LETTERA / MATTIE, IL CONSIGLIERE TREMATORE SI DIMETTE: “IL PROGETTO DEL SINDACO PITTAU È FALLITO”

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di DANIELE TREMATORE (ex consigliere comunale di Mattie)

MATTIE – Appellandomi all’articolo 17 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale (n.  51/99 del 23 dicembre 1999) rassegno con effetto immediato le mie dimissioni da Consigliere  Comunale del Comune di Mattie integrandole da motivazioni e chiedendo formalmente che queste siano lette in occasione del primo Consiglio dal sindaco Marina Pittau al fine di informarne la cittadinanza.  Molta acqua (perlopiù amara) è passata sotto i ponti dal 2019, quando le elezioni comunali di  maggio decretavano la vittoria della lista civica “Impegno per Mattie”. In occasione di quella accesa  e combattuta campagna elettorale, nonostante le difficoltà di esprimere legittime critiche e consapevole di perdere il ruolo super partes che l’impegno culturale per il paese mi aveva dato, ebbi per primo il coraggio di sollevare il tema dell’anomalia politica della lista avversaria, non tanto per la strategia discutibile ma legittima quanto per le conseguenze generate da una simile operazione all’interno di un paese già diviso e che avrebbe invece avuto bisogno di recuperare, attraverso la  buona volontà di tutti, un nuovo “spirito di comunità”. Rendendo pubblicamente note le mie preoccupazioni, martedì 23 aprile 2019 scrissi su Facebook a Daniela Perrachon le seguenti parole: “Cara Daniela, non vorrei rovinarti la bella presentazione, ma come fai a dire che condividi gli obiettivi del progetto di Marina se cinque anni fa eri esattamente  dalla parte opposta e, soprattutto, hai fatto il vicesindaco di una maggioranza che si è ripetutamente scontrata con Marina dimostrando di avere una visione completamente diversa da quella del capo  della minoranza? Condividere l’obiettivo del bene comune non significa avere la stessa visione di  bene comune. Un caro saluto”.  Queste frasi, scritte più di un mese prima del risultato elettorale, avrebbero rivelato la loro  drammatica verità prima nel settembre 2020 con le dimissioni – sostenute da motivazioni politiche  pesantissime – dello stesso ex vicesindaco Perrachon e dell’ex consigliere Martina Benetto e poi, nel gennaio 2022, dell’ex capogruppo Giulia Zanolini, con motivazioni altrettanto significative. Le loro dimissioni, soprattutto quelle dell’ex vicensindaco, hanno decretato la fine della maggioranza del sindaco Pittau, consegnando a mio parere il paese all’ingovernabilità quasi totale. È evidente infatti, leggendo le motivazioni degli ex consiglieri Perrachon, Benetto e Zanolini, che il gruppo di “Impegno per Mattie” si è sciolto come neve al sole e il progetto di Marina Pittau, nato con il clamoroso sostegno della precedente amministrazione, ha fallito. Mentre il paese, nell’impossibilità di sostituire i consiglieri dimissionari della lista di maggioranza, si trova privo di forze necessarie a governarlo e monta sempre di più l’insofferenza degli uffici comunali, Pittau ha deciso di rimuovere dal suo orizzonte un grave problema politico, come se l’abbandono dei suoi colleghi fosse un fatto assolutamente normale.  
Totalmente insofferente alle critiche (ha infatti bloccato i suoi critici sui social), Pittau  pretende di assumere posizioni politiche forti (e francamente inusuali per un sindaco civico) ma poi nega la legittimità della reazione, accusando continuamente la minoranza – che non fa altro che esercitare le sue prerogative – di fare propaganda elettorale peraltro attraverso quei social da lei ben utilizzati per i suoi “sfoghi personali”. E quando decide di accettare un confronto, rispondendo per esempio su Facebook alla legittima richiesta di un cittadino (parlo per tutti del caso della signora Marisa), lo fa delegittimando e attaccando personalmente l’interlocutore. A sostegno di queste mie affermazioni viene la stessa Perrachon, la quale nella sua lettera di dimissioni scrive: “[…] il  disaccordo con le idee del Sindaco non è accettato. Non si riescono ad ottenere risposte giustificate ed il confronto politico e sulle scelte amministrative è annullato”.  
Mi dimetto perché ritengo siano sempre più venute meno le condizioni politiche e umane per continuare ad esercitare con il corretto impegno e la giusta serenità il mio mandato. Mi si potrebbe obiettare che non ho partecipato agli ultimi Consigli: li ho frequentati da privato cittadino, e mi è bastato. È nella memoria di molti un Consiglio Comunale dove il sindaco è letteralmente fuggito con risibili motivazioni, evitando di entrare nel merito delle accuse lanciate dall’ex vicesindaco Perrachon e, a mio parere, mancando di rispetto ai cittadini presenti legittimamente desiderosi di spiegazioni. Per non parlare del Consiglio successivo a quello appena citato per cui il sindaco aveva richiesto la presenza – a mio parere inutile e strumentale – delle forze dell’ordine.  
Mi dimetto perché non voglio più che il mio nome sia associato a uno stile di governo a mio parere divisivo e ad un esercizio del potere che a mio parere annulla il dibattito critico, liquidato come la prosecuzione della campagna elettorale, ma anche – per delegittimare chi lo esercita – come il tentativo di “mettere zizzania”, quando invece sono gli stessi consiglieri di maggioranza che richiedono, neanche fossimo in un film di James Bond, incontri segreti per istruire la minoranza sulle azioni più o meno creative del sindaco.  
Mi dimetto perché non voglio più che il mio nome sia associato a una farsa che si procrastina ormai da anni, nell’indifferenza anche degli altri consiglieri. 
Mi dimetto perché non voglio più che il mio nome sia associato alle posizioni estremiste che Marina Pittau – violando a mio parere il patto civico stipulato con i cittadini – ha assunto con il proprio ruolo di sindaco e ricavandone visibilità. Pittau, identificando la sua crociata contro la “dittatura sanitaria” del governo di Mario Draghi con il Comune di Mattie, ha gettato un paese intero in una battaglia non condivisa dalla maggioranza dei cittadini (nonché da  quella dei suoi consiglieri) al fianco di un partito no-green pass come Italexit e del suo leader dichiaratamente no-vax come Gianluigi Paragone. Attraverso un’interpretazione a mio parere deviata della Costituzione, il sindaco quale ufficiale del Governo ha incitato i propri concittadini (e gli italiani tutti) alla “disobbedienza civile” spiegando pubblicamente attraverso una intervista al canale complottista “Byoblu” (8 febbraio 2022) anche come praticarla in aperta violazione delle normative al tempo in vigore. Collocandosi ai limiti e portando il paese di Mattie verso il totale isolamento politico, Pittau ha messo in difficoltà gli uffici comunali; ha provocato, a mio parere, un danno all’immagine di Mattie e ai suoi stessi concittadini, in particolare alle attività del paese, che da un giorno all’altro sono state visitate da alcuni facinorosi (per fortuna ritornati poi agli ovili una volta terminato il can-can mediatico) decisi a consumare il proprio Campari in nome del Verbo di Marina.  
Non da ultimo, in un video diffuso il Giorno della Memoria e intitolato “Sindaca della Valsusa contro il vaccinazismo green pass” (27 gennaio 2022) dal quale non ha mai preso le distanze, Pittau ha dato scandalosamente esempio di quello che gli storici chiamano “uso pubblico della storia”, paragonando la nobile Resistenza italiana alla discutibile lotta contro il green pass in una Valle, quella di Susa, che vanta peraltro la lotta partigiana come uno dei suoi momenti più alti.  
Mi dimetto perché non voglio più che il mio nome sia associato al trattamento riservato  agli abitanti di Mattie. Tutti sono a conoscenza di episodi indegni che hanno visto protagonista il sindaco con alcuni residenti o villeggianti. A loro difesa voglio ricordare che tutti i cittadini pagano regolarmente le tasse e hanno lo stesso diritto dei residenti (che votano!) di porre problemi o richieste al sindaco.  
Mi dimetto perché non voglio più che il mio nome sia associato alla concezione del Bene Comune che il sindaco Pittau ha dimostrato in questi anni: mi riferisco anche al trattamento riservato all‘Associazione Futura’, una giovane e propositiva impresa nata con fini culturali e ricreativi. Nonostante il diritto di associazione sancito dalla Costituzione, è stata estenuante la realizzazione di alcuni eventi proposti da ‘Futura’, si è arrivati persino ad accusare l’Associazione di intralciare l’attività degli uffici! Iniziative che dovrebbero costituire un vanto per il paese e, in teoria, anche per l’amministrazione a mio parere sono state spesso considerate  come un ostacolo all’immagine del sindaco, perché manifestazioni non direttamente riconducibili al Comune. La mentalità conservatrice e antiscientifica di Marina Pittau sta invece riportando Mattie nel Medioevo.  
Il mio abbandono verrà interpretato da alcuni come una vittoria e da altri come una resa. In realtà, vuole rappresentare un forte gesto politico per amore verso Mattie; un atto di denuncia nei confronti di un’amministrazione che ritengo politicamente indecente; una lezione di stile nei confronti dei consiglieri rimasti, che – pur desiderandolo ardentemente – non hanno tuttora il coraggio di mettere un freno a questa deriva per rispetto dei loro elettori, preferendo il solito ipocrita e sempre accomodante “tirare a campare”.  

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8 COMMENTI

  1. Comunelli con quattro abitanti, consigli comunali più litigiosi di un’assemblea di condominio, ripicche, dispetti, antipatie personali, personaggi in cerca di visibilità, che credono che una sedia da consigliere sia pari a uno scranno da parlamentare, che fanno il diavolo a quattro per entrare in consiglio (anche facendo dimettere i compagni di lista), molto attivi sui social ma inesistenti nella realtà.
    Ci sarebbe molto da riflettere sul perchè certe persone si candidino nei nostri comuni, su come certi “grandi vecchi” giochino sul destino delle comunità, bruciando la voglia di partecipare alla vita pubblica, facendo piazza pulita per le loro manovre…
    Spererei nella chiusura di certi comuni piuttosto che continuare ad assistere a telenovele del genere….

    PS Poverino, chissà il dolore sta provando…

  2. E’ ufficile, l’ho letto su feisbuc (mica bale) “tirare a campare” è una classica espressione Valsusina, utilizzata già nel Medioevo.

  3. Ho avuto la pazienza e la voglia di leggere questa lettera , non sono addentro e non conosco tutte queste questioni ma , se vero il comportamento della sindaca mi rammenta il comportamento di un altro sindaco della valle che si autodefiniva GOVERNATORE della città . Si vede che il ruolo di primo cittadino/a crea problemi psicologici di super autostima , dimenticando il ruolo principale ossia lavorare bene ed unicamente per i cittadini che si amministrano e non per super aut5o stima , finendo per cadere in una dittatura seppur piccola in un piccolo paese .

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