PISTE CHIUSE A BARDONECCHIA, BOSTICCO: “DRAMMATICO E INGIUSTO, NON UCCIDETE LA MONTAGNA”

L'ad della Colomion: "Roma ha chiuso le Alpi, la città chiude la montagna. Da loro code chilometriche nei centri commerciali. Babbo Natale non verrà in montagna"

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Nicola Bosticco

BARDONECCHIA – La neve è arrivata, oggi sarebbe iniziata ufficialmente la stagione dello sci. Ma a causa dell’emergenza Covid, il governo ha deciso la chiusura di piste e impianti fino al 7 gennaio.

Nicola Bosticco, oggi avreste inaugurato la stagione, invece è tutto chiuso. Qual è lo stato d’animo degli operatori turistici dello sci?

“Lo stato d’animo non è buono – risponde Nicola Bosticco, ad della Colomion – per noi è un momento drammatico, in quattro mesi di stagione per noi si gioca l’attività di un anno. Essere esclusi dalle vacanze di Natale significa essere esclusi da tutto quello che rappresenta il reddito annuale della filiera turistica dello sci, che in Italia rappresenta migliaia di posti di lavoro”.

Avete calcolato i danni causati dalla chiusura a Natale e Capodanno?

“Una società degli impianti come la nostra, a fine dicembre, di solito fattura 3 milioni di euro, mentre quest’anno fattureremo circa 30mila euro. Ma i costi vanno in proporzione, perché abbiamo stipendi da pagare per mezzo milione di euro”.

Ci saranno conseguenze per i posti di lavoro a Bardonecchia?

“Ad oggi la cassa integrazione non è garantita per un sacco di reparti – spiega Bosticco – c’è troppa incertezza. Assumere oggi del personale per la ristorazione, senza sapere quando e come si aprirà, così come non avere risorse per pagare i dipendenti, rende impossibile per i datori di lavoro tutelare queste categorie, che proprio in questi quattro mesi incassano il loro reddito annuale”.

C’è chi dice che per sciare e fare le vacanze c’è sempre tempo, mentre viene prima la salute…

Forse il governo non riesce a capire questa filiera, e scambia la vacanza di qualcuno con il lavoro di altri. Per noi questo è lavoro, non una vacanza. Per noi lo sci è lavoro, non divertimento. Il nostro lavoro è servire la gente che viene qui in vacanza, ed è una cosa seria. Ma ora ci tolgono il lavoro”.

Cosa ne pensa dei ristori promessi dal governo?

“Ricordo che il fatturato delle società degli impianti in Italia ammonta a un miliardo di euro, e 200 milioni solo per il ramo degli impianti di risalita. Quando si parla di ristori mi auguro che rimborsino quelle cifre, altrimenti che ristori sarebbero?”

Qualcuno ha ascoltato le vostre denunce?

“A livello regionale la classe politica si è spesa per le nostre ragioni, in tantissimi si sono attivati per evitare la chiusura nelle vacanze di Natale e ci hanno dato il loro sostegno”.

Proprio in questi giorni si sono viste code in città dentro i centri commerciali, e non solo…

“Mi pare che in questa scelta di chiudere le piste, la città abbia preso le decisioni per la montagna. La città ha scelto di aprire allo shopping natalizio perché non vuole creare ulteriori disagi alle “sue” categorie lavorative, e allora si “purificano” chiudendo invece altre zone, ossia le nostre attività in montagna. Io vedo la città che chiude la montagna, Roma che chiude le Alpi.

Ma medici ed esperti sono d’accordo con il governo in queste decisione.

“Non trovo che ci siano giustificazioni scientifiche per motivare tali chiusure. Se ci dicono che tutti dobbiamo rinunciare alle nostre attività, allora siamo d’accordo, ma non siamo d’accordo nel momento in cui comunque si potrà venire in montagna a dicembre entro una tale data (a parte nei giorni Natale, Santo Stefano e Capodanno ndR) e con la parziale riapertura per ristoranti e altre attività, mentre noi resteremo chiusi”.

I turisti verranno comunque a Bardonecchia, ma non potranno sciare?

“La richiesta a tutti gli operatori turistici è quella di frequentare le piste di sci, anche se saranno chiuse. Villeggianti, ecc. si stanno già organizzando per frequentare le piste di sci che saranno chiuse, anche se gli impianti sono fermi. Allora se l’ultimo dei motivi è quello di non aprire gli impianti per evitare incidenti sulla neve e quindi non intasare gli ospedali, in questo modo non rischiamo di averne di più, visto che quelle aree non saranno controllate? Con le piste chiuse, il manto non è trattenuto, ci sono i cavi che passano, i pozzetti dell’innevamento sono aperti…insomma vi sono tutta una serie di pericoli che noi non siamo in grado di assicurare in queste condizioni e senza poter assumere personale”.

Secondo lei si sarebbero potuti aprire gli impianti in sicurezza, nonostante l’emergenza Covid?

“Secondo noi si potrebbe garantire la sicurezza sanitaria anche con l’apertura degli impianti. Proprio in questi giorni si sono viste code lunghissime in spazi chiusi e abbiamo visto le code davanti ai centri commerciali anche a Torino e in altre città. Non si capisce perché debbano essere considerate più pericolose le code a un impianto di risalita in montagna. Le famose cabinovie “chiuse” di cui tutti parlano, oggi rappresentano solo 1/20 degli impianti utilizzati in montagna: la maggior parte dei comprensori usano gli impianti a seggiola, seggiovie e skilift, tutti “all’aperto” e con il distanziamento garantito di circa 30 metri tra ogni persona. In città avvengono comportamenti altamente discutibili, come le manifestazioni in occasione della morte di Maradona e le code nei negozi, ma si chiede alla montagna di non avere questi comportamenti, pur vivendo di turismo”.

Le piste di sci riapriranno dal 7 gennaio. Quali sono le prospettive?

Ci sembra che dal governo sia stato organizzato lo shopping natalizio in modo che arrivi Babbo Natale, mentre da noi in montagna Babbo Natale non verrà. Speriamo nella Befana, ma temo che porterà solo il carbone”.

Quale messaggio vuole lanciare alle istituzioni?

“Non uccidete la montagna. Troviamo questa scelta ingiusta, perché non abbiamo la possibilità di uscire da questa crisi annunciata e ci saranno comunque incidenti sulle piste, che noi non saremo in grado di presidiare”.

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24 COMMENTI

  1. Per quel che vale condivido pienamente l’appello del signor Bosticco. Esco ora da un centro commerciale strapieno, invece che essere sulle piste all’aria aperta. È un controsenso oltre che essere un danno immenso per l’economia delle valli alpine.

  2. Faccio solo presente al sig. Bosticco che se i pozzetti dei cannoni sono aperti, deve farli chiudere, o se qualcuno si farà male, sarà responsabile 😉

    per il resto condivido le sue riflessioni ma soprattutto la sua amarezze per il comportamento molto discutibile del Governo

  3. Gent. Dott. Bosticco
    Per quello che vale desidero manifestare piena solidarietà a Lei e soprattutto a tutti i lavoratori del comparto. Astenendomi dai commenti sgradevoli da cui sono animato, credo che per governare sia necessario conoscere bene tutte le singole realtà di una nazione che va dalle Alpi al mare. I personaggetti che oggi ci governano dimostrano di non avere questa conoscenza. Ciononostante gestiscono con arroganza (ovviamente figlia dell’ignoranza) una situazione che va troppo oltre alle loro modestissime capacità, ostentando sicurezza e magnificando decisioni e soluzioni che sono quantomeno incomprensibili in quanto prive della più elementare logica.

  4. È inutile! Continuano a insistere con il loro rapace egoismo nevoso per farci ammalare tutti! E fanno schifo pure quelli che vogliono andare a sciare lo stesso con gli impianti chiusi! Stanno per far cadere una valanga di Covid su di noi e ci seppelliranno tutti col virus! Ma non ascoltate i virologi, Facebook e la D’Urso? Criminale anche il video senza mascherine! Siete responsabili dei miliardi di contagi e morti al secondo che ci sono!

  5. Mi dispiace, di solito andavo spesso a sciare. Ora starò a casa in solitudine: nessuno mi vuole, sono uno sfigato.

  6. Quello che é stato presentato dai media e dal governo come un futile divertimento per le stazioni sciistiche é un lavoro. Gli sciatori, giustamente, si divertono ma nel contempo alimentano una filiera produttiva e lavorativa. Ci sono tanti lavoratori e ricordiamoci che i lavoratori sono delle persone. Speriamo che queste persone possano, in tutta sicurezza, lavorare.

  7. Gabriele 2, ma non si vergogna un minimo ?
    Direbbe le stesse ignobili battute se la SUA famiglia vivesse del lavoro legato allo sci ?
    Ancora : vergogna !

  8. Purtroppo in Italia le uniche cose importanti sono il calcio e il mare…
    Mi piacerebbe vedere cosa succede se dicessero che non si aprono le spiagge a luglio ed agosto…
    Il vero problema è che non sono in grado di dare delle regole serie e farle rispettare SERIAMENTE E A QUALUNQUE COSTO, e quindi come al solito la cosa più semplice è: “per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”. Ed io personalmente sono veramente stufo di portare le conseguenze dell’inciviltà degli altri.
    Comunque il mio augurio è che tutto finisca presto e che si possa tornare a vivere la montagna in tutte le sue parti

      • Ma le partite si continuano a giocare, e continuano a vedersi le scene esemplari di giocatori imbecilli che continuano ad abbracciarsi e baciarsi ad ogni goal…alla faccia delle raccomandazioni sul distanziamento.

        • Inoltre orde di tifosi non meno imbecilli dei calciatori di cui sopra hanno dato il meglio di se con assembramenti per attendere i pullman dei calciatori.

        • Il tuo commento è completamente fuori tema. Gli atleti professionisti di ogni sport hanno deroghe che gli sportivi della Domenica non hanno. Gli eventi dilettantistici di ogni sport sono fermi, calcio incluso. Gli stadi dei professionisti sono chiusi, non c’è pubblico. Ci sono solo i calciatori e gli staff tecnici che sono soggetti a tamponi ogni 3 giorni e isolamento nel caso ci fossero positività. Che a te piaccia o meno come sport, il calcio professionistico c’entra come i cavoli a merenda con l’aprire impianti da sci a migliaia di dilettanti e turisti della domenica che si accalcano come pecore.

          • I tifosi che si accalcano per vedere i pullman dei calciatori, o che protestano per le sconfitte del delle squadre, o meglio i giocatori che pur essendo positivi hanno scorrazzato avanti e indietro per il mondo non mi sembrano argomenti fuori tema.
            Guarda caso fino ad ora di tutti gli sport a livello professionistico, solo nel calcio si sono verificati episodi di questo genere.
            In ogni caso, forse non ha capito il senso del mio primo commento, in cui non intendevo assolutamente criminalizzare ne’ il calcio ne’ le spiagge, ma ho esclusivamente evidenziato quelle che sono le priorità della maggior parte degli italiani.
            La Sua reazione alle mie affermazioni non fa altro che rafforzare il concetto che in particolare il calcio è un argomento che non deve essere mai messo in discussione, perfettamente in linea con quanto da me asserito nel primo commento.

          • Caro Guido, visto che la tua comprensione verbale (e non solo) è proprio zero possiamo chiudere la discussione.

  9. Mi spiace molto per i lavoratori dipendenti. Sono molto contento per gli imprenditori così capiscono cosa vuol dire “un periodo di magra”. E soprattutto per gli imprenditori della Valsusa.

    • gentilissimo Sig. ” Pinotto”,
      Come lei anche io sono dispiaciuto per tutti i lavoratori dipendenti.
      Ma dispiace molto che però lei sia contento per le perdite economiche che gli imprenditori ( soprattutto quelli valsusini come da lei specificato) stanno subendo. Sono loro che nel bene o nel male creano posti di lavoro anche commettendo errori . Se non ci fossero loro , non so quanti altri avrebbero l’ ardire e i lcoraggio di aprire una partita IVA. Le assicuro che molti imprenditori della val di Susa ( anche dell’ alta valle) onorano prima quanto spetta ai propri lavoratori, i fornitori, gli affitti, le bollette, l’ iva, le tasse , il commercialista ecc. ecc. e poi se avanza qualche cosa è legittimamentel loro utile. Sono moltissime le realtà dove gli imprenditori guadagnano su base oraria meno dei loro dipendenti. Continuano a resistere per orgoglio, per senso di responsabilità verso il piccolo indotto che forse hanno creato, per amore per la propria terra. Per favore, la prossima volta non generalizzi e rifletta sulle cose che ho scritto. La saluto cordialmente e le auguro un Buon Natale.
      Mauro Galliano- Condove-

  10. Chi avesse dei dubbi sul perché gli impianti DEVONO restare chiusi, può vedere cosa sta succedendo nella utopica Svizzera che molti prendono sempre a esempio quando c’è da criticare l’Italia. Se lì le cose vanno così, in Italia ci può solo aspettare qualcosa di 10 volte peggio. https://www.corriere.it/cronache/20_dicembre_06/verbier-sciatori-ammassati-all-ingresso-funivia-bufera-svizzera-c946db6a-37df-11eb-8ee8-3626ca43a0a8.shtml

    • se hanno le mascherine, non capisco quale sia il problema.
      Invece gli assembramenti in via Roma o alle Gru, per fare shopping vanno bene?

      • Le mascherine non sono la soluzione di tutti i problemi del mondo. Il virus si prende anche con le mani e persino più spesso che con la semplice respirazione. La questione è già stata spiegata e sviscerata da un sacco di esperti, ma vedo che alcuni continuano ad avere difficoltà a capire. Gli impianti di risalita e le piste sono luoghi di aggregazione, la gente si ammucchia in un ambiente freddo e umido, perfetto veicolo di trasmissione e contagio. Ma lo sci non si ferma al semplice salire e scendere da soli, ma è un insieme di attività che comprende il viaggio (spesso con amici o parenti), il prezzo al rifugio, la bevuta al bar, l’aperitivo la sera, il giro per negozi e le ammucchiate per le vie del piccolo comune-comprensorio sciistico. Il focolaio non è probabile, ma garantito, esattamente come le discoteche sarde.

  11. L’Italia sembra un paese fondato sul pallone e sulla cultura del mare inteso come spiaggia. Non sembra esserci spazio per ragionamenti sulla sopravvivenza della montagna.

    • Mi chiedo cosa c’entri il calcio, visto che il calcio dilettantistico è fermo tanto quanto lo sci dilettantistico, e il calcio professionistico va avanti tanto quanto lo sci professionistico. Questa cosa di mescolare gente che va a fare la giornata bianca con gli sport professionistici non sta proprio in piedi. Oltretutto se proprio vogliamo proprio parlare di cultura, ho le mie riserve sul fatto che la cultura della montagna intesa come assalto alle piste da sci da parte di un esercito di cittadini annoiati sia tanto meglio della cultura da spiaggia modello Rimini-Riccione. Vivere e rispettare la montagna, così come il mare, per me è ben altra cosa.

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