VILLAR DORA – Nel 1928 il regime fascista impone l’accorpamento di Villar Dora con Almese. Il municipio viene trasformato in scuola e solo nel secondo dopoguerra tornerà Comune autonomo. Nel settembre 1955 venne, infatti, ricostituito il comune di Villar Dora.
Un apposito comitato costituito nel 1947 e formato da: Martino Franchino, Giuseppe Coletto, Don Oreste Caramello, Felice Richetto, Gaspare Coletto, Edoardo Ferrero, Mario Richetto, Giuseppe Ferrero, Crescentino Grande, Ladino Adorno, raccolse le firme e seguì tutto l’iter burocratico che riportò la municipalità a Villar Dora con il Decreto del Presidente della Repubblica dell’11 aprile 1955 pubblicato sul numero 145 della Gazzetta Ufficiale.
Figura di spicco nell’impegno a riportare Villar Dora Comune autonomo, è sicuramente quella di Martino Franchino, sindaco socialista nato a Villar Dora nel 1907 e morto nel 1994. Nel 1961 fu anche nominato Cavaliere della Repubblica dall’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Dopo la Liberazione, il 27 aprile 1945, il locale CLN (Comitato Liberazione Nazionale) investì Franchino dell’incarico di Sindaco di Almese, sotto il quale il regime fascista aveva inglobato anche Villar Dora, Rivera e Milanere. E fu proprio lui a promuovere la ricostituzione di Villar Dora in Comune autonomo. Affrontando diverse difficoltà ma con il sostegno dei concittadini, riuscì nell’intento nel 1955. Una volta ricostituito il Comune Martino Franchino realizzò molte opere tra fognature, illuminazione pubblica e una nuova scuola. Ebbe un ruolo e un legame profondo anche con la Società Cooperativa, di cui fu presidente, e alla quale dedicò impegno e passione.
Le origini di Villar Dora sono romane. Ritrovamenti di quest’epoca testimoniano con sicurezza come nella zona esistesse una villa, che probabilmente sta all’origine del nome del paese, situato in posizione strategica, sulle alture di Malano, punto di passaggio nella valle. La storia di Villar Dora è legata alle vicende dei Savoia. Tra il Quattrocento ed il Seicento nell’area di Villar Dora transitano le truppe coinvolte nella guerra tra Francia e Spagna, fino alla seconda metà del Seicento, quando il paese viene occupato dai francesi e il castello viene in parte distrutto. Un paese di nome Villar viene citato per la prima volta nell’anno 1000, quando un diploma dell’imperatore Ottone III attribuisce il titolo di marchese a Olderico Manfredi concedendogli alcuni beni, tra i quali appunto Villar. Che si tratti proprio di Villar Dora non è certo. È invece certa la citazione del 1176, quando l’editto di Pietro de Thouvet, nobile di provenienza savoiarda, concede franchigie comunali al paese, che a quell’epoca si chiamava Villar Almese. Il potere dei de Thouvet continua fino al 1400, quando a loro succedono i Provana, banchieri astigiani.
All’inizio del 1700 Villar Dora è composto da 15 borgate in zona precollinare, si estende poco in pianura ed è limitato a sud dalla Dora, come risulta da una descrizione del catasto dell’epoca. In quegli anni le riforme di Vittorio Amedeo tendono a ridimensionare il potere delle signorie e ne fanno le spese anche i Provana. Nel periodo napoleonico Villar Dora prevale su Almese e diventa capoluogo dell’area che comprende Caprie e Novaretto.