MAESTRE IN SCIOPERO, LUNEDÌ A ROMA CI SARANNO ANCHE QUELLE VALSUSINE

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di  NORMA RAIMONDO

Lunedì 8 gennaio, dopo le vacanze natalizie, riapriranno le scuole. Ma alcuni plessi saranno privi dei loro insegnanti, impegnati a manifestare, dinnanzi al ministero dell’istruzione a Roma, nell’ambito dello sciopero dei docenti della scuola primaria e dell’infanzia. Nel corteo ci sarà anche una delegazione di insegnanti della valle di Susa e val Sangone, di cui si fa portavoce Deborah Pizzulli di Borgone, maestra alla scuola elementare di Vaie, che spiega i motivi della protesta.

“Il diploma magistrale quinquennale è stato da sempre ritenuto abilitante per chi l’avesse conseguito fino al 2002. Con la legge finanziaria del 2007 vengono trasformate le graduatorie permanenti  in GAE (ndr acronimo di graduatorie ad esaurimento) e viene consentito l’accesso a tutti gli abilitati con le SSIS (scuola di specializzazione all’insegnamento secondario) e ai laureati in Scienze della formazione primaria, che non hanno acquisito tale abilitazione tramite concorso. Non si capisce come e perchè si sia deciso di escludere gli abilitati che avevano conseguito il diploma magistrale entro il 2002”. L’errore ha inizio qui, perchè i diplomati magistrali vengono relegati in una graduatoria errata (ndr la terza fascia, per i non abilitati). Inoltre, per 10 anni non viene bandito nessun nuovo concorso. “Finalmente, nel 2014, una sentenza del Consiglio di Stato riconosce l’errore fatto anni prima, confermando che la terza fascia non è quella corretta, e sposta quanti ne fanno parte nella seconda. Però chi aveva conseguito il titolo entro i termini stabiliti, dato il tempo trascorso sarebbe dovuto appartenere alle GAE e magari già passato di ruolo nel frattempo. Quindi oltre il danno, anche la beffa!”. Il contenzioso va avanti, a suon di sentenze positive (ben sette), fino all’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che lo scorso 20 dicembre smentisce se stessa, dando parere negativo. “La conseguenza di ciò porterà ad un semplice declassamento,  perché da docente di ruolo ritorneremo ad essere docenti precari, con la differenza che lo Stato ci guadagnerà sugli stipendi. Ci sono 2000 diplomati magistrali ante 2002 che con sentenza  positiva sono stati miracolati e in ruolo senza riserva e tutti gli altri (compresi chi è già in ruolo) torneranno a fare i precari”. Va anche detto che molti docenti, per essere iscritti alle GAE, si sono dovuti licenziare dalle scuole paritarie dove già lavoravano, altrimenti non avrebbero avuto accesso al concorso. Le maestre tengono innanzitutto a sottolineare come la loro non sia una battaglia contro chi possiede il titolo di laurea della scienza di formazione. “Noi non ci sentiamo superiori a loro, ma abbiamo alle spalle oltre una decina di anni di contratti nella scuola. Anni in cui, da precari, ci siamo spesi anima e corpo, cercando di lavorare con competenza e passione. Periodi in cui abbiamo garantito la continuità didattica ai nostri alunni. Ci siamo scambiati sedi, macinato distanze, abbiamo messo mano al buonsenso noi, visto che non lo faceva il Ministero. Il nostro non è un lavoro come un altro. Dopo essere passato di ruolo hai un anno di prova nel quale devi fare presenza presso le scuole polo, presentare un progetto su una piattaforma ministeriale ed il tuo lavoro viene valutato dal dirigente scolastico e da una commissione valutativa.  Non ci siamo girate i pollici, ma impegnate a 360 gradi per consentire che quella che veniva definita la buona scuola lo fosse davvero. Ci pare assurdo che tutta questa dedizione non venga considerata, come è ancora più assurdo che, per quanto riguarda la Provincia di Torino, non ci sia una lista d’attesa, ma tutti i posti siano regolarmente coperti. Ora si andrebbero a sparigliare le carte”. Ora, i docenti rischiano di vedere vanificati tutti questi sforzi garantiti nel tempo da una sentenza giunta alle soglie delle vacanze di Natale. Sentenza che potrebbe riservare parecchi disagi. “Siamo stati precari per anni, non avevamo permessi, prendevamo l’indennità di disoccupazione per i mesi non lavorati con notevole ritardo, ma abbiamo comunque servito e riverito le scuole in cui insegnavamo. Ora il Ministero finge di fare bella figura concedendoci, bontà sua, di restare in servizio fino alla fine di questo anno scolastico, senza rendersi conto del problema che ciò comporterà. Chiediamo una stabilizzazione cui abbiamo diritto, un futuro dignitoso per noi ma anche per i bambini che non devono perdere le loro insegnanti. Con noi a Roma, come già a Torino nei presidi di protesta dei giorni scorsi (ndr 27/12/2017 e 03/01/2018) dinnanzi all’ufficio scolastico regionale di Torino, ci saranno anche delegazioni di genitori. Per la prima volta in tutta Italia si sono creati gruppi regionali che si interfacciano tra di loro con confronti motivanti. La riforma 107 del 2015, la cosiddetta buona scuola, si è vantata di aver fatto un sacco di assunzioni. Ora però, dal Ministero si dimenticano di dire che prevedono anche molti licenziamenti”. La sentenza pre-vacanze era attesa già in passato, ma è stata procrastinata, il problema infatti fu rinviato per due volte, in attesa di soluzione. “Crediamo che anche questa volta ci sia l’intenzione di posticipare la questione, in attesa delle elezioni di marzo, ma noi non siamo più disposti a tollerare oltre questi soprusi e trattamenti. Noi alla buona scuola ci teniamo davvero, perchè amiamo il nostro lavoro e se abbiamo intrapreso questa strada è per trasmettere il meglio ai nostri alunni, non certo per creare loro disagi e disservizi”.

 

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