“QUANDO TUO PADRE TI ROVINA LA VITA”: VIVEVA IN VALSUSA LA GIOVANE MARY, IN TV ALLE “IENE”

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CESANA / MILANO – Quando hanno visto il suo volto la scorsa settimana in tv, su Italia 1, in parecchi a Cesana e Oulx si sono ricordati di lei. Mery Landeta Tandayamo è andata via dall’alta Valsusa solo pochi mesi fa: per oltre un anno ha vissuto a Cesana, lavorando in alcuni locali, fino ad agosto 2018. Oggi fa la commessa a Milano ed è proprio lei la protagonista del servizio “Quando tuo padre ti rovina la vita” andato in onda su “Le Iene”, intervistata da Veronica Ruggeri.
Nel 2011, appena ha compiuto 18 anni, il padre le fece firmare un foglio, intestando alla ragazza l’azienda edile dove lui lavorava. Peccato che in tutti questi anni, l’uomo non ha mai pagato i contributi e che la figlia risultava come unica addetta: ora Mery ha 50.000 euro di debiti.
La giovane ha 25 anni, dopo aver lasciato Cesana Torinese è tornata a vivere in Lombardia, nei pressi di Milano. L’incubo inizia a gennaio 2018: le arrivano a casa delle cartelle Equitalia, con l’avviso che deve pagare 50mila euro. Si tratta dell’azienda di carpenteria dove lavorava suo padre, di cui lei è diventata proprietaria a sua insaputa nel 2011, non appena compiuti i 18 anni. Su Facebook molti amici le stanno scrivendo messaggi di solidarietà e vicinanza dato che in questo periodo sta attraversando un momento molto difficile, per colpa di un padre che le ha rovinato la vita. C’è chi ha aperto appositamente un conto corrente per sostenerla.
Intervistato dalle Iene, il papà ha ammesso le sue responsabilità e le colpe, promettendo davanti alle telecamere che risolverà il problema.
Mary, che cosa è successo?
 “Quando ho compiuto 18 anni, mio padre venne da me e mi disse di firmare un foglio, senza spiegarmi di che cosa si trattasse e senza farmelo leggere. Io mi sono fidata, avevo solo 18 anni ed è mio padre! Passano gli anni e da una lettera dell’Inps scopro che mi è stata intestata un’azienda che ha un  grosso debito di 50.000 euro, per le tasse mai pagate da mio padre. L’ho chiamato più volte per chiedere delle spiegazioni, ma non rispondeva mai al telefono ed è sparito. 
Che cos’hai pensato?
 Il mio primo pensiero è stato “perché proprio a me?”. Ero delusa, sconfortata e triste. Mai avrei pensato che potesse approfittarsi di uno dei suoi figli. 
E ora cosa succede?
 Non avendo molti soldi per pagare l’avvocato, ho chiesto aiuto a “Le Iene”. Grazie a loro sono riuscita ad ottenere le prove del fatto che sia lui il responsabile e ha ammesso le sue colpe. Non bisogna avere paura a segnalare i problemi e a far emergere le verità.

 

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