NO TAV DOPO L’ASSEMBLEA A BUSSOLENO: NUOVA RACCOLTA FONDI PER I CONDANNATI E MARCIA A TORINO IL 21 FEBBRAIO COI SINDACI. EMILIO SCALZO SI DIFENDE: “MI HANNO MANGANELLATO, NON ERO IN AUTOSTRADA”

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di FABIO TANZILLI

Nuova raccolta fondi per sostenere le spese dei 47 condannati e manifestazione popolare il 21 febbraio: sono queste le due parole d’ordine emerse ieri sera durante l’assemblea No Tav a Bussoleno.

Un incontro a cui hanno partecipato quasi trecento persone, con il polivalente affollato, senza posti a sedere e gente in piedi fin fuori. Sul palco c’erano il leader del movimento Alberto Perino, Lele Rizzo di Askatasuna, e l’avvocato Claudio Novaro insieme a una collega del Legal team che difende gli attivisti. Il primo obiettivo dei No Tav, dopo la “batosta” delle condanne, è quello di avviare una nuova raccolta fondi popolare, per coprire le spese legali e i risarcimenti provvisionali che i quarantasette condannati dovranno pagare a Ltf, governo, sindacati di polizia e singoli agenti feriti: si parla di circa 250mila euro.

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“Troveremo i soldi, con il contributo di tutti – ha detto Perino dal palco – come abbiamo sempre fatto”. Un nuovo salasso per il movimento, che si aggiunge al recente assegno già staccato a favore di Ltf, da oltre 200mila euro, che lo stesso Perino, il sindaco di San Didero Loredana Bellone e Giorgio Vair hanno dovuto pagare a titolo di risarcimento per un’altra causa civile. Soldi che erano stati raccolti in pochissimo tempo, anche grazie alla mobilitazione avviata dal blog di Beppe Grillo e dei 5 Stelle, e lo stesso dovrebbe ripetersi anche in questa occasione, visto che la proposta di Perino è stata accolta da applausi da parte del pubblico.

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Altro argomento della serata è stata l’organizzazione di una nuova marcia No Tav sabato 21 febbraio a Torino, con l’obiettivo di portare sulle strade migliaia di persone. A tal proposito, il sindaco di Susa Sandro Plano, intervenuto alla serata, ha annunciato che parlerà con gli altri amministratori della bassa valle, per poterla organizzare insieme come appuntamento istituzionale. Altri sindaci non c’erano, mentre erano presenti i 5 Stelle con il senatore Scibona e i consiglieri regionali Batzella e Frediani.

Intanto, l’appuntamento più vicino è quello di dopodomani, con la camminata in Val Clarea, che arriva pochi giorni dopo le nuove denunce della questura, verso tre attivisti che hanno tentato il blitz sull’A32 martedì sera.

All’assemblea c’era anche uno dei tre fermati dopo il blitz, il commerciante 60enne di Bussoleno Emilio Scalzo: “Non sono entrato in autostrada, ero attaccato alle reti per controllare i ragazzi – spiegava ieri sera ad alcuni attivisti – io non ho danneggiato nulla, e neanche lanciato pietre, ero là per controllare che nessuno si facesse male, ma mi sono pure preso delle manganellate e mi hanno caricato sul furgone della polizia assieme alle due ragazze, e portato alla caserma Gratoni a Torino”. Ora Scalzo dovrà rispondere di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento autostradale e accensione di fuochi e scoppi pericolosi: è difeso dall’avvocato Ghia.

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