OLIMPIADI 2026? SI CANDIDANO ANCHE LE DOLOMITI: “ABBIAMO GIÀ PARLATO CON IL CONI E IL MINISTERO”

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La pista di bob di Cesana durante le Olimpiadi 2006

di FABIO TANZILLI

BOLZANO – L’alta Val Susa spinge – con le prime delibere di Sestriere e dei Comuni Olimpici – per la candidatura di Torino ai Giochi 2026, ma forse non tutti sanno che tra i concorrenti già in campo in Italia c’è un avversario molto forte e competitivo, forse ancora di più di Milano: le Dolomiti.

L’intenzione è quella di proporre al Coni e quindi al Cio la “super candidatura” unita di Alto Adige, Trentino, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Tirolo. Ma a differenza di Torino e della Val Susa, le cose nel Nord Est si stanno muovendo più concretamente e a passo spedito. Come riporta il quotidiano “Alto Adige”, entro la prossima settimana si terrà un primo incontro tra il Coni, la Provincia e il Comune di Bolzano per parlare della candidatura. Non a caso, proprio a fine anno, il presidente della Regione Trentino Alto Adige/Sudtirol Arno Kompatscher ha spiegato chiaramente di aver già discusso la proposta con il ministro dello Sport Luca Lotti e con il presidente del Coni Giovanni Malagò. Mentre da noi ancora non si sa quale sia la posizione ufficiale della Città di Torino. A proposito, l’ex Provincia di Torino (oggi Città Metropolitana) dibatterà del tema soltanto dopo le elezioni politiche di marzo e fino ad oggi l’argomento non è stato neanche affrontato ufficialmente dalla Regione Piemonte, a parte qualche dichiarazione di Chiamparino sui giornali.

L’unico problema oggettivo, che potrebbe indebolire la candidatura delle Dolomiti, è la carenza di infrastrutture. “Noi siamo già pronti” ha invece dichiarato proprio pochi giorni fa l’assessore della Provincia autonoma di Bolzano, Florian Mussner, aggiungendo che alla candidatura sta lavorando verso Roma anche il partito autonomo Svp: “Gardena e Badia ospitano già un paio di gare mondiali ad ogni stagione, potranno organizzarne un po’ di più, anche di olimpiche” ha dichiarato l’assessore al quotidiano Alto Adige.

Il presidente del Trentino Alto Adige è determinato nell’ottenere la candidatura dal Coni: “Le Olimpiadi devono tornare nei luoghi dove gli sport invernali sono nati – ha spiegato durante una conferenza stampa alla fine del 2017, come riporta il giornale on  line “La Voce del Trentino” – e possono benissimo farlo utilizzando le strutture che già sono presenti sul territorio. Penso agli impianti di gara, ma anche alle infrastrutture turistiche: non abbiamo bisogno di interventi che rovinano il paesaggio o di opere miliardarie”.

Al dossier di candidatura lavoreranno anche Trento e Belluno, con Cortina candidata ad ospitare le gare di sci alpino e Bolzano per l’hockey e gli altri sport del ghiaccio, con l’obiettivo di assumere il ruolo di “capoluogo” centrale dei Giochi 2026 delle Dolomiti.

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4 COMMENTI

  1. Con l’Alto Adige è una gara persa in partenza, loro sono montanari autonomi ed ancora padroni della loro terra, noi invece siamo armai come gli indiani delle riserve, su di terra oggetto di conquistata e sfruttamento da parte di altri, solamente “liberi di pagare tasse” che non ritornano sul territorio, anche se provono a farci credere che non sia così costruendo tunnel, autostrada, ecc, che lascino qui salamente qualche bricciola ad un caro prezzo, ma tanto altrove. Occitano

  2. Et voilà.
    Speriamo che il prospero nord est ci metta k.o. al primo round.
    Sarebbe per me motivo di profonda gratitudine, quasi da farci una settimana bianca all’anno in Alta Badia sino a quando le gambe mi reggeranno.

  3. non possiamo dimenticare il bob a cesana cosi’ come il trampolino a Pragelato, non se ne abbiano a male Marin e Roberto serra e tutti coloro che hanno assecondato questi errori, quindi abbiam fatto acqua, ora rischiamo e concretamente di fare cilecca cosi come sta avvenendo per il club Med a S Sicario, tra burocrazia e mancanza di concretezza; tirolesi e ladini sono pragmatici, in piu’ visto che concorrono, riconosciamo a loro i numeri, mentre e’
    evidente che dopo l’evento olimpico 2006, l’alta valle ha subito e vive un lento ed inesorabile declino, non soffermiamoci sul tutto pieno dei fine settimana invernali con il solito mordi e fuggi e l’intasamento delle domeniche di rientro, ne tanto meno con i venti giorni di agosto, ci vuole ben altro ed in primis il recupero di professionalita’ a tutti i livelli, dagli amministatori agli albergatori ai ristoratori ecc. ecc.

  4. Olimpiadi.
    Operazione economica dai costi astronomici e ritorni risibili.
    Devastazione ambientale certa e duratura.
    Crescita indebitamento pubblico a rischio di default per la nazione, la regione o la città metropolitana organizzatori.
    Ritorni certi per una ristretta cerchia di privati privilegiati, sempre i soliti. Corruzione e concussione garantite.
    Ritorni occupazionali stabili pari a zero.
    lavori trascinati per anni tra polemiche per poter fare la solita rincorsa finale senza regole.
    Piccole ditte locali in sub-sub appalto regolarmente bidonate.
    Specialità sempre più confinata in paesi a democrazia debole se non vere e proprie dittature e in località ad altissimo tasso di inquinamento.
    Specialità abbandonata da nazioni prospere, politicamente stabili e senza truffe nelle regole elettorali.
    In controtendenza la candidatura dolomitica, più italiana che ladina.
    Referendum? Una burla, possibilmente circoscritta tra Sauze di Cesana e Pragelato.

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