LETTERA / PERCHÈ BUSSOLENO NON VUOLE LA PANCHINA BLU PER LE VITTIME DELLE FOIBE?

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Il fotomontaggio con la panchina blu proposta dalla minoranza

di ANTONELLA ZOGGIA (Capogruppo “Obiettivo Bussoleno”) e CATERINA AGUS (Capogruppo “Insieme in Comune”)

BUSSOLENO – La cronaca della nostra valle, ampiamente e dettagliatamente descritta nelle pagine dei giornali locali, si occupa da qualche tempo e sempre più frequentemente di panchine. Mi riferisco ad esempio alla panchina gigante 142 di Giaglione, posizionata a giugno e a quella 179 di Bruzolo che ha trovato la sua collocazione lo scorso ottobre. Installazioni artistiche, entrambe, che fanno parte di una rete nazionale che ha come scopo il sostegno delle eccellenze artigiane e delle comunità locali.

Anche Bussoleno non è da meno, anzi: bisogna andare un poco più indietro nel tempo per ricordare la “panchina rossa” in piazzetta del giornalaio, più recente è invece la “panchina letteraria” in Piazza Cavour e la panchina “Matilde” di fianco al PalaConti.

Lodevoli iniziative, tutte, ma una domanda sorge spontanea: quali requisiti deve avere una panchina per ottenere il beneplacito della maggioranza ed essere posizionata nelle piazze di Bussoleno?

La memoria torna al mese di febbraio di quest’anno, in prossimità della Giornata del Ricordo, quando le minoranze in Consiglio Comunale hanno presentato una mozione che impegnasse il Sindaco e la Giunta a dedicare alle Vittime delle Foibe una panchina in Piazzetta del Moro (antistante il giornalaio), a dipingerla di blu intenso e ad evidenziare con una targa la motivazione di tale riconoscimento.

La risposta della maggioranza, perfetta nella forma, nella grammatica, nell’uso dei verbi e della sintassi, ma sterile seppur netta nella sostanza, è stato un sovietico NIET, questa panchina blu non sa da fare, citando, tra le molte fumose, la motivazione di scombinare l’arredo urbano del paese che, senza dubbio, a parer loro, trae invece giovamento dalle panchine “che hanno avuto l’approvazione” dei governanti locali.

Evidentemente per la Giunta Consolini non è sufficiente per meritarsi una panchina a ricordo che nel periodo tra il 1943 e il 1947 almeno 250.000 esuli italiani siano stati costretti a lasciare le loro case con circa 20mila vittime; che diverse migliaia tra queste, tra le 4mila e le 6mila, abbiano perso la vita all’interno delle foibe, profonde cavità naturali tipiche delle aree carsiche, dove venivano abbandonati i corpi dei giustiziati.

Non è sufficiente per la maggioranza Consolini, ma lo è stato invece e finalmente per il Parlamento Italiano che nel 2004, rompendo il silenzio, le sacche di deprecabile negazionismo militante o il riduzionismo, oltre all’indifferenza, al disinteresse ed alla noncuranza, ha istituito il 10 di febbraio di ogni anno il “Giorno del Ricordo” per i morti italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia.

Il 10 di febbraio si avvicina e, considerando i lunghi tempi tra la convocazione di un Consiglio Comunale e l’altro, è opportuno che noi minoranze si inizi a lavorare sull’argomento, chissà che la maggioranza non ci ripensi!

Nel frattempo con i potenti mezzi messi a disposizione dalla fantasia e dalla scienza, ci piace immaginare che nella Piazzetta del giornalaio di Bussoleno ci sia un enorme ologramma raffigurante la Panchina Blu Intenso Uno con la sua bella targa: “A ricordo delle vittime delle foibe d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia”.

 

 

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25 COMMENTI

  1. Semplice…quelle “lodevoli” iniziative rispondono alle perversioni nazi-buoniste, radical chic o all’ultima moda social-sostenibile-inclusiva-resiliente-gender-global-responsabile…ci sono panchine buone panchine cattive! E quelle per le vittime delle foibe, se non sono approvate dai “Buoni”, non sono degne…

  2. Questo significa automaticamente che Bussoleno è piena di nostalgici fascisti? C’è una pericolosa minaccia squadrista? Bussoleno è un paese razzista?

    • Infatti… a Bussoleno è vietato commemorare un eccidio efferato compiuto dai comunisti di Tito e dai compari partigiani durante le ben note epurazioni!

  3. “A ricordo di tutte le vittime della tragica e sconsiderata azione politica del fascismo e di Benito Mussolini”.

    • Purtroppo l’uomo non ha mai imparato niente dai suoi errori. Campi di concentramento nazisti e fascisti, dove le persone venivano torturate e uccise brutalmente in base alla loro “razza”, religione, pensiero politico e via dicendo, e ricordiamo che alla risiera di San Sabba anche l’Italia aveva il suo lager; gulag comunisti nell’ex Unione Sovietica da alcuni spacciata come Terra Promessa, dove sono state perpetrate altrettante torture, con persone sistematicamente malmenate fisicamente e psicologicamente o portate alla morte per la fame e il troppo lavoro in zone con temperature invernali proibitive come la Siberia; le foibe in Istria e dintorni dove migliaia di persone sono state costrette a morire senza aver commesso alcun crimine; le bombe atomiche in Giappone; le bombe al napalm in Vietnam e altrove; i Khmer Rossi i quali condussero il famigerato “genocidio cambogiano (1975-1979)”, durante il quale furono uccise da 1,5 a 3 milioni di persone, pari a circa il 25% della popolazione del paese. Oggi 05 novembre 2021 milioni di persone sono assediate dai talebani in Afghanistan e donne e bambini hanno la peggio, mentre in Etiopia si sta combattendo una guerra di cui si parla poco ma che ha le sue vittime; in Russia e Bielorussia non si sa più cosa siano i diritti umani e la libertà di pensiero, e così in molte altre parti del mondo. Quindi, ogni tipo di dominio umano, ha le sue vittime, e purtroppo, molto infelicemente, non sono le panchine rosse, blu o di altri colori a cambiare il genere umano, a spegnere queste violenze inutili e inaudite che causano morte e sofferenze terribili. Solo un cambiamento nel cuore delle persone, cioè nel proprio intimo, che condanni a prescindere qualsiasi tipo di uccisione e violenza, può spegnere il terrore, ma il fatto stesso che si litighi per delle semplici panchine, è un chiaro indizio sul fatto che l’uomo non ha capito nulla dalle violenze attuali e passate, e continua a trincerarsi dietro le sue posizioni senza comprendere che nessun governo umano ha mai portato vera pace e sicurezza.

    • E non dimentichiamo che la 2nda guerra, l’ha voluta il Re, il medesimo che aveva già voluto la 1ma tradendo gli alleati austriaci per avere qualche metro di terra in più rispetto a ciò che gli autriaci gli avrebbero regalato se non fosse entrato in guerra.

  4. Negli anni 80 l’Amministrazione di allora, una di quelle vere, aveva approvato la colorazione rosa di una panchina in C.so Bruno Peirolo, di fronte a Via Mazzini, per evidenziare il punto di aggregazione dei giovani della zona. Per anni i ragazzi si incontravano alla famosa PINK PANK anzichè in un posto qualunque. …già allora il colore di una panchina voleva trasmettere un messaggio. Ora vogliono imbavagliare pure queste…

  5. Magari accettano una panchina a ricordo degli esuli CUBANI che fuggono con ogni zattera a disposizione, dal paradiso socialista dei fratelli Castro. Provate a proporla al prossimo consiglio comunale, può darsi che l’assessore Francesco ne sia entusiasta.

  6. Ah, ecco perchè quella volta che sono andato a Bussoleno sentivo solo parlare in endecasillabi: erano stati seduti sulla panchina letteraria!
    Complimenti a Bussoleno che si è anche protetta dai “femminicidi” installando una bella panchina rossa!

  7. Con tristezza (ma purtroppo senza sorpresa) si constata che, ogniqualvolta si aprono le pagine dei libri di storia su determinati eventi, immediatamente compaiono sui social osservazioni  tranchantes e commenti al limite del livore. Spiace umanamente per i loro autori poichè, evidentemente, credo si viva male se ad animarci sono lo spirito di contrapposizione e l’incapacità di rielaborazione dei fatti, peraltro accaduti in un passato fortunatamente morto e sepolto. Col massimo rispetto per le idee di tutti, nella “vicenda” della panchina blu bussolenese la sottoscritta non è animata da inconfessabili e malcelati afflati nostalgici né da sentimenti storico-negazionisti né, tanto meno, da intenti provocatori, ritenendo la provocazione, così come il turpiloquio, le armi di chi non ha argomentazioni da portare al dibattito. Semplicemente, il mio personale parere, dunque non paradigmatico, è che vi sono atrocità che non possono essere giustificate in alcun modo, da parte di chiunque siano state commesse; non vi sono ragioni superiori che possano attenuarne la condanna, poiché il Male non ha contesto storico né colore politico. Pienamente consapevole che nel contesto storico di riferimento della tragica vicenda delle foibe vi fu chi lottava per la libertà e chi invece per il totalitarismo con responsabilità politiche pesantissime, non nutro intenti di intorbidire la storia tentando di equiparare le due parti , tuttavia ritengo che, soprattutto chi ha memoria di quanti hanno combattuto per la libertà e la democrazia, non dovrebbe cadere nella vischiosità di spiegare torture e assassinii giustificandoli con le atrocità compiute dal nemico. Come disse qualcuno, questo “aggiunge sangue al sangue, dolore al dolore”.  Non vi è dubbio che Norma Cossetto (al cui ricordo, tempo fa, avevamo chiesto di dedicare un piccolo spazio nel paese) morì poco più che ventenne in quel modo atroce perché figlia di un fascista, per il perpetuarsi della spirale di odio, di soprusi e di violenze perpetrate per anni a danno del popolo istriano, per le discriminazioni, le repressioni, gli istinti di vendetta. Il tema del ruolo degli italiani (militari e civili) in Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale, soprattutto dopo l’8 settembre del ’43, è un argomento fumoso e contraddittorio su cui è ancora difficile soffermarsi, tant’è vero che i documenti relativi a quel periodo furono secretati sino ad anni non lontani, a scapito della memoria storica, anche quella scomoda, e in tale contesto la “discussione” sui morti delle foibe credo possa rappresentare un monito di quanto la strumentalizzazione, da qualunque parte provenga, impedisca di giungere a quella pacificazione che da anni viene invocata, ma che è complesso tradurre in pratica. Non si tratta di frettolosamente perdonare crimini imperdonabili o di annacquare la storia, ma di fare i conti con un doloroso passato per continuare migliori. Tra le tante citazioni bibliche mi colpisce da sempre un passaggio particolare: “ Il figlio non sconta l’iniquità del padre né il padre l’iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità” (Ez. 18, 20): giustamente il 25 aprile costituisce per l’Italia lo spartiacque tra totalitarismo e democrazia e credo che la nostra democrazia sia sufficientemente matura e forte per considerare Norma Cossetto e coloro che hanno perso la vita nelle foibe come vittime di una guerra civile che ha causato sofferenze indicibili ai cittadini tutti. Perpetuare lo spirito crociato, divisivo e manicheistico, senza riuscire a storicizzare il Ventennio, credo vada nella direzione opposta alla pace. In ultimo, se Bussoleno, come credo, non avrà la sua panchina blu, il paese non sarà né più ricco né più povero (avrà però perso un’occasione di contestualizzazione storica e di riconoscimento che il Male è sempre negazione dell’umanità) e ringrazio qualche cittadino-commentatore che mi ha fatto notare che i problemi di Bussoleno sono ben altri: ne sono davvero consapevole e assicuro che, dal mio modesto “scranno” di minoranza, cerco di dare il mio contributo, con i miei limiti e in base alle mie capacità. Sarò ben lieta di confrontarmi personalmente con chiunque voglia proporre idee, osservazioni e soluzioni sulle problematiche della nostra piccola comunità, soprattutto in  tempi complicati come quello che stiamo vivendo, nello spirito della collaborazione e della solidarietà.

  8. شهرزاد, Shahrazād, senza necessità di appartenere a qualcuno o a qualcosa, ha suggerito a Zoggia ed Agus una diversa dicitura della targa.

  9. Semplice, perché delle vittime delle foibe non gliene frega una mazza di niente ai fascio-nostalgici che li usano ogni 2×3 per le loro patetiche strumentalizzazioni fascio nostalgiche. Siamo alle comiche, come vedere fascio leghisti che commemorano insieme a Bolsonaro brasiliani morti per tenere lontanai dal potere proprio gente come Salvini e Bolsonaro.

  10. colorare di blu na panchina non credo sia cosi’ scandaloso, certo se poi a ricordare cio’ che e’ accaduto fosse solo na panchina allora lo riterrei davvero un problema.

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