L’EX SINDACO OLIMPICO DI CESANA BOCCIA LA CANDIDATURA DI TORINO 2026: “SONO PERPLESSO, CI VUOLE UN PROGETTO CREDIBILE”

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

di ROBERTO SERRA (ex sindaco olimpico di Cesana Torinese)

Raramente la minestra riscaldata è buona: così la saggezza popolare si esprime. Semplicemente ci si riferisce al fatto che ripetere esperienze non è né facile né semplice, quindi anche la ricandidatura di Torino dovrà affrontare questo problema.

Personalmente questa scelta mi lascia piuttosto perplesso per svariati motivi. I tempi sono cambiati. Innanzitutto la crisi economica continua ancora ad incidere profondamente sul futuro di Torino. Unaria di rassegnazione circola tra la gente. Complice una indeterminatezza politica che si percepisce e aleggia sulla città, motivata anche dal fatto che l’attuale governo comunale risulta piuttosto ondivago e poco chiaro sulle scelte programmatiche future. Non esiste e non può esistere che un evento di questo livello non sia condiviso dal sistema di governo locale.

Non dimentichiamo nel 2006 le contestazioni No Tav e la demenziale contestazione del comune di Bussoleno per impedire il passaggio della fiaccola olimpica nel proprio territorio: iniziativa unica in tutta la storia olimpica, che ci resi “famosi” nel mondo.

Comunque Torino turistica è stata pur sempre un successo che purtroppo nel tempo sempre più si sta affievolendo. Il postolimpico tanto sbandierato nel preolimpico anni fa ha dimostrato tutti i suoi limiti: vedi la pista di biathlon, abbandonata dal 2009 (costo dell’opera 24 milioni di euro). Addirittura il Comune di Cesana Torinese, con lungimiranza e capacità imprenditoriale unica (si fa per dire) ha deciso di riconvertire il poligono di tiro in sei campi da tennis per la modica cifra di 600.000 euro.

La pista di Bob dal 2011 è inattiva e alla mercé di squadre di malviventi che hanno rubato tutto il rubabile (costo dell’opera 107 milioni di euro). L’impianto all’idrogeno, fiore all’occhiello delle prime olimpiadi green ha fatto la stessa fine della pista di Bob. L’impianto di freestyle a Sauze d’Oulx non esiste più. Non parliamodei trampolini, delle Arcate e del villaggio atleti di Torino (i giornali torinesi più volte hanno affrontato la vergognosa situazione in cui versano).

I vari palazzetti inutilizzati (PalaIsozaki, Oval, ecc..) ancora oggi sono alla ricerca di una destinazione e quindi ancora oggi generano pesanti passività che pesantemente incidono sul bilancio del Comune di Torino.

Insommaun quadro ben poco idilliaco, su cui difficilmente si possono trovare argomentazioni convincenti per una seconda assegnazione.

Solo in ambito nazionale, vista la situazione, sarà difficile anche per i motivi sopraelencati motivare l’esclusione della Lombardia o il Trentino/Veneto/Alto Adige al diritto di candidarsi.

Questo “cahier de doléances” non deve essere interpretato come un rifiuto ad affrontare la competizione per la candidatura, ma bensì ha lo scopo di invitare tutti e sottolineo tutti – a tenere conto di un aspetto: prima di proiettarsi in questa avventura occorre “usare la memoria con spirito critico e costruttivo, con cui costruire un progetto credibile, condiviso, supportato dal consenso popolare, normato da un codice etico di comportamentoe soprattutto sostenuto da quelle motivazioni ed entusiasmi che nel 2006 ci hanno permesso di fare delle meravigliose Olimpiadi Invernali.

“Gettare l’anima oltre l’ostacolo è sempre stato il mio modo di affrontare la vita, purché ovviamente l’ostacolo sia ragionevolmente superabile.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

10 COMMENTI

  1. Trovarsi in quasi totale sintonia con Serra è una piacevole sorpresa.
    Rilevo solo alcune piccole discordanze:
    Bussoleno non rifiutò la fiaccola ma lo sponsor coca cola e Avigliana, che non rifiutò la fiaccola, fu rifiutata dalla carovana della fiaccola, o meglio, dal medesimo sponsor.
    Motivazioni ed entusiasmo di una miriade di baby pensionati (nel 2026 sicuramente estinti), riciclati come volontari, coprirono solo in parte le magagne di una montagna di lavori conclusivi affrettati, scadenti, mal realizzati, con costi fuori controllo, lavoro nero e rapidissimo degrado.
    Le restanti magagne furono coperte da una provvidenziale copiosa nevicata.
    Il capolavoro del peggio: l’impianto di bob e slittino di Pariol porta purtroppo la firma di Serra e di chi politicamente volle questa scelta. Tutte persone ancore vive e abbastanza vegete cui nessuno ha mai voluto chiedere adeguate spiegazioni.
    Chiudo con un affettuoso pensiero alla Dott.ssa Evelina Bertero che, pur protagonista dell’assegnazione a Seul, si vide scippare l’impianto dal suo comune, previsto non a caso nell’ombrosa e fredda frazione di Beualard.
    Il “casus belli” del trasloco, la frana attiva di San Giusto, è ancora al suo posto, immobile dopo dodici anni.

  2. Tranquilli , gli amministratori delle Dolomiti non sono così idioti da consegnare la loro galline dalle uova d’ oro nelle mani del movimento terra ( ovvero n’ drangheta, camorra o lobby). Sanno bene che le loro ricchezze sono il bello, l’ ordine e il paesaggio che MAI e in nessun caso nella storia dell’ Italia recente sono andati a braccetto con le grandi opere.
    Chiampa e soci non riescono nemmeno a organizzare un convegno con l’ impianto audio che non fischi, i bicchieri per i relatori che non siano di plastica e la tovaglia su tavolo messa diritta…….e vogliamo parlare di paesaggio.

  3. Però Oulx , ricevette un immenso parcheggio sempre deserto e autobus navetta che giravano a vuoto . Ricordo anche , il giorno stesso della chiusura, il saccheggio di tutto l’asportabile , dalle strutture in alluminio, ai televisori, computer, fino ai rotoli di carta igienica , le ceramiche dei bagni ecc .Poi continuato con i ladri di rame .

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.