SPARATORIA DI GIAVENO, PER LA PROCURA È OMICIDIO PREMEDITATO

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

GIAVENO – È stato volontario e premeditato l’omicidio di Alessandro Gino, il biker 47enne di Villar Focchiardo, ucciso da un colpo di pistola lo scorso gennaio, all’Aquila di Giaveno. Questo è stato comunicato dalla procura di Torino agli indagati, dal pm Antonio Smeriglio, che ha inviato loro l’avviso di conclusione delle indagini sul caso.

Eric e Claudio Romano, padre e figlio di 21 e 55 anni, e il cugino e coetaneo del primo, Manuel Morisciano, tutti di Giaveno, erano stati arrestati con l’accusa di omicidio e tentato omicidio. Durante la sparatoria, Morisciano investì anche un altro motociclista, Pierluigi Ozzello di San Giusto Canavese.

Decisivo per il magistrato è il fatto che i tre si siano parlati e siano tornati sul luogo di un precedente litigio con un gruppo di motociclisti che si trovavano a cenare nell’albergo della località sciistica giavenese.

Un avviso che ha sorpreso i legali degli indagati, dopo che la perizia balistica sull’accaduto – commissionata dal gip Elena Rocci – dice che il colpo è di rimbalzo, certificando che Gino era stato trafitto da un proiettile precedentemente rimbalzato sull’asfalto o contro un muro (più probabilmente sull’asfalto) e quindi non sparato ad altezza d’uomo.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

8 COMMENTI

  1. Cambia molto? Una “persona” spara nella direzione della vittima e la uccide… è forse meno colpevole se non ha mirato direttamente alla testa?? Il termine ASSASSINO è sempre valido!

    • Beh se spari per terra e rimbalza il proiettile va dove vuole lui. Se fosse stato fortunato ne sarebbe uscito illeso o preso di striscio. Comunque io me lo ricordo l’articolo e se si fossero dati una regolata entrami il motociclista sarebbe ancora vivo e i ragazzi non avrebbero un morto sulla coscienza

      • Mi dispiace, mi dispiace per la famiglia del biker, nessuno merita di morire per così poco, neanche un “rissaiolo”. E mi dispiace per le famiglie dei ragazzi e per il papà coinvolto. Purtroppo indietro non si torna. Questo insegna che è molto meglio non avere armi sottomano.

    • Ti dispiace? Hanno avuto tutto il tempo per pensare a quello che stavano facendo.Non si sono fermati quindi è giusto che siano dove sono.
      Sperando che ci rimangano a lungo

  2. Ricordate le foto sui profili Facebook di Eric Romano e Manuel Morisciano? Si sentivano “fighi” a farsi ritrarre con i fucili in mano. Spero che adesso possano continuare a sentirsi “fighi” anche dietro le sbarre, dove spero ci passino il più lungo tempo possibile a marcirvi.

Rispondi a Ugo Seghesio Annulla risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.