PUNTO NASCITE DI SUSA, LA BATTAGLIA PER SALVARLO CONTINUA: IL 5 MAGGIO ASSEMBLEA PUBBLICA AL ROSAZ

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn



La lotta per salvare il punto nascite dell’ospedale di Susa continua. Martedi 5 maggio, alle ore 21, il  neonato gruppo valsusino “Rete per la difesa della sanità pubblica” organizza un’assemblea al Salone Pro Susa (Monsignor Rosaz) per dire no alla chiusura del Punto Nascite di Susa, no ai tagli della Sanità, e no agli sprechi.


“L’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Saitta con il suo piano di riorganizzazione sta di fatto tagliando servizi primari, mettendo in discussione il diritto alla salute sancito dalla Costituzione – scrivono i promotori – i Sindaci della Valle di Susa hanno prodotto un protocollo d’intesa con il sopracitato Assessore che sacrifica alcuni servizi e reparti ospedalieri a favore del presunto mantenimento di altri”.


La “Rete per la difesa della sanità pubblica” non accetta che si dia più importanza ad una categoria piuttosto che ad un’altra ed avrebbe riscontrato parecchie falle in tale protocollo, da cui nascono alcune obiezioni: 

“1) E’ un diritto delle donne valsusine (che pagano le stesse tasse di quelle di Torino) poter partorire a Susa in piena sicurezza (art. 32 Costituzione Italiana), senza dover fare decine di chilometri con il rischio di partorire per strada come già successo la scorsa estate”.

“2) Il Pronto Soccorso non prenderà più in considerazione le urgenze ginecologiche e dei bambini in età pediatrica, diventando a tutti gli effetti discriminante nei confronti di donne e bambini che non disporranno degli specialisti preposti alle urgenze. Quando una nave affonda si salvano prima le donne e i bambini… nel Pronto Soccorso di Susa no!”.

“3) Il Punto Nascite di Susa ha lo stesso Primario, la stessa Capo Sala, quasi tutte le ostetriche e gli stessi ginecologi dell’Ospedale di Rivoli; il limite di 500 parti all’anno dell’O.M.S. (sotto i quali le maestranze perderebbero la manualità e di conseguenza la sicurezza nel parto) non è quindi accettabile, in quanto la somma dei due reparti supera abbondantemente i 1300 parti l’anno. Partorire a Susa è sicuro tanto quanto Rivoli!”.

“4) A causa della chiusura di altri Punti Nascita, spesso i grandi reparti si trovano in una condizione di intasamento e non possono accogliere altre partorienti, mettendo a serio rischio la vita delle partorienti e dei nascituri”.

“5) Sono stati spesi oltre 5 milioni di Euro per ampliare l’Ospedale, ma contemporaneamente sono diminuiti i posti letto, sarà chiusa la farmacia ed il laboratorio analisi depotenziato.

La Regione Piemonte, a causa di una cattiva gestione delle risorse, negli ultimi 4 anni ha quasi raddoppiato il proprio debito portandolo dai circa 5 miliardi di Euro del 2011 agli attuali 9 miliardi. Non accettiamo di dover pagare con la salute le scelte scellerate di amministratori incapaci, ogni cittadino ha il diritto di ricevere assistenza nelle urgenze a prescindere da qualsiasi problema di bilancio regionale”.

Per i promotori della Rete, l’Assemblea che si terrà al Salone Pro Susa (Monsignor Rosaz) il 5 maggio alle ore 21 “mira ad informare e coinvolgere l’intera popolazione valsusina di quello che ci sta per accadere. Meglio partecipare prima, che doversi lamentare dopo”.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.