LETTERA / VALSUSA, “LA SITAF MI HA FATTO PAGARE 750 EURO DI PEDAGGI ANCHE SE SONO ABBONATO”

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di PAOLO ACCORNERO 

BARDONECCHIA – Scrivo questo reclamo per far presente alcune problematiche insite nel Regolamento di servizio della Sitaf, che si riflettono pesantemente sugli utenti abbonati alla stessa (alta e bassa valle).

Accade infatti che senza alcun preavviso il mio Telepass smetta di funzionare, generando tra l’altro la rottura del mio parabrezza all’ingresso della To-Mi, causa l’improvviso apparire del semaforo rosso con abbassamento della sbarra, non lasciando tempo di frenata alla mia autovettura, in quel momento preceduta da altra.

La rottura occultata dalla guarnizione del parabrezza e si rivelerà solo una settimana dopo. Non avendo prova del nesso causale non faccio richiesta di danni. Mi rimane il dubbio del perché Telepass non mi abbia comunicato per tempo il possibile esaurimento delle batterie dell’apparecchio, che me ne avrebbe consentito la sostituzione con comodo, presso il Punto Blu di Susa. Una volta Telepass lo faceva.

Arrivato al Punto Blu Milano, chiedo la sostituzione del Telepass, che avviene regolarmente. Tutto ciò accade in data 8 febbraio 2018. Sono abbonato a far data dal marzo 2015 alla Sitaf e confesso apertamente che non ricordavo la norma regolamentare (anche perché insulsa, come illustrerò dopo), che prevede l’obbligo della comunicazione alla Sitaf di detta sostituzione pena (Sic) la non applicazione dell’abbonamento anche se regolarmente attivo e pagato.

D’altra parte sfido qualsiasi cittadino a tenere a mente (posto che le abbia lette) le clausole contrattuali e/o regolamentari (scritte in piccolo e in grigio sul retro della richiesta di adesione nella fattipecie) di assicurazioni, c/c bancari, telefonia, luce, gas etc. etc, posto che negli anni restino immutate.

Occorre osservare che le scritte in piccolo disincentivano la lettura di qualsiasi testo scritto. Si continua a ribadire da stampa e trasmissioni televisive questo fatto da anni, ma nulla cambia. Sottolineo inoltre che l’approvazione di singole parti normative nella fattispecie sono firmate su pagina diversa da quella che le descrive. Ma quello che stupisce è che, a detta del personale stesso, addetto allo sportello, questo è un danno che colpisce molti utenti. Allora mi chiedo: possibile che nessuno in Sitaf voglia meglio gestire la situazione, a vantaggio di un continuo miglioramento della qualità del servizio? Nell’odierno mondo dell’informatica, vi sono soluzioni che potrebbero evitare al povero utente di caricarsi l’onere personale di comunicare la sostituzione dell’apparecchio Telepass.

Ad esempio sarebbe sufficiente che la Telepass inserisca nell’anagrafica dell’utente un “flag” che consenta, all’avvenuta modifica dell’apparecchio, l’immediata comunicazione alla/e società contraente/i di un qualsiasi abbonamento (che Telepass ben conosce) dell’avvenuta sostituzione. Ancora: non si capisce perché una volta sostituito l’apparecchio, la Sitaf non possa, appena ne sia a conoscenza, comunicare a Telepass i passaggi eseguiti (su dettaglio fornito dall’utente o comunque riconoscibile dalla Telepass stessa che vi potrebbe provvedere in proprio) chiedendo il relativo riaccredito e/o annullamento se non ancora fatturati. Ancora: quale danno avrebbe Sitaf nello stornare all’utente i passaggi pagati a Telepass e da questa girati a Sitaf? Non lo capisco proprio!!

Ancora: posto che secondo la direzione Sitaf l’utente debba essere pesantemente punito per il suo mancato comportamento servile (mancata comunicazione), potrebbe accontentarsi di stornargli le mensilità di abbonamento e/o ratei mensili dello stesso, “accontentandosi” di incassare i passaggi a tariffa piena ottenuti da Telepass. No, la punizione deve raggiungere il massimo!

Da quanto detto si evince come l’interesse dell’utenza sia sempre in secondo piano rispetto a quello delle grandi società. Questo dispiace perché è l’utenza che consente alle stesse di esistere. A volte verrebbe da pensare che certe inefficienze siano realizzate per aumentare i profitti delle stesse. È infatti evidente come, a causa di detta norma regolamentare, il danno all’abbonato (che a mio modo di vedere dovrebbe essere un cliente privilegiato consentendo a Sitaf un flusso di cassa costante) vada a vantaggio della sola Sitaf che da una parte ha incassato mensilità di abbonamento e dall’altra incassa da Telepass i pedaggi. Perché Sitaf vuole guadagnare due volte?

Chiedo quindi alla Sitaf di rimborsarmi i pedaggi incassati nel periodo “di mancata comunicazione” (distinta in allegato) così ponendo rimedio ad una norma discutibile nella sua legittimità. In mancanza, cercherò di difendere in ogni sede e con ogni mezzo legale i miei interessi di utente e quello di tutti gli altri abbonati.

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8 COMMENTI

  1. Lunica alternativa che hai e pagare .poi vai da un legale e fai valere i tui diritti .
    Questa societa gestisce lautostrada piu cara d’ITALIA io sapevo di questi raggiri legalizzati
    E ho disdetto tutto e ritornato il telepass. onde evitare di pagare avvocati ecc.

  2. La prima cosa che la Sitaf mi disse 6 Anni fa alla stipula dell’abbonamento è stato di comunicare immediatamente il Serial Number del Telepass se l’avessi sostituito in un Punto blu diverso da quello di Susa. Con una motivazione molto semplice. Quando la Barriera sull’A32 identifica il Serial Number associato ad un abbonamento ne blocca l’invio di richiesta di pagamento alla Telepass S.p.a. e conteggia il passaggio.
    La stessa cosa va fatta se abbonati alla Tangenziale di Torino (bruere). E comunque sarebbe buona norma di verificare settimanalmente dall’applicazione su Smartphone o PC che non ci siano passaggi non dovuti segnati.

    • Appunto questo è il problema, perché non vi provvede l’informatica? E’ così semplice!!!! E poi perché devono tenersi i soldi!!! Le regole vanno rispettate quando sono logiche e non quando “sfidano” la logica. Io ho molti rapporti via “app” c/c bancari, associazioni, bollette….etc. se ogni giorno dovessi verificare tutto farei a meno delle App. L’informatica (io è dal 1979 che ne faccio uno strumento di lavoro e di miglioramento di vita) deve servire a farci vivere senza controlli se no serve a poco…..

  3. e mandare una lettera al nuovo ministro dei trasporti e delle infrastrutture; chissà magari è la volta buona che oltre alle pensioni dorate , s taglino ache delle poltrone a questi che sono PARASSITI e LADRI legalizzati. tutti in valsusa sanno che in sitaf si entra solo se hai una raccomandazione politica. è ora di far cadere un po’ di teste . e a riveder le stelle

  4. Il vero problema che sta a monte di questi disservizi è che i politici e gli amministratori di queste grandi società si riempiono la bocca di paroloni come “grandi infrastrutture”, ammodernamento, mobilità, più vantaggi per gli utenti e per il territorio, etc. quando non sono nemmeno in grado di far colloquiare due sistemi informatici (quello del Telepass e della Sitaf).
    Ma il vero scandalo della nostra era tecnologica non è solo la mancanza di scambio di informazioni, ma il fatto che tutta questa innovazione ha i piedi di argilla della burocrazia, e basta un maledetta e piccolissima postilla su un pezzo di carta a creare un enorme ingorgo e, tutta questa tecnologia ritorna a funzionare solo se poi è l’utente finale a dover trottare tra uffici e burocrazia per fare ciò che un semplice “flag” in una interfaccia potrebbe fare.

    Comunque, se può consolarla un pochino, anche qui in Lombardia abbiamo situazioni simili. Sia l’autostrada Pedemontana che la tangenziale di como hanno lo stesso problema. Siamo arrivati al punto che sulla Pedemontana il Telepass non era nemmeno accettato e, una volta transitati, si doveva andare sul sito internet del gestore e fare il pagamento da li.
    E infatti la Pedemontana è veramente poco frequentata e stanno ipotizzandone l’accesso gratuito….tanto per dire, preferiscono perdere i soldi dei transiti piuttosto che far dialogare due computer. Roba da fanta…scemenza!

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