di ALICE RAVINALE (Consigliera regionale Avs)
SUSA – Davvero lo stravolgimento delle cantierizzazioni per la gestione dello smarino in Val Susa può avvenire senza una adeguata Valutazione di Impatto Ambientale e senza la verifica della rispondenza della nuova ipotesi progettuale alle prescrizioni ambientali contenute nelle delibere CIPE su cui si basa la realizzazione dell’opera?
La Giunta Regionale dice di sì. Alla mia interrogazione sulla gestione del materiale di scavo in Val di Susa hanno risposto ribadendo che tutto starebbe procedendo secondo programma: l’impianto per la realizzazione dei conci di Salbertrand – di cui per ora non c’è traccia – sarà pronto nell’anno e l’utilizzo della Piana di Susa sarà soltanto temporaneo. Peccato che dalla documentazione progettuale consegnata da TELT al Ministero a metà febbraio risulti tutt’altro: l’utilizzo a tempo indeterminato della Piana di Susa (autoporto ed ex pista di guida sicura) per la gestione dello smarino e nessuna tempistica certa per la costruzione dell’enorme impianto di Salbertrand, che occuperebbe un’area lunga 1 km. A pagare le conseguenze, sanitarie e ambientali, di tutto questo sarà di nuovo la Val di Susa e la sua popolazione.
Per questo stamattina ho chiesto al Consiglio Regionale di convocare al più presto una Seconda Commissione in cui sia fatta chiarezza sullo stato dei lavori del TAV, con dettaglio delle risorse economiche finora disponibili e di quelle impiegate per la sua realizzazione e un aggiornamento dei tempi per la messa in esercizio, in relazione tanto alla tratta transfrontaliera che alle tratte italiane e francesi.
Alice prova a ripensare la Tua richiesta, le Commissioni non hanno mai risolto nulla, di solito litigano e insabbiano.
La Giunta regionale poco ne sa, poco ne parla, molto ne straparla.
Per fare chiarezza, dopo trentacinque anni, dovrebbero impiegarne almeno altrettanti.
Esiste un Commissario straordinario, basterebbe chiedergli di riferire in Consiglio Regionale.