LETTERA / VALSUSA: “IL TRENO È RIPARTITO SENZA FARCI SCENDERE, SIGNOR CAPOTRENO”

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di CLAUDIO GIORNO

BORGONE SUSA – Stavolta è andata bene, Signor Capotreno.
Il treno è un regionale del Servizio Ferroviario Metropolitano SFM3 da Torino Porta Nuova a Borgone, passato qualche giorno fa a febbraio, con partenza dalla stazione di Torino e fermata alla stazione di Borgone Susa. Il treno non è affollato, grazie alla cadenza ravvicinata che da qualche anno caratterizza questa relazione che appare favorita rispetto ad altre (che pure operano in bacini di traffico anche più ampi). Il treno viaggia in orario, come ci rassicura il monitor della vettura. Giungiamo a Borgone in perfetto orario e ci avviamo verso la porta del treno a comando pneumatico.
Davanti a noi (io e mia moglie), ci sono due giovani signore: una ragazzina e una donna più anziana cha comunque si muove abbastanza rapidamente (anche grazie all’aiuto della giovane). Quando siamo sul predellino di discesa, udiamo l’inconfondibile suono che avvisa della chiusura-porte del treno, seguìto dal comando pneumatico che aziona la porta battente! La ragazzina (dal marciapiede) frappone generosamente un piede una, due volte, con grave rischio per la sua incolumità, tentando di farci scendere! Le faccio cenno di rinunciare, mia moglie preme più volte il pulsante verde che comanda l’apertura porte senza risultato; il treno riparte e in pochi minuti ci porta alla stazione successiva: Bruzolo. Mi sembra di essere stato vittima di una sorta di sequestro di persona e do sfogo a tutta la mia rabbia (inutilmente e poco “urbanamente”, lo ammetto) urlando insulti all’indirizzo di una porta aperta in testa al convoglio da cui fa capolino quel che ritengo essere – verosimilmente – il capotreno: si trova in testa al lungo convoglio sulla prima vettura (dopo la motrice) mentre noi siamo dovuti scendere in prossimità dell’inizio del marciapiedi (segnalato malamente da un po’ di calce gettata svogliatamente dove termina la massicciata…)
Una cara amica (che qui vogliamo ringraziare anche per iscritto), verrà a prelevarci giacché il prossimo treno in direzione contraria transiterà soltanto tra un’ora e – oltre il danno la beffa – avremmo dovuto pagare il relativo biglietto…).
A caldo, oltre il pesante sfogo verbale penso di sporgere reclamo alle Ferrovie; poi pensando e ripensando al grave rischio corso per un eccesso di generosità dalla ragazzina mi viene da pensare che sia più adeguata una denuncia alla polizia ferroviaria: in fin dei conti il treno è contraddistinto da numeri e orario, i testimoni attendibili (le due signore scese a Borgone) sarebbero facilmente rintracciabili; e poi c’è un aspetto che non può essere trascurato per uno che ha fatto come me (da studente prima e lavoratore poi) oltre 40 anni il “pendolare”; Borgone è una delle poche stazioni (se non l’unica) col fabbricato viaggiatori e i relativi marciapiedi collocati in una curva di raggio alquanto stretto. Difficile, se non impossibile, controllare la coda di un lungo convoglio dalla testa di un treno; dovrebbe essere una delle prime cose di cui tenere conto se si è “di scorta” a un convoglio passeggeri (specialmente all’imbrunire o al buio).
Ma il giorno successivo – (oggi) – mi torna in mente che tra le tante cose che ho “frequentato” occupandomi a vario titolo del “mondo dei trasporti” c’è stata la critica circostanziata alla riduzione drastica di personale, tra cui proprio quella delle scorte ai treni pendolari con tutte le risorse destinate alle “Frecce”.
Per cui, come al solito rischio di “far volare gli stracci”: mentre i responsabili dello stato delle cose drenano gratifiche. Sarebbero quindi solo le ultime ruote del…treno a pagare cara una pur grave negligenza: la strage impunita di Viareggio insegna.
Tuttavia mi auguro (anche perché parlandone ho sentito di altre porte aperte e/o chiuse a sproposito) che ci sia maggiore attenzione specialmente nei punti più critici della nostra linea: che questo giornale molto letto da tanti attenti lettori lo sia anche da qualche “distratto”.
Claudio Giorno

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27 COMMENTI

  1. Sig Claudio, non ha pensato di alzarsi dal suo posto prima che il treno arrivi in stazione? Soprattutto nel suo caso, che il treno prosegue la corsa….le permetterebbe di essere alla porta di discesa quando il treno si ferma

    • Ha ragione, sa quante volte mi è capitato di vedere in treno, passeggeri che aspettano l’ultimo momento ad alzarsi ed avviarsi all’uscita della carrozza e sempre perché stanno parlando o chattando con il cellulare?

      • Quando siamo sul predellino di discesa, udiamo l’inconfondibile suono che avvisa della chiusura-porte del treno, seguìto dal comando pneumatico che aziona la porta battente! La ragazzina (dal marciapiede) frappone generosamente un piede una, due volte, con grave rischio per la sua incolumità…

        leggere e cercare di capire quanto scritto… noo

  2. Bastava tirare il FRENO DI EMERGENZA che serve, giustamente, in caso di emergenza per scaricare la condotta frenante ed il treno non si muove più. Non trattandosi evidentemente di abuso non avrebbe preso alcuna multa.

    • Sei serio? Sarebbe un’emergenza perdersi la fermata perché si è dormito invece di recarsi alla porta per tempo? Ottimo consiglio, così si beccava un multone che gli facevano passare la voglia di scrivere lettere inutili al giornale.

      • Il mondo purtroppo va così perché c’è gente ignorante come lei che commenta senza aver prima letto l’articolo. L’emergenza non era certo il volare la fermata ma la ragazzina con il piede nelle porta!

        • Lei legge ma non capisce. La porta prima di chiudersi suona e poi solo dopo qualche secondo si chiude. Per cui chiunque ha tutto il tempo per spostarsi. La cosiddetta ragazzina non è rimasta chiusa nella porta ma ha cercato di non farla chiudere. Cosa impossibile da fuori ma evidentemente la ragazzina non lo sapeva. Da dentro bastava tirare la leva di apertura tra l’altro. Fosse anche rimasta incastrata, la porta non avrebbe dato il feedback di chiusura, per cui il treno non sarebbe partito. Per cui non c’era proprio alcuna emergenza, ma solo gente imbranata nemmeno capace di alzarsi in tempo per scendere.

  3. La prossima volta hai solo da darti una sveglia.
    Mi raccomando eh, continua a fare articoli spazzatura come questo, tanto frega niente a nessuno che il personale su quella linea venga continuamente menato (e non solo) da pseudo viaggiatori.
    Volevo solo farti notare che hai ammesso di aver offeso un pubblico ufficiale, cosa un po’ illegale… complimenti

  4. Gen.mo Claudio,
    condivido la scelta di non colpire il personale diretto per anomalie riconducibili a scelte operative di livello superiore.
    Suggerisco ai “suggeritori” maggiore accortezza.
    Sgomitare una persona anziana e la sua accompagnatrice per essere i primi davanti alla porta mi sembra una soluzione da far west.
    Tirare il freno d’emergenza in assenza di emergenza, bloccando treno e linea, non è affatto gratis, salvo il caso di saltare giù al volo e dileguarsi velocemente, correndo a perdifiato sino ad un nascondiglio sicuro.

  5. Ironico se pensiamo che la metà delle volte fanno ritardo proprio perché, per dispetto, aprono con la maniglia d’emergenza…
    Ma siamo in Val Susa, anche una porta diventa un pericolo!

  6. Tutto sto pippone per autodenunciarsi di aver dormito invece di andare all’uscita per tempo? Il treno non è lì per aspettare ogni passeggero che se la vuole prendere comoda. Denunciate le
    ferrovie perché dormite? Siete proprio dei NoTav.

  7. Commenti inequivocabili.
    Se i valligiani fossero tutti così saremmo veramente nel Far West, e forse lo siamo per davvero.

  8. Condivido il commento/quesito di Curiosità.
    E’ uno stile di scrittura veramente eccellente, eccellenza di cui i tre chiamati in causa sono pienamente consapevoli.

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