MIGRANTI, IN VALSUSA LA MARCIA CONTRO LA LEGGE SALVINI

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dal COMUNE DI AVIGLIANA

AVIGLIANA – La Valle di Susa è stata fin dai tempi antichi luogo di transito e lungo il suo corridoio è passata la Storia. Una valle di confine abitata da una comunità fortemente legata al suo territorio e nello stesso tempo capace di coltivare da sempre i semi dell’intercultura e dell’accoglienza.

Negli anni ’60 e ’70 erano i meridionali ad arrivare in Valle a cercare fortuna, negli Anni ’90 l’esodo dall’Albania ha visto la nostra valle come uno dei punti di arrivo grazie ai progetti messi in piedi dalla Caritas valsusina e dai molti cittadini pronti ad aiutare quel popolo in fuga. Oggi diventa difficile trovare differenze tra quei giovani e gli autoctoni. Soltanto una comunità accogliente che sappia praticare l’integrazione può superare tutte le tensioni che ogni migrazione porta con sé. In valle, pur tra mille difficoltà, abbiamo sempre percorso questa strada.

Con il decreto 113/2018, oggi convertito in legge, ci troviamo di fronte una legge dello Stato che discrimina l’uomo in base al luogo in cui è nato. Una legge che limita i diritti e le libertà degli individui, compiendo uno strappo vigoroso ai principi della Costituzione, quella Carta che molti giovani della nostra valle hanno contribuito a scrivere salendo sulle montagne per combattere un regime che si vantava di aver promulgato leggi basate sulla razza.

Nuove regole che impediscono il rinnovo della protezione umanitaria da parte dei migranti che ne avevano diritto e che quindi genererà circa 60.000 irregolari in due anni. Questi nuovi clandestini non potranno essere rimpatriati nei Paesi d’origine, sia per mancanza di fondi, sia soprattutto per la mancanza di accordi bilaterali con i governi dei Paesi di provenienza. Pertanto costoro si riverseranno nelle strade delle nostre città senza diritti, senza tutele e senza la possibilità di lavorare in regola. Saranno le Amministrazioni comunali, in totale solitudine e con pochi mezzi, a doversene fare carico. In questo modo si rischierà di alimentare la delinquenza, il lavoro nero, lo sfruttamento del lavoro e della prostituzione.

Una legge che non riconosce la protezione ai migranti per motivi umanitari, cancellandone la tutela per casi legati allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto, ai maltrattamenti affrontati durante il difficile viaggio verso l’Italia.

Una legge che non è solo repressiva verso chi viene definito “straniero”, ma anche verso gli stessi italiani che vedranno limitati i loro diritti a manifestare.

La Valle di Susa oramai da due anni ha intrapreso un progetto di microaccoglienza diffusa con piccoli gruppi di migranti inseriti in ogni paese. Un esperimento che ha avuto una eco nazionale, poi copiato da molti altri territori. Una scommessa vinta di integrazione riuscita che oggi rischia di essere abbandonata.

Per tutti questi motivi invitiamo tutte e tutti a partecipare alla manifestazione indetta a ridosso della Giornata della memoria ad Avigliana sabato 26 gennaio, con ritrovo alle ore 14 in piazzetta De Andrè (fronte stazione ferroviaria).

Rimanere silenti quando i diritti fondamentali dell’uomo sono messi in discussione significa diventare complici di chi questi diritti li vuole cancellare. Lanciamo un appello quindi a tutti gli amministratori, alle associazioni, alle parrocchie e a tutti gli uomini e donne che non vogliono sentirsi conniventi con leggi discriminatorie. Questa manifestazione è un punto di partenza per organizzare una rete solidale in Valle, in grado di aiutare chiunque si troverà in difficoltà a causa di questa legge discriminatoria.

Oggi delegare non serve, serve partecipare. I soggetti promotori saranno Comune di Vaie, Comune di Avigliana, RE.CO.SOL., Anpi Valle di Susa e Val Sangone, Chiesa Valdese di Susa, Chiesa Battista di Meana e Ufficio Pastorale Migranti Diocesi di Susa.

Ad oggi hanno già aderito:

  • Comune di Bardonecchia.

– Comune di Oulx.

– Comuni Unione Montana Valle Susa.

– Agesci zona Valle Susa.

– Azione Cattolica diocesi di Susa Associazione “U. Terracini” (centro per i diritti e la legalità).

– Spazio sociale VisRabbia di Avigliana.

– Comitato No Tav Spinta dal bass.

– Associazione Skantieri Giovanili.

– Cgil Valle di Susa.

– Associazione Laboratorio Civico (Almese).

– Comitato Avigliana Città Aperta.

– Movimento No Tav.

– Giovani No Tav.

– Associazione Bussoleno Provaci.

– Cooperativa Il Ponte per il Commercio Equo e Solidale (Avigliana).

– Cooperativa Atypica (Collegno).

– Arci Valle Susa – Pinerolo.

– Presidio LiberaBassaValsusa “Silvia Ruotolo”.

– Presidio LiberaValsangone “Don Pino Puglisi”.

– Associazione Lisangà (Giaveno).

– Comitato Rivoli Città Attiva.

– Associazione culturale Basta Poco (Vaie).

– Associazione La Poderosa A.P.S. (Torino).

– Associazione Rainbow 4Africa.

– Rete solidale Valsusa Oltre Confine.

– Associazione Il Pulmino Verde.

– Worcup – Coworking Avigliana.

– Movimento Sviluppo e Pace ONG/ONLUS (Torino).

– Spi – Cgil Avigliana.

– Cooperativa Orso.

– Cooperativa sociale P. G. Frassati.

– Cooperativa Amico.

– Associazione Talità.

– Associazione L’Isola delle idee (Giaveno).

– Associazione Italia-Cuba Circolo della Valle di Susa.

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7 COMMENTI

  1. Finalmente qualcuno che organizza una manifestazione per dire un no forte e chiaro contro un decreto che non risolve il problema e alimenta sentimenti discriminatori che pensavo fossero sepolti nella storia, invece…
    Sarebbe compito delle opposizioni, sinistra in particolare, dover contrastare decreti come questo che vanno contro ai loro principi di sempre. Preferiscono invece raccogliere firme contro il reddito di cittadinanza e cantare filastrocche in piazza pro Tav insieme alle destre.
    Se penso a tutte le volte che li ho votati in passato provo vergogna.

  2. Poche balle! Salvini vi ha tagliato i soldi e adesso avete la bava alla bocca !

  3. Salvini gli ha tolto i soldi, e loro hanno la bava alla bocca ! Dei “profughi “non gliene frega niente, altrimenti li poterebbero a casa loro. Specialmente il vaticano.

    • Rispondo perché trovo sia giusto chiarire alcune inesattezze.
      A chi avrebbe tagliato i soldi Salvini ? Forse si riferisce alla chiusura degli Sprar ? Se è così, questo ha prodotto più neri per strada o in centri di accoglienza basati sul buon cuore di volontari e di coloro che li aiutano economicamente.
      Inesatto anche affermare che andrebbero portati a casa loro. Nel caso libico non si può per 2 motivi: la mancanza di accordi bilaterali ed il fatto che si tratta di un paese in cui 3 fazioni si contendono il potere, pertanto non si tratta di luogo sicuro.
      In mare dovremmo salvare tutti a prescindere, poi pretendere che l’Europa faccia la sua parte. Non otterremo questo coi vaffa e la chiusura dei porti.

      Da quello che leggo in vari post sulla tematica immigrazione, dobbiamo SOLO ringraziare di essere nati sulla sponda giusta del Mediterraneo.

    • Più o meno quanto gliene frega al commentatore razzista medio degli “italiani in mezzo a una strada” o dei “terremotati nei container”. Non gliene frega niente a nessuno, altrimenti li porterebbero a casa loro (cit.).

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