UN LOCALE DELLA VALSUSA: “INGRESSO VIETATO A NIGERIANI E SENEGALESI”, POI CANCELLANO IL POST SU FACEBOOK

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Il post pubblicato (e rimosso dopo un’ora) dai gestori del club

SUSA – Scoppia la polemica a Susa per l’annuncio pubblicato su Facebook (e poi rimosso dopo un’ora) dai gestori di un locale aperto da poche settimane nel centro città (Il Salottino del Ponte).

Domenica pomeriggio sulla pagina Facebook del club è stato pubblicato questo post: “Per solidarietà alla famiglia di Desiree, la ragazzina stuprata a uccisa da quelle quattro merde, l’ingresso al Salottino è vietato a nigeriani, senegalesi e finti profughi in generale. Questo è l’unico modo che abbiamo per protestare. Condividete affinché altri facciano uguale. Ciao piccola Stella”.

A seguito delle proteste di vari utenti e dei commenti negativi su questa “iniziativa”, poco prima delle 16 il post è stato rimosso.

Dopo l’articolo pubblicato su ValsusaOggi, i gestori del locale hanno pubblicato un nuovo post di scuse: “Scusate non volevamo urtare la sensibilità di nessuno. È stata una provocazione un po’ troppo forte dettata da una rabbia immensa per un omicidio disumano di una bambina. L’onestà e la correttezza non c’entrano col colore della pelle. La nostra voleva essere solo una denuncia ma non a sfondo razzista”.

Intanto i carabinieri della Compagnia di Susa hanno aperto un’indagine per il reato di istigazione all’odio razziale.

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29 COMMENTI

  1. Ragazzi io la penso come.voi, ma non è professionale scrivere certi post sul profilo di un locale pubblico, alcune cose meglio tenersele per se, cè solo da sperare che Salvini faccia un po’ di pulizia in questo paese. Un saluto

    • <> è la fotografia raccapricciante di un paese che ha raggiunto livelli di ignoranza e razzismo inaccettabili per una democrazia moderna.

    • “La penso come voi, ma non è professionale scriverlo”. Sei la fotografia raccapricciante di un paese che ha raggiunto livelli di ignoranza e razzismo inaccettabili per una democrazia moderna.

  2. Africani, italiani o religiosi……..per questo tipo di .reati lo stato deve fare lo Stato con la esse maiuscola ……ma purtroppo non è l’Italia quello stato…..

  3. si possono tollerare, anzi sono benvenuti mafiosi camorristi nullafacenti e spacciatori purchè di razza bianca. per me il locale andrebbe chiuso subito e per sempre

  4. A Susa chiudono i Bar sulle strade principali e ben pubblicizzati. Questo invece è pressoché invisibile. Esattamente in questo “circolo privato” privo di insegne sulla strada, che cosa si fa? Chi è il proprietario?

  5. Spero che i Carabinieri di Susa vadano fino in fondo nella denuncia per razzismo, in un Paese dove ormai la deriva razzista non ha più limiti. Mi auguro che procedano con tutto ciò che la Legge permette loro di fare, prima che si arrivi a tragedie immani come quella del pazzo antisemita americano che ha fatto strage in una sinagoga.
    Innanzi tutto il fatto che 4 persone di colore si macchino di un efferato delitto, non significa che tutte le persone di colore si comportino in questo modo, proprio come il fatto che 4 siciliani siano mafiosi non significa che tutti i siciliani siano mafiosi. E’ ora di finirla di generalizzare, sono amica di splendide persone di colore, madri, mogli, mariti esemplari, persone che come tutti quanti ormai lavorano per sopravvivere, e ne vado orgogliosa di queste amicizie, e non metterò MAI piedi in un locale così squallido da riesumare l’apartheid nel 2018. Forse i proprietari del locale potrebbero trasferirsi negli USA e iscriversi al Ku klux klan, da quelle parti a quanto pare va ancora di moda catalogare le persone in base al colore della pelle, una pratica antiscientifica e condannata da tutte le persone con un briciolo di intelligenza e dignità. Mi vergogno che un locale della Valle di Susa si presenti con una pubblicità degna di un film dell’orrore. Detto questo, e con tutto il dispiacere per la povera ragazza morta, e la decisa condanna per chi ha commesso questo crimine orrendo, va precisato che la ragazza non era una bambina innocente come si vuole far credere, frequentava abitualmente questo luogo di spaccio, dunque sapeva benissimo a cosa poteva andare incontro, solo che i genitori moderni molto permissivi, non sanno più dove vanno i figli e con chi, non danno regole di rientro a casa, orari, non controllano i figli e questo purtroppo è un risultato tristissimo. Inoltre, leggendo alcuni quotidiani, salta fuori che in quel postaccio gli spacciatori non erano tutti di colore, c’erano anche degli spacciatori bianchissimi, dunque questi ultimi sono forse migliori dei loro colleghi neri? Infine, voglio ancora dire che la ragazza da tutti eletta come moderna Maria Teresa Goretti, era figlia di uno spacciatore, e questa non era certo una sua colpa, ma che padre è quello che non permette agli spacciatori locali di vendere droga a sua figlia, e intanto la vende alle figlie degli altri? Eppure suo padre, per quanto ne sappiamo, era BIANCO. Ora, i razzisti che sparano a oltranza sulle persone di colore, cosa ne pensano del papà di Desirée? Sarebbe ora di capire che la delinquenza e lo spaccio non hanno un colore di pelle, e di smetterla di inneggiare al razzismo istigando altre persone alla violenza, condannando le azioni malvagie e non un’intera etnia per colpa di 4 persone.

    • certo hai perfettamente ragione, ma chiederei anche alle forze dell’ Ordine di controllare tutti quei marocchini alla stazione di Susa e quegli albanesi sempre vestiti in doppio petto con sguardi altezzosi perché forse proprio sticchi di santo non lo sono.

  6. Lodevole iniziativa BASTA con questo buonismo da sinistroidi dementi sito stufi di di nigeriani e altra gente simile.
    e un dato di fatto , per un bianco che delinque sono OTTO e dico otto i neri che delinquono. bisogna fare qualcosa, ben venga un po’ di sano razzismo, altrimenti ci ritroviamo pieni di attentati come in Francia o in Belgio.
    da parte mia ANDRO’ in questo locale e lo consiglierò a quelli che si sentono ancora italiani.
    Per chi lancia il sasso e nasconde la mano dicendo “non è professionale scriverlo” o continua a pensare al povero negretto al quale dare i vecchi giocattoli come da bambino, VI DICO: andate a prendervi un aperitivo in un cento sociale o in una capanna di senegalesi, io con altri ITALIANI andrò con orgoglio a portare i miei soldi in questo locale segusino.

    • In valle di Susa come in tutto il mondo ci sono famiglie di origine africana o coppie miste che lavorano, vanno a scuola, gioiscono per i loro successi, piangono per i loro insuccessi, malattie, disoccupazione o altri problemi nè più nè meno che gli italiani. I loro bimbi vanno a scuola con i bimbi italiani, e mescolano due culture, la nostra e la loro, subendo spesso discriminazioni ingiuste. Quando si viene al mondo, nessuno sceglie dove nascere o di che colore sarà la propria pelle, e non è di certo lei o qualcun’altro a poter giudicare un altro essere umano in base al Paese di provenienza, al colore della pelle, alla religione professata o ad altre peculiarità. La costituzione italiana garantisce che non si facciano distinzioni di sesso, razza, religione o altro genere e le forze dell’ordine sono sicura che avranno massimo rispetto della costituzione. Tutto il resto sono solo parole di decerebrati che credono ancora che una persona con la pelle più scura della loro sia per forza un delinquente, una persona malvagia, che compie azioni violente, o per lo meno una persona inferiore, nonostante molte persone di colore nel 2018 riescano ad eccellere e a vincere le olimpiadi piuttosto che l’oscar o altri riconoscimenti per il loro contributo nello studio, nella ricerca. La scienza ha dimostrato che esiste solo una razza, quella umana. Tra gli uomini purtroppo, per malvagità o ignoranza o condizioni di vita degradanti come l’uso di droghe o l’abuso di alcool, molti usano male la coscienza e compiono atti orrendi. Non è una prerogativa di chi ha la pelle più scura della nostra, ci sono persone che delinquono ovunque e la punizione deve arrivare puntuale per l’azione commessa, non per la propria provenienza. Chi inneggia alle leggi razziali, cominci a studiarsi i misfatti dei bianchi europei contro altri popoli, durante il periodo coloniale, durante le crociate, oppure quando i tedeschi, prima ancora di sterminare gli ebrei, sterminarono popolazioni africane. La Namibia è un grosso stato del sud dell’Africa, subito a nord del Sudafrica. A partire dalla fine dell’Ottocento è stata una colonia della Germania – che allora era un impero – e venne chiamata dagli europei “Africa Tedesca del Sud-Ovest”. Con il dominio tedesco arrivarono anche i coloni bianchi. I soldati e i coloni tedeschi sequestrarono le terre e il bestiame delle popolazioni locali, e compirono violenze razziali, stupri e omicidi contro di loro, prendendo anche uomini e donne come schiavi. Molti abitanti del posto si indebitarono con gli europei, facendosi prestare soldi a interessi altissimi: nella maggior parte dei casi non riuscivano a ripagare il debito, e subirono conseguenti confische di terre e animali, che si aggiungevano a quelle arbitrarie dei soldati tedeschi. Lo sterminio degli Herero e dei Nama è poco conosciuto in Europa, anche perché fino a poco tempo fa la Germania non aveva mai riconosciuto le proprie colpe. Oppure vogliamo parlare degli italiani colonizzatori di quella che chiamavano Abissinia? Nel 1935 l’Italia iniziò un attacco massiccio contro il regno etiope. Usando come base la colonia eritrea, conquistata già nel 1887, l’Italia impiegò contro l’Etiopia truppe ausiliari eritree, oltre mezzo milione di soldati italiani e gas nervini. Il governo etiope del dopoguerra calcolò più di 730.000 morti, mentre storici italiani stimano le vittime del colonialismo italiano dal 1887 al 1941 in oltre 300.000 persone. Anni fa la giornalista Fiamma Nierenstein ha criticato la rimozione dei crimini di guerra fascisti in Africa a favore della cosiddetta pacificazione e lo storico Giorgio Del Boca ha accusato l’Italia del dopoguerra di aver cercato accordi con i dittatori in Libia, Somalia e Etiopia. Considerati questi crimini commessi da tedeschi, italiani e altri popoli europei in Africa e in Asia, pare evidente che i bianchi non sono migliori dei neri e che prima di giudicare i popoli di altri continenti dovremmo guardare la nostra storia. Così facendo, forse, riusciremo a smetterla di utilizzare parole desuete e infamanti come “negro”, ad accettare che il mondo è popolato da persone di origini e caratteristiche diverse, che nessuno è migliore di un altro in base al Paese di provenienza ma solo in base al modo in cui esercita il proprio libero arbitrio e la propria coscienza e la smetteremo di fare di tutta l’erba un fascio. In quanto al fatto che per ogni italiano che delinque ci sono 8 stranieri che delinquono, non spari numeri a vanvera, o ha delle statistiche attendibili o è meglio tacere. Per quanto riguarda il locale, siccome quando esco di casa, a volte sono accompagnata da amiche italiane, a volte di altre nazionalità compresa la Nigeria, per quanto mi riguarda non mi annovererà di certo tra i clienti e spero che chi ha ancora un’educazione civica e morale, non metta piede là dentro.

    • Caro “benito”, a proposito di chi “lancia il sasso e nasconde la mano”, perché queste belle frasi non le scrivi con il tuo nome e cognome?

  7. Oggi ho letto “18enne stupra bambini di 2 e 3 anni”
    Tempo fa ho letto “donne siriane stuprate da attivisti onu e ong in cambio di aiuti”
    Su questo sito proprio oggi 2 italiani rubano 600mila euro.
    Non difendo categorie, italiani, immigrati, non si è mai abbastanza informati per giudicare su tutto, figuriamoci per vietare l’accesso ai locali ad alcune di esse!
    Sicuramente la meschinità riguarda tutti gli homo non-sapiens.

    Accendere il cervello per favore e chiudere la bocca.

  8. CIRCOLO PRIVATO, che sarà mai?

    “A Susa chiudono i Bar sulle strade principali e ben pubblicizzati. Questo invece è pressoché invisibile. Esattamente in questo “circolo privato” privo di insegne sulla strada, che cosa si fa? Chi è il proprietario?”

    Proviamo a rispondere a questo semplice quesito.

    I circoli privati NON hanno proprietari ma sono un bene condiviso tra TUTTI gli associati.
    I circoli privati non sono aperti al pubblico ma solo ai propri soci o associati, termine quest’ultimo più consono.
    Gli estranei NON possono entrare, non possono consumare alimenti e bevande e non possono partecipare alle attività associative.
    Per entrare devono far domanda per associarsi e questa domanda deve essere vagliata dal Direttivo.
    Se accolta si può accedere al tesseramento con versamento della quota annuale e quindi (finalmente) accedere all’interno del circolo.
    Il RIFIUTO di accesso agli ESTRANEI è quindi in’incongruenza in quanto è questo rifiuto è un preciso DOVERE di tutti i club o circoli.

    Naturalmente i circoli privati che rispettano le regole esistono e sono perfettamente legittimi.

    • È quel “rispettano le regole” che è tutto da verificare, visto i precedenti di altri “circoli privati” in valle. Mi auguro che i Carabinieri nella loro indagine approfondiscano anche le attività svolte nel circolo per appurare eventuali irregolarità.

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