OGGI BRINO INCONTRA IN PRIVATO LA KYENGE: “LE CHIEDO SCUSA E LE STRINGO LA MANO”. NIENTE DIMISSIONI: “RIMANGO CONSIGLIERE, MA NON DORMO DA TRE NOTTI”

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di FABIO TANZILLI

“Stingerò la mano al ministro Kyenge, e le chiederò scusa in privato”. Il consigliere comunale Renato Brino, finito nella bufera per alcune frasi offensive e di stampo razzista contro il rappresentante del governo Letta che oggi sarà a Bardonecchia, annuncia a ValsusaOggi le sue intenzioni.
“Non parlerò durante il convegno, ma ho già chiesto di incontrarla privatamente – spiega Brino – non faccio arlecchinate, e sarebbe da ipocriti mettersi a fare discorsi in pubblico al Palazzo delle Feste”. Il capogruppo di maggioranza precisa: “Ho chiesto fortemente la possibilità di questo incontro privato, al punto che ho rinviato un viaggio a Roma con mio figlio per vedere il ministro”.

E le dimissioni? Brino non le darà mai: “Non mi dimetto da consigliere comunale, così come da capogruppo – spiega – sono stati i cittadini a votarmi, e non devono essere altri personaggi a decidere se posso continuare, o meno, ad impegnarmi per il Comune”.

Eppure le richieste di fare un passo indietro sarebbero arrivate anche dalla sua stessa maggioranza… “Io non ho più incontrato, né parlato con nessuno – risponde – a parte con l’assessore Giorgio Bortoluzzi. Forse é anche logico che a qualcuno potesse interessare “farmi fuori” per prendere il mio posto, molto probabilmente non diventerò assessore, ma non vedo perché dovrei dimettermi, per un errore che ho fatto a titolo personale, e di cui ho già chiesto scusa a mezzo mondo”.

Dopo il caso mediatico dovuto alle sue battute infelici, Brino rivela che sta passando giornate molto difficili: “Sono tre notti che non dormo…non vedo l’ora che questa storia finisca. Mi fa piacere che in tanti hanno capito che ho sbagliato, che ho fatto una cretinata. Ho ricevuto tanti messaggi in mio appoggio, anche da chi non mi aspettavo, e ringrazio tutti. Mi sarei aspettato un maggior aiuto anche da altri, che invece si sono defilati, senza difendermi, o sono rimasti in silenzio…ma questa é un’altra storia”.

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