L’ipotesi sarebbe di avvelenamento da monossido per Stefano Bertona, originario di Almese, e la russa Leyla Sultangarewa, trovati morti domenica, su uno yacht in Spagna.
Imprenditore 45enne lui, ragazza 28enne lei: i corpi esanimi dei due sono stati trovati da un lavoratore del porto di Rosas, in Costa Brava, dallo spioncino dell’imbarcazione, uno yacht di 12 metri. A bordo sono stati trovati droghe e alcol.
Le definitive certezze arriveranno dai risultati degli esami tossicologici su campioni di sangue e tessuti, che saranno disponibili nei prossimi giorni: per il momento, l’ipotesi di un avvelenamento da monossido di carbonio fuoriuscito dal motore viene considerata la più probabile, dopo i risultati preliminari dell’autopsia, ma l’ipotesi che sulla loro morte abbia influito un cocktail di droga e alcol non sarebbe scartata. Stefano e Leyla avevano lasciato il porto di Genova il 28 maggio e dopo un primo scalo a Marsiglia, avevano fatto tappa sabato a Rosas.
Sulla pagina Facebook dell’imprenditore e broker nautico, l’ultimo post pubblicato risale a sabato 4 giugno, il giorno prima della morte: “Diario di bordo: giornata impegnativa di navigazione nella nebbia (peggio della pianura padana in febbraio:))) ma ripagata ampiamente da una splendida Marsiglia e delfini ovunque ;-)”.
La coppia è scesa a terra sabato sera per cenare in un ristorante del porto di Rosas. Sono stati visti in vita per l’ultima volta mentre tornavano a bordo. Domenica, un impiegato del porto si è avvicinato alla barca per chiedere ai passeggeri se intendessero restare un secondo giorno. Attraverso un finestrino ha visto il corpo di un uomo accasciato sul pavimento e ha chiamato la polizia. Gli inquirenti intendono determinare se un guasto del motore possa avere causato la morte dei due.