MORTE DI MARA FAVRO, ECCO LE CONCLUSIONI DELL’AUTOPSIA: “LE DIVERSE IPOTESI NON SONO ARGOMENTABILI”

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di FABIO TANZILLI

GRAVERE – I risultati dell’autopsia sul corpo di Mara Favro, a firma dei medici legali Roberto Testi e Greta Cena, forniscono elementi interessanti, ma purtroppo non sufficienti a ricostruire con maggior precisione le cause della morte.
“Non è possibile escludere, sulla sola base dei dati antropologici, che la Favro sia stata uccisa con modalità tali da non determinare sulle strutture ossee lesioni caratteristiche dell’azione di strumenti speciali quali armi bianche o proiettili, e successivamente il corpo sia stato gettato dal dirupo ove è stato rinvenuto” scrivono i medici nel documento ufficiale consegnato in procura. Ma rimarcano anche che l’eventuale l’ipotesi “avrebbe comportato la necessità di trasportare un corpo del peso di circa 70 chili lungo un sentiero ripido, fino al bordo del dirupo per poi lanciarlo”.
Ma non solo: i medici legali che hanno eseguito l’autopsia fanno emergere anche l’ipotesi di suicidio. “Le uniche lesioni dimostrate sono quelle scheletriche, le quali sono compatibili con un grande traumatismo e, in termini generali, si può solo affermare che una precipitazione dall’alto, come da un dirupo al pari di quello al fondo del quale sono stati trovati i resti della donna, non solo è compatibile, ma è caratteristico di un evento suicidiario” scrivono gli esperti che hanno effettuato l’autopsia.
Nelle pagine conclusive dell’autopsia, i due esperti ricordano più volte che gli elementi raccolti non consentono di stabilire con precisione le cause del decesso: “Un quadro anatomico caratterizzato da una tale povertà di reperti – scrivono i medici – rende difficile esprimersi circa la diagnosi medico-legale, ossia l’attribuzione del decesso di Mara Favro ad omicidio, suicidio o accidente”.
La presenza di un ematoma ai capi di frattura, suggerisce ai medici legali che la lesione ossea “si sia verificata poco prima, o subito dopo la morte”.
“Tutte le fratture – fatta eccezione per quelle della testa dell’omero destro e del coxale sinistro che sono tafonomiche) presentano caratteristiche tipiche delle lesioni peri-mortali – aggiungono i medici – (…) è possibile, pertanto, affermare che le lesioni scheletriche osservate sui resti appartenuti in vita a Mara Favro siano perimortali – nel senso medico-legale del termine – e cioè determinatesi o mentre la donna era ancora viva, o in un breve lasso di tempo successivo alla morte”.
La causa della morte di Mara Favro non si può quindi accertare per “l’assenza dei tessuti molli”: “Ciò rappresenta un limite per l’affermazione della causa della morte, impedendo una precisa individuazione della cronologia degli eventi”.
Pochi i resti ritrovati e soprattutto in stato ormai avanzato di decomposizione: “L’avanzatissima scheletrizzazione dei resti, per lo più solo parzialmente rinvenuti – rimarcano Roberto Testi e Greta Cena – unita alla assoluta mancanza di tutte le parti molli, impediscono di escludere le ipotesi omicidiaria o accidentale”.
In conclusione, scrivono i medici legali: “Le diverse ipotesi circa le modalità della morte di Marta Favro non sono, quindi, argomentabili sulla sola base dei (pochi) reperti medico legali, i quali possono solo essere valutati in termini di compatibilità con diverse modalità di causazione del decesso derivate da specifiche ipotesi investigative”.
I risultati dell’autopsia di Mara Favro, di fatto, non forniscono elementi aggiuntivi per argomentare l’ipotesi dell’omicidio, su cui la procura sta indagando da mesi. Per la quale da tempo sono finiti sotto inchiesta Luca Milione, ristoratore di Chiomonte, e Cosimo Esposito, l’ex collega di Mara Favro. L’autopsia non aggiunge nulla riguardo le ipotetiche accuse mosse ai due ex colleghi di Mara. A tal proposito entrambi gli indagati hanno sempre dichiarato la loro innocenza, anche pubblicamente, come fatto più volte da Luca Milione in vari programmi televisivi.
Se non emergeranno nuovi elementi o indizi su questo drammatico caso, è ipotizzabile l’archiviazione dell’indagine per omicidio: ma in merito, l’eventuale decisione sarà ovviamente presa dal procuratore Cesare Parodi.

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10 COMMENTI

  1. Che tristezza per Mara e per la famiglia… il tutto perché evidentemente non è stata cercata a dovere, se è sempre stata lì non si capisce perchè non l’abbiano trovata prima…. Mi ricorda il caso di Liliana Resinovich, per tutti era un suicidio, e se i suoi parenti non avessero insistito per rifare indagini ed autopsia, si sarebbe chiuso tutto con un nulla di fatto… certo che gli indagati si dichiarano innocenti… magari lo saranno pure, ma in vita mia ben raramente ho sentito un indagato dire si sono colpevole, a meno che non venga colto, come si dice, con le mani nel vasetto della marmellata… Mi spiace molto per lei e per i familiari, soprattutto la figlia, perchè con le lungaggini nei ritrovamenti e nelle indagini tipici dell’Italia, purtroppo si è perso tempo prezioso, e probabilmente, se esiste un colpevole, la passerà liscia. Fatto sta che il vocale che ho sentito a chi l’ha visto relativamente agli accordi per andare a prendere la bimba, non era di una persona che volesse smettere di vivere, ma di una persona che aveva bene in testa cosa fare il giorno dopo… Purtroppo nessuno di noi sa cosa sia accaduto realmente, speriamo che gli investigatori non archivino subito tutto, e che esca la verità, che appare però molto lontana.

  2. Se non esistono precedenti di tentato suicidio o patologie riconosciute che possono supportare la tesi, perché non c’è il dubbio che sia potuta essere buttata giù? Possibile che le indagini non riescono a stabilire sé una persona è solamente scivolata o gettata di proposito?

    • Oltretutto, per arrivare lì, penso bisognasse conoscere il posto, salvo che uno per un malore o altro motivo avesse perso completamente il senso dell’orientamento… Vivo in questa valle da sempre e no ho mai saputo che esistesse questo posto, immagino come la maggioranza delle persone che non vivono a Gravere.

  3. Il depuratore in questione è per le acque reflue della Ramats, dove si sono trovati i resti lo scarico se ho ben capito , trovo molto strana la casualità piuttosto penso a un piano congegnato.

    • La penso come lei… supponiamo pure che una persona faccia l’imprudenza di rientrare a casa a piedi al buio di notte, cosa molto pericolosa visti i soggetti che vivono in valle o di passaggio, come minimo avrebbe seguito la strada asfaltata fino ad arrivare a Susa, perchè mai avrebbe dovuto deviare in questo posto, che tra l’altro non mi pare sia così visibile e conosciuto? Speriamo che gli inquirenti proseguano le indagini, perchè in Italia troppe donne sono finite nel dimenticatoio e solo dopo moltissimi anni si è ricominciato ad indagare, a volte con scarsi risultati, perchè ovviamente si dovrebbe essere tempestivi nel fare i dovuti rilievi.

  4. Ma sbattete al muro i due, e mandate ai lavori forzati 5anni le loro famiglie, compresi gli anziani e i minori.
    Un po di punizioni di questo genere, e vedremo le carceri meno affollate, e passa la voglia a tanti di delinquere!

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