di AMEDEO MACAGNO
SAUZE D’OULX / TORINO – E’ stato presentato mercoledì 8 dicembre 2024, al Circolo della Stampa Sporting Club di Torino il libro -biografia “L’altra faccia della Valanga Azzurra – Giuliano Besson , il ragazzo terribile della Valanga” di Augusto Grandi. Giuliano, ex discesista azzurro che con un altro componente della Valanga, Stefano Anzi, nel lontano 1976, aveva fondato il prestigioso marchio di capi da sci Anzi-Besson è figlio d’arte, il padre di Giuliano, Augusto Besson, fu uno dei più forti discesisti piemontesi al mondo. Il libro presentato alla presenza di vecchie firme dei più prestigiosi giornali italiani da Giorgio Viglino a Getu Destefanis, a Gian dell’Erba e altri, racconta aneddoti e storie inedite, ma anche di come nasce, si sviluppa e termina la storia irripetibile di un gruppo di ragazzi che nello sci alpino hanno vinto tutto. Una pubblicazione speciale che arriva ad una manciata di giorni prima della trasmissione in tv (il 30 dicembre su rai 3) del docufilm sulla Valanga Azzurra di Giovanni Veronesi che sta facendo il giro dei cinema e che è stato pure accompagnato da alcune polemiche nei confronti di Giuliano Besson, non per il suo libro, ma perché secondo alcuni suoi ex compagni, in primis Paolo de Chiesa e Piero Gros, Giuliano sarebbe “reo” di aver sfruttato il nome della Valanga Azzurra per fini biecamente commerciali, realizzando per il suo storico marchio di abbigliamento una serie limitata di capi con quel nome ed emblema. La reazione di Giuliano Besson, ora è stata affidata alle carte che dimostrano la sua registrazione del marchio ben prima che uscisse anche solo l’idea del docufilm di Veronesi. “Chi ha fomentato tali affermazioni – spiega Besson- su di me e l’azienda se ne assumerà la responsabilità”. Le polemiche quindi non si placano, da una parte come dall’altra. Peccato, anche perché la Valanga Azzurra, sciolta un tempo anche con tensioni e non poche verità nascoste, oggi avrebbe solo bisogno di ricordi felici ed entusiasmanti.
Da sotto Chiomonte non vi conosce nessuno, non siete gli astronauti dell’Apollo 11…..relax
Neppure Carneade lo conoscevano in molti, ma quei pochi sono bastati a renderlo immortale.
Direi che la parabola imprenditoriale del sig. Besson parla da sola, il picco alto è ormai lontano mentre l’asse delle “x” è lì.
A i vecchi tempi…hahaha hahaha…oramai relegati nella riserva indiana sul cucuzzolo della montagna!!!!
Ridi, ridi pure ma a ridere ci puoi essere solo tu.
Essere campione a vent’anni non obbliga ad esserlo a vita, ma il talento, il rispetto e le meritate vittorie non finiscono in nessuna riserva indiana.
Tantomeno se a relegarli ci provano gli imbecilli.
Ossignur, i seve vei per fé i dissing cum-e cui là tut scarabuchà che a finta d’esi ‘d cantant. ‘ndevi a cugé cun ‘na bun-a calamia, che a l’è mei!
Sinceramente non capisco come Besson e anzi abbiamo usufruito della valanga azzurra per fini commerciali… semplicemente sono arrivati secondi dietro colomben a pari merito cioè stesso tempo a Kitzbuhel….e gli è semplicemente venuta l’idea del marchio anzi Besson. Buon per loro. Mi stupisce Piero Gros che ha anche apposto la sua firma su quelle divise…qualcosa avrà pur percepito o no? Sinceramente non capisco la polemica. Ma!!