noi è stato un luogo di attesa, silenzio e indifferenza. Non si pretende un trattamento privilegiato.
Ma si pretende rispetto, ascolto, tempestività, e soprattutto umanità.
Nulla di più. Nulla di meno.
Scrivo questo non per puntare il dito contro singole persone, ma per denunciare un sistema che non funziona, e per dare voce a chi si è sentito ignorato, ferito, invisibile.
Spero che questa testimonianza serva a far riflettere, e che episodi come questo non vengano più vissuti da nessun altro.
E’ molto triste il contenuto della lettera purtroppo quando i pazienti …….devono essere pazienti in tutti i sensi. Io penso che gli infermieri del triage siano preparati e competenti a prima vista nel capire oltre alla gravità o meno del caso, anche chi sopporta poco il dolore o chi ha una soglia del dolore alta. Come persone non siamo tutti uguali, e conseguentemente bisogna capire le esigenze di ogni paziente e da parte dei pazienti recepire lo stress del p.s.
Auguri per una pronta guarigione della ragazzina……..
Complimenti per aver reso noto a tutti quello che accade quando uno ha bisogno di cure immediate.
Tutti devono sapere, tutti devono rendersi conto del mestiere che fanno e la funzione che devono svolgere con la massima diligenza, perchè è un DOVERE!!!!
Sarebbe doveroso una lettera di scuse pubbliche da parte di qualcuno .
Auguri per una guarigione veloce e serena a questa ragazza.
Ps
io personalmente di questo ospedale non posso parlare assolutamente bene.
Colore del codice?
La terapia del dolore va somministrata subito e un dovere nei confronti di chi soffre.
Ogni persona ha la sua soglia del dolore fisico e psicologico.
I pazienti non sono numeri o colori.
Basta scuse.
I pazienti “impazienti” riescono sempre a lamentarsi di quelli che lavorano per loro.
I pazienti “impazienti” hanno sempre soglie del dolore bassissime e sensibilissime.
Non si tratta di scuse, ma del diritto/dovere di lavorare nel rispetto delle procedure, che sono pensate per tutti i pazienti.
Sarebbero quelli che, durante il covid, erano definiti “eroi”?
Purtroppo non è accaduto solo lì… circa 2 settimana fa, mia mamma, a Rivoli al pronto soccorso, è rimasta a ciondolare letteralmente su una sedia a rotelle per più di 6 ore senza che nessuno facesse niente… E’ vero, il pronto soccorso era pieno, ma io l’ho portata lì con delle convulsioni, inoltre è molto debilitata e deve essere cambiata spesso, a causa di svariate patologie… Alla fine stavo letteralmente piangendo e ho detto a chi era in accettazione faceva la prima valutazione, dopo alcuni solleciti, che se non la guardavano ero costretta a riportarla a casa, perchè non era più in grado di restare lì…e ho capito da una frase che la pratica di mia mamma non era mai stata mandata avanti tramite i loro sistemi sui computer, ecco perchè tutti ci passavano davanti, anche persone che camminavano in posizione ben eretta e non erano così sofferenti… siamo entrati un po’ prima delle 17,00 e siamo riusciti a passare alle 23.00 di sera e uscire verso l’una di notte, con una paziente anziana e sofferente che non veniva mai presa in considerazione. Quando ho detto che l’avrei portata via, finalmente hanno mandato avanti la pratica e dopo un po’ ci hanno chiamati e devo dire che sia la dottoressa che l’ha visitata che il resto del personale sono stati gentilissimi e hanno veramente fatto tutti gli esami del caso, ma attendere 6 ore quando si è debilitati, invalidi, e anziani, senza neppure essere sistemati su una barella e cambiati è veramente troppo, non c’è più umanità per le persone anziane e purtroppo manca anche il personale. Tutto questo esclude chi alla fine l’ha visitata ed è stata gentilissima e non poteva sapere che mia mamma era da ore su una sedia a rotelle e non ce la faceva più.
Citazione articolo:
“Siamo state portate al pronto soccorso dove, nonostante la situazione visibilmente seria, abbiamo aspettato sei ore prima di essere visitate.”
La signora ha detto 6 ore di attesa…
Per capire questa vicenda,forse non ho capito bene.
Il rispetto delle procedure, sono pensate per tutti i pazienti compresi chi ha bisogno di un antidolorifico?
Qualcosa mi sfugge.
Definire una distorsione una cosa seria è mancanza di rispetto verso chi ha veramente cose serie. Una roba del genere se va bene è un codice verde, e aspetti quanto devi aspettare visto che è roba che si può gestire con il proprio medico di base. Secondo me l’unica cosa che dimostra questa lettera è che molta gente vive su un pianeta a parte fatto di pretese prive di senso.
La mia esperienza al pronto di susa è diversa. Ebbi problemi cardiaci. Venni visto presto ed in modo accurato. Personale squisito. Medico eccellente. Per me fu un passaggio dieci e lode. Forse non tutti i turni sono uguali. Io ho trovato infermiere e medici fantastici. Grazie.
Il silenzio, di fronte a precise domande, della signora che ha scritto la lettera già induce a qualche riflessione.
La Sua ben diversa esperienza, che conferma l’efficienza della struttura, mette in rilievo la differenza tra le situazioni di pericolo di vita e quelle derivanti da piccoli incidenti domestici.
Per capirlo non occorre molto.
Apprezzo, che, sia l’ASL che il personale addetto, abbiano evitato di rispondere ad una così sterile polemica.
Dopo un incidente di macchina, al pronto soccorso di Susa, non stavo in piedi e non mi hanno voluto lasciare sdraiata perché c’era bisogno del letto per altri……..(sic) E, quando ho detto che avevo più volte che stavo per vomitare, non hanno voluto darmi una catinelle rispondendomi (in 2 reparti successivi) di vomitarmi addosso ! Ovviamente mi sono chinata e l’ho fatto per terra e si sono arrabbiate perché dovevano pulire !
Se i letti disponibili erano utilizzati per casi più gravi, per quale motivo non è riuscita a capire che non potevano darne uno anche a Lei?
Sul suo “Ovviamente” caliamo un pietoso velo.
Allora portiamoci il letto da casa, medicine, antidolorifici, termometri per la febbre, lenzuola, e un mago che fa le carte nell’attesa di essere curati nei tempi adeguati, non ore e ore di attesa, che sia un caso urgente o non urgente. Non mettiamo sempre delle scuse giustificative che ormai hanno stufato. Sarebbe ora che i dirigenti mettono mano a queste situazioni che vediamo tutti i giorni nei pronto soccorso.
Un cordiale saluto a chi svolge il suo lavoro con il massimo impegno, ma solo a loro…
[…] leggiamo con sommo stupore la lettera pubblicata da una mamma il 27 Maggio 2025 – LETTERA / “INDIFFERENZA AL PRONTO SOCCORSO DI SUSA: MIA FIGLIA SENZA CURE PER ORE – inerente gli accadimenti incresciosi avvenuti al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Susa. […]