LETTERA / VALSUSA, LE SECONDE CASE E I RISCHI DI CONTAGIO

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di FRANCO TRIVERO e FEDERICO ACQUARONE (Pro Natura alta Valsusa)

Leggiamo su ValsusaOggi, che da lunedì 4 maggio i villeggianti potranno raggiungere l’immobile acquistato o affittato in montagna, qui in Valsusa come nel resto delle aree turistiche piemontesi, ma “all’esclusivo fine dello svolgimento delle sole attività di manutenzione e riparazione necessarie, per la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione del bene, oltre che per motivi indifferibili ed a carattere di urgenza (decadenza di locazione ed affitti)”.

Nel primo decreto non figurava nulla, ora il Governatore della Regione Piemonte ci ha ripensato. Oltretutto senza prendere provvedimenti cautelativi al riguardo. Su quali basi sia avvenuto il ripensamento non ci è dato sapere.

Ciò succede mentre in una Regione come il Veneto il Governatore Zaia dichiara: “Il Veneto riapre in linea con le scelte nazionali. Siamo pronti, ma solo nel momento in cui il nostro comitato tecnico-scientifico va ad avvalorare le aperture. Stiamo facendo gioco di squadra tra Regione e Governo. Ora abbiamo una capacità di 11-12.000 tamponi quotidiani”. In Veneto sono arrivati a 371.354 tamponi effettuati.

Si parla tanto dei numeri dei contagiati come parametro, ma se non si fanno abbastanza test, non possiamo sapere l’entità del contagio. Zaia ha anche annunciato l’intenzione della Regione di acquistare tre nuovi macchinari per processare i tamponi, con l’obiettivo di farne 50.000 al giorno.

Passando alla Valle d’Aosta, una regione a forte se non esclusiva vocazione turistica, la strategia preventiva ed organizzativa, ha consentito nel giro di alcune settimane l’abbattimento forte di quello che era stato un preoccupante picco iniziale dei contagi (picco motivato principalmente dal fattore turismo). Ciò è avvenuto anzitutto grazie al massiccio di test tampone e alla strategia di isolamento di una rete vasta di contatti. Al momento la Valle d’Aosta è la regione di Italia con il più alto numero di tamponi in rapporto al numero di
abitanti.

Quello che va riconosciuto a queste regioni la capacità di prevenzione, organizzazione, metodo e analisi, analisi e cura. Siamo consapevoli che non sia tanto una questione politica, ma di uomini che sappiano interpretare e svolgere il proprio ruolo politico in una situazione d’emergenza.

Il Piemonte, conta un numero di casi giornaliero paragonabile a quello della Lombardia (495 contro 533), ma effettua meno della metà dei tamponi (5.911 contro 13.058). A parità di capacità diagnostica, è presumibile che il Piemonte oggi rappresenterebbe il vero epicentro del contagio italiano.

Fa riflettere la dichiarazione odierna del prof. Ferruccio Fazio responsabile della task force Piemontese per la Fase 2: “Nessun dubbio che, una volta socchiusa la porta del “lock-down”, i contagi riprenderanno a salire, bisognerà capire se resteranno in un range tale da risultare tollerabile per il sistema sanitario. A fare la differenza saranno proprio i tamponi, la riorganizzazione della medicina territoriale e naturalmente il senso civico della popolazione”.

Ora è evidente che queste non sono delle dichiarazioni che autorizzino facili ottimismi, e i dati dei contagi nella Regione Piemonte lo dimostrano. Il discorso sulla possibilità di accedere alle “seconde case, proprietà o affitto”, non costituisce necessità inderogabile da parte degli stessi utilizzatori. Si tratta in larga parte di uso per villeggiatura, dunque una sorta di privilegio, specie ora (la maggioranza della popolazione non può godere di pari vantaggio).

In una fase molto critica come quella attuale l’uso delle seconde case, da un lato comporta il rischio di innesco di nuove catene di contagio. Ricordiamo che l’ambito turistico è fra i più esposti data la certezza assoluta che persone di diversa provenienza si mescolino. Dall’altro lato, si ritiene dovrebbe esserci rispetto per quelle categorie in sofferenza nel paese (malati in primis e lavoratori che stanno via via impoverendosi in seguito al “lockdown”). Dunque si ritiene sia ingiusto, oltre che chiaramente pericoloso, consentirne l’utilizzo in questa fase
ancora delicata.

Come spiegato poc’anzi, il Piemonte nelle ultime settimane si è purtroppo rivelato come la regione d’Italia col trend di contagi e vittime peggiore. Non pare dunque proprio che sia il momento di concedere ciò che non è strettamente necessario. Infine, ci sia consentito di fare un ragionamento di natura “ecologica”, per noi che siamo un’associazione che si occupa di ambiente.

Fino a quando l’approccio che si mette in campo sarà quello di riaprire al più presto, convinti di avere strumenti e conoscenze per “dominare” l’epidemia virale, senza sostanziale rispetto della sua “ecologia interna”, dunque i suoi fisiologici tempi, e dunque sapere che essa deve fare il suo decorso e noi tenerci al riparo più quieti possibile, il pericolo che vi siano ondate di ritorno sarà sempre più che presente.

Certamente si deve pensare a una ripresa ammortizzata e graduale delle attività produttive. Ma tutto ciò che non è strettamente essenziale e perfino superfluo, va fatto serenamente attendere. Le seconde case rientrano a pieno titolo in questa categoria.

Per compensare le perdite dell’economia turistica durante e dopo questa fase di attesa, ovviamente la politica deve fare la sua parte, trovando e destinando in forme agevoli senza particolari procedure burocratiche, aiuti economici a fondo perduto. Nel resto dell’Europa si sta facendo così, non ci sono alternative.

Infine data la possibilità non certa che il Coronavirus si attenui nei mesi estivi, consentire a maggio (mese notoriamente di bassa stagione nelle località di montagna dove si chiudono le attività per prepararsi alla stagione estiva), quello che il Governatore della Regione Piemonte ha autorizzato, potrebbe rappresentare un enorme sbaglio, con il reale rischio di pregiudicare a giugno la stagione estiva. Questo si che rappresenterebbe una tragedia economica, per chi dal turismo trae il proprio sostentamento.

Auspichiamo che i sindaci delle varie località turistiche, possano condividere questi ragionamenti ed emanare subito provvedimenti con misure restrittive riparatorie. Sappiamo che alcuni stanno muovendosi in direzioni simili. Sono da sostenere. Concludiamo queste nostre riflessioni, ricordando al Governatore Cirio che “l’impazienza della vittoria garantisce la sconfitta”.

Franco Trivero e Federico Acquarone
Presidente e vicepresidente Pro Natura Alta Valsusa 

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19 COMMENTI

  1. Premesso che NON ho la seconda casa in montagna, vorrei sottolineare che il secondo decreto è strutturato in modo evidente per consentire le manutenzioni e le formalità derivate da affitti,gestioni etc…ed è ben specificato UNA sola persona che in giornata dovra’ rientrare alla propria residenza. Qui non si sta parlando di turismo!!Non vedo come questo atteggiamento possa creare nuovi contagi e dire che “non tutti hanno la seconda casa” mi pare un po’ troppo da cinese (per restare in tema).

  2. magari c’è anche gente che deve svuotare la casa che ha affittto per la stagione invernale…….
    e poi, eravate proprio voi valligiani a fine febbraio a invitare la gente a salire in montagna perchè era una zona sicura non raggiungibile dal virus……

  3. Ragionamento più che corretto e ineccepibile. La fretta di “liberare tutti” risponde più a sollecitazioni elettorali, che di sana amministrazione del problema. In Piemonte la sanità è stata depotenziata in modo indecente; l’esempio dell’ospedale di Susa ne è un caso eclatante. Non questione di dx o sx quanto di sudditanza alla malefica influenza dell’austerity europea. Le attività imprenditoriali, i professionisti, i lavoratori, gli artigiani, necessitano di ossigeno, di denaro contante, di moneta non debitoria, per fronteggiare l’emergenza, piuttosto che visitare la II casa (quando ne sono in possesso).
    Il rischio di un ritorno del picco di infezioni, e del conseguente collasso del sistema sanitario, non è venuto meno.
    I politici che ricoprono ruoli istituzionali dovrebbero avere a cuore questa preoccupazione; ma, a quanto pare, preferiscono il facile consenso elettorale, e dare qualche contentino …

  4. Concordo con quanto scritto nella lettera dal signor Franco Trivero! Per tutelare la stagione estiva sarebbe opportuno usare maggior cautela a maggio, la parola ai Sindaci!

    • Aprendo il collegamento e leggendo il comunicato e confrontandolo con l’articolo, l’alta valle non ne esce bene pur avendo le potenzialità e la vocazione turistica. E poi ancora la lotta di classe tra chi ha la seconda casa e chi no. Mica sono tutte delle regge. A ben guardare la vicenda virus il problema lo possono aver creato quelli che avevano uno stile di vita troppo mobile e che viaggiando in aereo possono essere stati, inconsapevoli, veicolo di diffusione tra i continenti del virus. Altro che quello che dalla città sale nella seconda casa per passare il suo tempo libero senza scorrazzare per il mondo.

  5. I grandi INTELLIGENTONI hanno decretato che chi ha una seconda casa sia un “UNTORE”, dovrebbero spiegarmi che differenza passa tra il rispettare le regole in un comdomino a torino, ed il rispettare le regole nella casa a bardonecchia. Forse questi ” signori luminari” non si rendono conto che le regole è molto piu facile infrangerle in un condominio a torino che in un condominio a OULX poichè anche solo guardando fuori dalla finestra il paesaggio è molto piu rilassante in montagna che non vedere il condomino di fronte al mio in citta.
    Cerchino piuttosto di aumentare il NUMERO DEI TAMPONI ( cosa sicuramente piu impegnativa che deliberare divieti ai cittadini , (che tra l’altro NON sono loro che devono farli rispettare ) ed in primis comincino a rispettare le REGOLE CHE LORO STESSI HANNO IMPOSTO in quanto in TV si vedono molti di questi personaggi che non usano guanti e mascherine. PIU TAMPONI è l’unico sistema per uscire dalla crisi

  6. È ridicolo vedere questo atteggiamento prudenziale in buona parte di coloro che fino all’8 marzo hanno giovato (economicamente) dei moltissimi turisti saliti in montagna.

    Sono tutti capaci a riempire le tasche e poi ad eleggersi paladini della montagna sicura.

    È altrettanto ridicolo credere che ci sarà una stagione estiva. Chi pensa questo non ha le minime nozioni di economia. Buona parte dei posti di lavoro sono già seriamente compromessi.

  7. Grazie Devis, veramente curioso il parere opposto espresso nella lettera alla Regione, dalla stessa associazione. Gentili autori, mi permetto di focalizzarmi sull’affermazione: “Si tratta in larga parte di uso per villeggiatura, dunque una sorta di privilegio, specie ora (la maggioranza della popolazione non può godere di pari vantaggio).”. Francamente, mi sembra veramente fuori dalla storia e anche proprio privo di ogni senso di riconoscenza. Perchè con i soldi di questi presunti privilegiati, ci avete campato finora, poi perchè questo presunto “privilegio” per tanti è frutto di una vita di lavoro e risparmi, investiti tutti li, e non è che debbano essere considerati dei privilegiati rispetto a chi invece i soldi li ha sempre spesi diversamente. Allora, cosa dovremmo considerare anche un privilegio, chi ha un’auto di lusso, ma anche no, anche solo un utilitaria di questi tempi, chi mangia filetto, chi ha un iphone, per non parlare poi di chi ha due risparmi in banca, anche li, perchè non sequestrare i beni ai privilegiati, fare un bel prelievo sui loro conti correnti?! Anzi, perché questi “privilegiati” che hanno una seconda casa non si sentono il dovere etico di spogliarsi di tutti i propri beni per donarli ai poveri? Ma, non vi viene in mente che magari anche tra questi “privilegiati”, tanti han perso il lavoro, hanno le attività bloccate e non sanno come pagarlo l’affitto della casa in montagna, o le spese, e le tasse e le utenze, di quelle case, che secondo voi dovrebbero star vuote, più ancora per evitare la diffusione del contagio, per una sorta di punizione. Perchè tanti non se lo possono permettere. Perchè, l’abbiamo scoperto adesso che tanti non si possono permettere tante cose, che esiste la povertà e la malattia? Ecco, allora vi ricordo, che tanti non si possono tantomeno permettere di pagare una guida alpina o un maestro di sci, quindi cosa dovreste fare voi in montagna, tornare ad un’economia di sussistenza? Credete che la montagna sia solo vostra? Che siate solo voi in diritto di accedervi o anche qualcun altro, ma solo quando e come e alle tariffe che dite voi? Sono senza parole, pensavo che l’andare in montagna insegnasse si, il rispetto delle regole, lo spirito di solidarietà, ma soprattutto fosse espressione della ricerca di libertà, dell’illusione di un mondo con orizzonti molto lontani, senza barriere, senza muri. Invece c’è sempre chi un muro, lo deve piazzare, anche solo dentro la propria testa.

  8. BG.
    Sono esattamente 50 anni che affitto nella medesima frazione.
    Cosa ne può pensare il mio padrone di casa se domani gli dico arrivederci e grazie.
    Cosa dice il macellaio dove mi rifornisco, il panettiere ecc.
    Vivo a Torino sono due mesi che non esco e non fatturo un euro, mi attengo alle regole e non faccio nulla di mia iniziativa.
    Mi spiegate che differenza sarebbe assere in montagna con i miei nipoti in un giardino completamente recintato di 4.000,00 mq.
    Molto probabilmente il presidente ed il vice vorrebbero non avere villeggianti e essere sovvenzionati dallo stato. quindi noi.

  9. Mi permetto di fare una considerazione (ne’ a favore ne’ contro) e’ difficile regolamentare situazioni complesse in contesti straordinari, si rischia di “dimenticarsi dei pezzi” o fare dei torti…ad esempio: “e’ consentito l’utilizzo della casa di vacanza a chi ha giardino recintato, ma senza vicini confinanti, in tal caso le persone devono stare ad un metro ciascuno dalla recinzione” e’ un esempio idiota, ma mettiamoci nei panni di chi legifera e vieta o consente…questa situazione e’ stata indicata come evento secondo solo alla II Guerra Mondiale…non entro nel merito delle perdite economiche legate al Covid… (effettivamente drammatiche) ma per il resto ci e’ stato chiesto di stare a casa…avessero chiesto ai nostri nonni di stare a casa durante la guerra, ci avrebbero fatto la firma…non voglio fare retorica (anche perche’ non ne sono capace) ma cerchiamo tutti di essere comprensivi, propositivi, non gelosi ed ottimisti.
    un saluto a tutti

  10. Mi permetto di fare una considerazione (ne’ a favore ne’ contro) e’ difficile regolamentare situazioni complesse in contesti straordinari, si rischia di “dimenticarsi dei pezzi” o fare dei torti…ad esempio: “e’ consentito l’utilizzo della casa di vacanza a chi ha giardino recintato, ma senza vicini confinanti, in tal caso le persone devono stare ad un metro ciascuno dalla recinzione” e’ un esempio idiota, ma mettiamoci nei panni di chi legifera e vieta o consente…questa situazione e’ stata indicata come evento secondo solo alla II Guerra Mondiale…non entro nel merito delle perdite economiche legate al Covid… (effettivamente drammatiche) ma per il resto ci e’ stato chiesto di stare a casa…avessero chiesto ai nostri nonni di stare a casa durante la guerra, ci avrebbero fatto la firma…non voglio fare retorica (anche perche’ non ne sono capace) ma cerchiamo tutti di essere comprensivi, propositivi, non gelosi ed ottimisti.
    un saluto a tutti

    • E’ proprio quello il problema:
      Ha senso fare delle norme tipo: puoi andare alla 2nda casa ma solamente in solitudine, però se il tetto è in lose potete andare in 2, ma solo col il cappello in testa e non potete dormire là salvo che il vicino abbia un gallo bianco che vi svegli al mattino….
      Tutto sto sovrapporsi di norme cervellotiche, dal fine discutibile, mi sa di confusione per non dire di peggio.

  11. Siamo alle solite; i valsusini grazie al turismo hanno smesso di pascolare le pecore e si sono arricchiti vendendo e affittando case ai villeggianti della città che pagano le tasse per loro (IMU) e tassa rifiuti su 365 giorni/anno a fronte di un utilizzo e conseguente produzione di rifiuti che non arriva nemmeno a 3 mesi. I servizi offerti al turismo sono sempre stati inesistenti o insufficienti (vedi ad es. manutenzione e segnaletica sentieri). I turisti sono sempre stati solo dei polli da spennare e spesso da fregare. Anche ora come al solito devono pagare e non esistere perché danno fastidio. Meno male che è arrivato il Coronavirus così hanno un motivo in più per stare tranquilli a fronte della possibilità di ottenere ulteriori sovvenzioni dallo stato (oltre ai contributi per la neve artificiale, le olimpiadi, ecc…).
    L’eventuale contagio e diffusione del virus non avviene di sicuro a seguito dell’apertura delle seconde case in cui la gente fa le stesse cose che fa nella prima casa se quando esce utilizza CORRETTAMENTE la mascherina mantenendo le distanze di sicurezza o se va a fare una camminata in un bosco dove se è fortunato incontra un cervo. Il problema potrebbe ovviamente sussistere con l’apertura di alberghi e ristoranti in cui l’utilizzo di spazi comuni diventa focolaio di contagio.

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