PADRE E FIGLIO BLOCCATI DI NOTTE SULLO CHABERTON: INTERVENGONO I SOCCORSI

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Volevano passare la notte sul Monte Chaberton, a quota 3.131 metri proprio al confine tra la Valsusa e la Francia, ma non avevano tenuto conto del freddo: la gita notturna si è trasformata in un incubo. Due persone, padre e figlio di 16 anni francesi, nella notte tra sabato 17 e domenica 18 settembre hanno dovuto allertare i soccorsi per farsi recuperare in piena notte, alle ore 3, in alta quota.

Sul posto sono intervenuti i tecnici del soccorso alpino francesi ed erano stati allertati anche i vigili del fuoco di Oulx. Padre e figlio hanno provato a resistere, ma faceva troppo freddo e per evitare conseguenze più gravi, non sapendo tornare indietro al buio e nel cuore della notte, hanno chiesto aiuto. Sono stati raggiunti dai soccorritori in quota e accompagnati al sicuro, per passare la notte al caldo. All’alba sono poi ripartiti insieme, per tornare a casa.

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15 COMMENTI

  1. In realtà, l’astuto genitore l’ha fatto per mostrare al pargolo le conseguenze di un comportamento superficiale e scellerato. Tutto calcolato, dunque.
    Del resto, chi mai avrebbe potuto supporre che, a quota 3.131 a fine settembre e di notte, avrebbe fatto tanto freddo?

  2. Ormai è superfluo ogni commento. Tanto tra poco il ritardato vomiterà odio e inventerà improbabili giustificazioni per questi malnati.

  3. A questi va il premio “imbecilli dell’anno”. Bastava guardare qualunque previsione meteo per sapere che tra Sabato e Domenica a quelle quote ci sarebbero stati 10 gradi sottozero. Andarci a Luglio quando c’erano 15 gradi pure di notte era troppo facile? L’articolo non cita le età, ma tra padre e figlio non fanno un neurone sano in due.

  4. Robe da mat!!!! Tutti che s’inventano di essere, con tutto il rispetto, Ambrogio FOGAR, mentre al massimo sono, sempre con tutto il rispetto, Alvaro VITALI.

  5. La montagna non è un parco giochi. Anche se assalito da torme di gitanti, lo Chaberton resta un 3000, ove la temperatura può abbassarsi di molto, soprattutto di sera e di notte. Occorre sempre un approccio consapevole con i monti. Vale sia per questi due e sia per i vari ferratisti che puntualmente si icrodano lungo alcuni itinerari che non sono più escursionismo e neppure alpinismo. Per il caso oggetto della notizia forse, con due buone pile frontali, potevano far ritorno a valle in modo autonomo senza dover chiedere ad altri di salire a recuperarli. Fortunatamente la vicenda, stando a quanto si desume dall’articolo, è finita bene.

    • Sabato lo zero termico era a 2700m di quota già a mezzogiorno, con venti anche arrivavano anche oltre i 100km/h in quota (e quindi temperature percepite di 10-15 gradi inferiori). Se sti due geni non l’hanno capito già mentre salivano il guaio in cui si andavano a ficcare, direi che non c’è certo speranza che fossero anche attrezzati e preparati decentemente per una permanenza in quota o un ritorno notturno.

  6. Per loro mica tanto, i gendarmi francesi gli presenteranno il conto, li ti recuperano ma poi il recupero te lo addebitano.
    La prossima volta ci penserano non due ma dieci volte prima di rigare una stronzata simile.

  7. Trascorro la notte sullo chaberton una volta all’anno, da 7 anni a questa parte. All’interno si è riparati dal vento ma non dal freddo. Il periodo che abbiamo sempre scelto andava da fine luglio a inizio settembre, non oltre. L’equipaggiamento sempre ben calcolato, così come l’analisi del meteo nei due giorni…ci va poco a trasfomare l’esperienza in dramma..Man mano abbiamo eliminato la tenda, peso superfluo. Tutto il resto del vestiario rigorosamente termico per resistere a 0/5 gradi. Capita di sentire un pò freddo ogni tanto…se non dormi 6 ore magari ne dormi 4….ma si resiste.

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