PARCO ALPI COZIE, “LA REGIONE INTERVENGA DOPO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE”

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Mauro Deidier e Alberto Cirio

di GIORGIO MERLO (sindaco Pragelato), MAURO MAURINO (vice sindaco Pragelato e membro Assemblea dei Sindaci Parco Alpi Cozie) e PAOLA BORRA (Consigliere Comunale Pragelato e membro del CDA Parco Alpi Cozie)

PRAGELATO / SALBERTRAND – Le dimissioni, irrevocabili, del Presidente dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie Mauro Deidier, gettano un’ombra sinistra sul futuro del parco e, soprattutto, sui territori che sono riconducibili a quell’ente. Dimissioni che sono nate, almeno leggendo le motivazioni vergate dal Presidente uscente, da una irriducibile contrapposizione sulla prospettiva e sulla gestione con l’attuale direzione del parco.

Ora, al di là di questo aspetto, seppur non irrilevante, tra il Presidente uscente e l’attuale Direttore del parco, è indubbio che con queste dimissioni entra in discussione il futuro di questo ente, in particolare sul versante del rapporto con le singole amministrazioni locali. E, nello specifico, della concreta gestione e sviluppo del territorio.

Perchè, per uscire dagli equivoci, tutte le singole amministrazioni locali – per quanto ci riguarda, il Comune di Pragelato – rispettano rigorosamente le norme, i regolamenti e le leggi inerenti lo sviluppo e la crescita dei territori interessati, compatibili con la difesa delle ragioni ambientali e della conservazione dello stesso ambiente naturale. Ma un conto è “condividere” le scelte e lavorare insieme per uno sviluppo armonioso e coerente dell’intero territorio e, tutt’altra cosa, è prendere atto che ci sono da parte dell’ente parco posizioni pregiudiziali e preconcette dettate da ragioni politiche insormontabili. Come ci pare abbia detto e scritto il Presidente uscente del Parco Alpi Cozie.

Noi continuiamo a pensare che il parco rappresenti una risorsa importante per lo sviluppo del territorio montano di riferimento. Ma se dovesse prevalere e consolidarsi un approccio opposto ed alternativo, più che una risorsa diventerebbe chiaramente un ostacolo.

Ecco perchè, proprio dopo queste rumorose dimissioni, adesso la palla passa alla Regione Piemonte. Ci dicano, la Regione Piemonte e gli organismi competenti, come pensano di affrontare questo argomento delicato ed importante non solo per il futuro del Parco ma, soprattutto, per la prospettiva e la “mission” del nostro territorio.

 

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