MERCATI IN VALSUSA, LETTERA DI UN’AMBULANTE: “NON SIAMO UNTORI, MA LAVORATORI”

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di SILVIA GALLO

Siamo operatori decennali dei mercati della Valsusa e abbiamo visto decimare la nostra clientela dalla concorrenza cinese prima e dopo dai grandi centri commerciali aperti sette giorni su sette.

I mercati prima della pandemia erano semi-deserti con pochissimi clienti e piazze sempre più vuote. Molti colleghi hanno lasciato posti tristemente vuoti e hanno chiuso. Tutto questo molto prima che arrivasse il virus.

Oggi invece leggendo i giornali e sentendo parlare i nostri politici sembra che quei mercati vuoti siano la causa maggiore di contagio. Nessuno accenna agli affollamenti dei supermercati, dei centri commerciali e ci si concentra chiudere i mercati lasciando a casa e senza lavoro centinaia di famiglie.

Ci si alza presto per lavorare al mercato, si sfidano le intemperie e la fatica fisica ma si veniva ripagati dal calore dei clienti, dai sorrisi e dai buongiorno.

Oggi ci si limita a parlare del mercato come centro di aggregazione, da chiudere o limitare. Nessuno accenna al fatto che anche gli ambulanti sono lavoratori che si impegnano a portare un servizio essenziale nei paesi e nelle città.

Questa situazione è nuova per tutti, sicuramente si possono migliorare le cose, quello che è sicuro e che tutti stiamo facendo del nostro meglio per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei clienti.

Gli operatori mettono a disposizione dei guanti, recintano i perimetri dei banchi, controllano le entrate e le distanza di sicurezza e, nelle situazioni che ho vissuto io, i clienti aspettano pazientemente il loro turno proprio come avviene davanti ai supermercati.

Personalmente (e qui sono sicuramente di parte per deformazione professionale) preferisco di gran lunga fare la spesa all’aria aperta e mi sento più sicura che in un luogo chiuso. Mi auguro che questa pandemia finisca al più presto, chissà che cosa succederà quando e se ci sarà concesso di tornare a lavorare. Chissà se i clienti torneranno tra i nostri banchi? Quello che mi auguro è che non ci si dimentichi di noi.

Spero che i Comuni si attivino per aiutare i commercianti a lavorare in sicurezza e non ci considerino semplicemente un problema da eliminare. Non siamo untori, ma semplici lavoratori che cercano di portare a casa uno stipendio mai garantito da nessuno e più che mai precario.

Grazie per la disponibilità e per aver ascoltato le mie parole.

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9 COMMENTI

  1. Benvenuti nel paese che criminalizza runner e ciclisti che vanno per boschi in solitaria, con tanto di inseguimenti e vergognose dirette TV spazzatura. Ora prendetevi anche voi la vostra bella dose di populismo e odio sociale fine a sé stesso. Siamo tutti untori, agli occhi altrui.

    • Purtroppo è vero, il virus ha fatto uscire il peggio dalle persone. Il populismo già imperante prima è diventata una valvola di sfogo, anche alimentata dal potere e dai media, ed allora ecco il popolino a cercare un colpevole, un untore. Si sono additate al pubblico ludibrio delle categorie di persone. Questo modo di agire è una forma di bullismo. Vien da pensare che ľuomo sia sempre quello delle caverne anche se ora è dotato di personal computer e connesso con internet.

    • Una cosa va detta, la situazione è stata gestita malissimo. Sappiamo benissimo fin d ora che numerose partite Iva non riapriranno più e quelle che cercano di tenersi in equilibrio se le chiusure verranno ancora così, maldestramente, gestite, non riapriranno nemmeno più quelle. C è da chiedersi se non si sentono ridicoli questi governanti che si affidano a incompetenti manager, che cosa vuoi che ne capiscano di lavoro questi fenomeni di lavoro, di sicurezza, se un giorno è bianco e un giorno nero. Una cosa certa è che lentamente moriremo tutti di fame.
      Ro
      Etsi

  2. Cercate di resistere, anche voi date un contributo un servizio importante, nel mio Paesino il mercatino è ben gestito, le persone stanno a debita distanza e indossano la mascherina, i venditori sono organizzati con mascherine e guanti, i vigili, presenti, non mi sembra siano mai dovuti intervenire..

  3. Infatti, credo che non siamo proprio tutti incoscienti. Se non riusciranno a capire che le aperture andranno fatte a breve termine, in modo coscienzioso, ci sarà un effetto domino, e tutti ci rimetteremo, chi in una maniera e chi in un altra. Riflettiamo….

  4. Mi dispiace , questa categoria come altre non vengono considerate…sono certa che i clienti torneranno….i miei più sinceri auguri affinche’ la vostra richiesta di aiuto e considerazione per il lavoro che svolgete venga sentita e anche accolta con rispetto da chi e’ competente.

  5. Io tornerò senz’altro a comprare nei mercati, ora purtroppo vado al supermercato, ma il piacere di comprare da un produttore è tutta un’altra cosa e sulla qualità non c’è confronto!

  6. E’ molto meno pericoloso fare la coda all’aria aperta che nel supermercato, ma ormai contano solo più i grandi centri commerciali che muovono ingenti capitali, i mercatari si sono adeguati subito alle misure di sicurezza, senza aspettare che qualcuno gli dicesse cosa fare. Continuiamo a comprare ai mercati e non ai super mercati

  7. I mercandini pagano le tasse in Italia, I supermercati all’estero ( in Olanda ) ? Leggete gli scontrini ; fiscale per gli Italiani, non fiscale il supermercato. Sveglia, gente !

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