SAVIO, I LICENZIAMENTI  SCENDONO DA 82 A 56

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DALL’UFFICIO STAMPA FIOM CGIL

La Fiom-Cgil rende noto che oggi, mercoledì 5 luglio, nella sede del ministero del Lavoro si è svolto l’ultimo incontro nell’ambito della procedura di licenziamento aperta dalla Savio, azienda di Chiusa San Michele di componenti per serramenti, per 82 dipendenti (degli attuali 299). La procedura si è chiusa con una mancato accordo e da domani l’azienda avrà 120 giorni per effettuare gli 82 licenziamenti per cui ha aperto la procedura e che durante la discussione sono stati ridotti a 56.

Nel corso dell’incontro infatti il Ministero ha provato a esplorare soluzioni alternative e la Fiom-Cgil ha avanzato un’ulteriore proposta che prevedeva l’utilizzo dei contratti di solidarietà per 10 mesi e di altri strumenti per 6 mesi e poi una verifica per valutare l’entità delle uscite e, eventualmente, aprire un’altra procedura per la riduzione del personale. 

L’azienda però, nonostante abbia chiuso il bilancio 2015 con un attivo di 2,5 milioni di euro (il bilancio 2016 non è ancora disponibile) ha chiuso su tutti i fronti ribadendo la determinazione nel portare a termine i licenziamenti.

Marinella Baltera, responsabile della Savio per la Fiom-Cgil torinese, dichiara: «Un atteggiamento aziendale incomprensibile ha caratterizzato tutta la vicenda: tutte le istituzioni, nessuna esclusa, hanno condannato la scelta dell’azienda, che sacrifica come carne da macello parte dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno contribuito a renderla grande. Ed è ancora più grave il fatto che si scarichino le perdite maturate in Cina e Ungheria sulla pelle dei lavoratori di Chiusa San Michele, dato che l’azienda stessa ha dichiarato che il bilancio consolidato deve tenere conto delle perdite degli stabilimenti in Cina e Ungheria. È inaccettabile che si licenziano lavoratori nello stabilimento che fa utili per delocalizzare le produzioni, è una vergognosa insensibilità che dimostra una netta discontinuità con quella che è stata la storia della Savio».

Edi Lazzi, responsabile della Lega di Collegno della Fiom-Cgil, dichiara: «Questa vicenda è inverosimile: l’oltranzismo dell’azienda non ha permesso di giungere ad un accordo equo che con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali avrebbe fornito un sostegno al reddito dei lavoratori e preso tempo per gestire gli esuberi in modo non traumatico. Ovviamente la Fiom-Cgil non lascerà soli i lavoratori, proseguirà le iniziative per trovare soluzioni accettabili e fornirà assistenza legale a chi vorrà impugnare il licenziamento».

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