SICUREZZA PER LE FESTE IN VALSUSA E TIR SULLE STRADE, PLANO CONVOCA I SINDACI

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Di MATTIA AZARIO

BUSSOLENO – Ha fatto molto parlare di sé la decisione del sindaco di Bussoleno, Anna Allasio, di disporre due tir a protezione di eventuali attacchi terroristici lungo gli estremi della via nella quale si stavano celebrando i festeggiamenti per la festa patronale. Al proposito di discutere con i primi cittadini dei Comuni della valle le misure più opportune per fronteggiare la minaccia terroristica, Sandro Plano, presidente dell’Unione Montana Valsusa, ha convocato un’assemblea che avrà luogo proprio a Bussoleno. ”Sarà necessario trovare insieme ai sindaci un progetto condiviso per lo scongiuramento di spiacevoli attentati anche sul nostro territorio.”

L’esponente bussolenese del PD infatti è stata oggetto di critica per la misura eccessiva del provvedimento adottato: ”Non si possono blindare i paesi per la paura” – sostiene Susanna Preacco, sindaco di Sant’Antonino – ”In questo modo facciamo il gioco voluto dai terroristi: rinunciamo al nostro normale e sereno stile di vita. Continuiamo quindi a vivere la nostra quotidianità e festeggiamo a dovere le feste tradizionali.” Ma Anna Allasio ribatte fermamente: ”E’ una scelta che rifarei: grazie al sostegno delle forze dell’ordine abbiamo garantito la massima sicurezza. Molti cittadini hanno appoggiato favorevolmente questa mia decisione estrema.”

 

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8 COMMENTI

  1. Ai mercati di Bussoleno e Susa, oppure all’uscita degli studenti dal Galileo Galilei di Avigliana ci sono molte più persone di quelle che c’erano la sera dei fuochi.A questo punto dobbiamo vivere blindati???? Ai politici ed ai questori dare le risposte giuste.

  2. Misura “eccessiva” DUE CAMION? Se è così, allora le migliaia di new jersey che in tutta Italia stanno mettendo nelle città sono il MURO DI BERLINO???
    Qui, come a Torino, Ventimiglia, Pisa, Roma, ecc. la gente ringrazia:
    http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_agosto_19/allarme-attentati-galleria-blindata-ecco-nuovi-jersey-vie-rischio-d8c8ac46-849e-11e7-a2db-15c045197363.shtml
    in Valsusa invece si sta a discutere se la protezione è bassa, giusta o troppa! Ma vi rendete conto??? Terzo mondo dei bufali!!!

  3. E questa sindaca Preacco dove vive??? Da notare che ha dato la stessa esatta risposta che ha dato il sindaco di Barcellona:
    http://www.affaritaliani.it/cronache/barcellona-polemica-barriere-cellula-non-smantellata-autista-fuga.html
    …solo che a loro è andata peggio!
    I pazzi ci sono perchè sono una realtà! Se qualcuno mette in atto protezioni (meglio eccessive che carenti) fa solo bene! Sono gli altri che non hanno capito niente!
    Dal mio punto di vista ringrazio per la serata dei fuochi: mi sono goduto lo spettacolo senza dover tener d’occhio la strada per paura che arrivasse qualche matto come a Nizza!

  4. Il problema è che nei vocabolari della Valsusa non c’è il verbo APPREZZARE, mentre il verbo DISPREZZARE occupa metà volume… Alla gente non importa l’argomento, ma solo il come contestarlo…
    Inoltre, quando si contesta, si dovrebbe sempre proporre e suggerire l’alternativa del proprio pensiero, …ma qui è già troppo complicato!

  5. Il problema è che ora bisognerà prendere delle misure di sicurezza non solo per il terrorismo ma anche per evitare casi come piazza san carlo che renderanno più difficile e dispendioso organizzare le feste e de probabile che alcune non si riuscirà più ad organizzare.

  6. Quando ero piccolo nella nostra Valle i bambini giocavano ancora in strada, alcuni piccoli e remoti Comuni ancora lo ricordano e richiedono in alcuni loro quartieri con apposita segnaletica, altrove sarebbe follia.
    Nel medesimo modo eventi un tempo accessibili senza vincoli particolarmente stringenti sono diventati di difficile gestione e problematici per la sicurezza, ignorarlo sarebbe altrettanta follia.
    Approvo la scelta e l’esempio del Sindaco di Bussoleno, pragmatico adeguamento alle esigenze del presente anziché irresponsabile nostalgica faciloneria.
    La perdita di serenità e di libertà di movimento è un prezzo che dovremo pagare anche e sopratutto per colpa nostra, predatori delle risorse del pianeta da oltre venti secoli chiamati ogni giorno di più alla resa dei conti.

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