TAV, ANCHE ESPOSITO CONTRO L’ARRESTO DI DANA LAURIOLA: “MI SEMBRA GIUSTIZIA VENDICATIVA”

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Stefano Esposito e Dana Lauriola

POST PUBBLICATO SU FACEBOOK DA STEFANO ESPOSITO (ex parlamentare Pd)

Oggi ho ricevuto molti messaggi che mi chiedevano se ero contento dell’arresto di Dana Lauriola. No, non sono contento. La sua carcerazione per il reato di blocco stradale mi sembra l’espressione di una giustizia vendicativa. Spero stia il meno possibile alle Vallette. Non ho cambiato idea su di loro e su Askatasuna ma i notav si sconfiggono politicamente, come peraltro ho e abbiamo fatto in questi anni.

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11 COMMENTI

  1. Tribunale permanente dei Popoli
    Nell’autunno del 2015 il Tribunale permanente dei Popoli emise una sentenza morale contro l’Italia per violazione dei diritti dei cittadini della Val di Susa, operata tramite la mancata corretta informazione sui rischi ambientali collegati alla grande opera, la simulazione di un processo partecipativo in seno all’osservatorio (che secondo la sentenza escluse tutte le rappresentanze locali contrarie al progetto), l’omissione di un serio studio sull’impatto ambientale e la contestuale diffusione di dati e informazioni false, la limitazione della libertà di manifestazione del pensiero, la criminalizzazione di ogni forma di dissenso e l’uso sproporzionato della forza.[36]

    Si compone di 70 giudici provenienti da 29 Paesi di 5 Continenti, esperti di diritto, scrittori e altri intellettuali di riconosciuta autorevolezza e che devono godere della più ampia considerazione morale(art.6).Non avendo competenze coercitive, esprime valutazioni morali rivolte all’opinione pubblica su questioni di violazione dei diritti umani e dei diritti dei popoli in tutto il pianeta. Secondo l’art. 2 dello statuto, la sua attività consiste nel “promuovere il rispetto universale ed effettivo dei diritti fondamentali dei popoli, determinando se tali diritti sono violati, esaminando le cause di tali violazioni e denunciando all’opinione pubblica mondiale i loro autori”[3].

    Fu creato a partire dalla Fondazione Internazionale Lelio Basso per i Diritti e la Liberazione dei Popoli (FILB), fondata nel 1976 e conseguente alla Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (anche nota come Carta di Algeri). Il TPP si rifà inoltre alla Dichiarazione universale dei diritti umani, alla Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni[4], ai trattati e a dichiarazioni internazionali non vincolanti.

    Sessioni
    Il tribunale d’opinione ha esaminato, tra gli altri, i casi di Tibet, Sahara Occidentale, Argentina, Eritrea, Filippine, El Salvador, Afghanistan, Timor Est, Zaire, Guatemala, il genocidio armeno, l’intervento statunitense in Nicaragua, Amazzonia brasiliana[1] e la repressione contro il dissenso alla linea TAV in Val di Susa.[5] In alcuni casi, come America centrale, Afghanistan, Pakistan e Italia[5], le commissioni di inchiesta hanno condotto indagini sul posto.

    Membri
    Tra i membri delle sessioni della giuria si ricordano:

    François Rigaux, già docente di diritto internazionale a Lovanio, primo presidente della giuria[6]
    Giuliano Pontara, filosofo della politica, membro delle sessioni sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di Barcellona 1996)
    Giulio Girardi, già docente universitario, un presbitero, teologo e filosofo italiano
    Raniero La Valle, giornalista politico ed intellettuale italiano
    Raimon Panikkar, filosofo e teologo spagnolo
    Antonio Di Pietro, magistrato, nel 1992 [7]

  2. Dopo il blitz di Venaus
    Dopo le tensioni tra i cittadini della Val di Susa e il Governo seguite al blitz della polizia, la magistratura mise sotto sequestro le aree di Venaus[18], che furono subito abbandonate dagli occupanti e dalla stessa azienda incaricata per i lavori di scavo. Parallelamente il governo promise di istituire un tavolo di confronto tecnico e politico, con i sindaci dei Comuni coinvolti e esperti nominati da entrambe le parti.

    Il tavolo di confronto è stato realizzato a partire dal 2006 sotto il nome di Osservatorio; il suo presidente Mario Virano, nominato direttamente dal governo, è contestato dal movimento No TAV per conflitto di interessi, in quanto riveste ruoli rilevanti all’interno di aziende coinvolte a vario titolo nel progetto del TAV: amministratore delegato uscente della Sitaf (che gestisce l’autostrada A32 e il Traforo stradale del Frejus) e consigliere di amministrazione ANAS.

    Nell’Osservatorio, fino al 2011 sono avvenuti diversi incontri tra i sindaci, tecnici e proponenti, ma sono stati esclusi dalla partecipazione la maggior parte dei sindaci No TAV. Degli 8 sindaci convocati all’Osservatorio, hanno potuto partecipare solo 3 sindaci contrari all’opera, rispetto alla maggioranza di 5 favorevoli.[19]. Il movimento No TAV e le popolazioni della Val di Susa hanno contestato per queste ragioni l’attendibilità e serietà dell’Osservatorio,[19] criticando il non aver coinvolto le popolazioni, l’eccesso di propaganda, e di non aver preso in considerazione l’opzione di non realizzare l’opera.

  3. IL TUTTO DA WIKIPEDIA .
    Quindi democrazia significa dialoghiamo, ma non ti invito?
    Di Pietro avete presente??? Voglio dire Di Pietro , no uno qualunque. anche una persona nata ieri capirebbe pur non conoscendo tutti i fatti se leggesse il nome di questo magistrato….e poi ancora ci sono cantastorie che scrivono favole inventate? E per questo che l’Italia va indietro.

      • Non e’ fattibile perche’ le informazioni mica le ricevo li solamente. Cioe’ per cambiare una religione o un partito basta che la persona va nella sede e se uno vuole informarsi va nei presidi.Io vado sul web perche’ voglio farvi un favore cioe’ quello di trovare il testo scritto correttamente.Poiche’ io tempo non ne ho di togliere il t9 e rileggere cio’ che scrivo. Quindi non e’ un problema il copia incolla. Poi ho tanti libri che parlano di quest’ opera inutile e tante sono le persone contrarie alla Tav in questa valle che non serve nemmeno andare nei presidi.Al primo che trovo basta che gli chiedo cio’ che mi incuriosisce. Eh!

  4. Veramente non vinco nulla .Mi han detto che il signor incaricato di intavolare un tavolo d’ incontro ora lavora in Telt. Io non ho avuto tempo di controllare sul web. E’ curioso che non abbia invitato i sindaci NO TAV e poi sia approdato il Telt, se il tavolo di trattative con chi si oppone tuttora non e’ stato portato a termine, mancando gli interessati, non capisco perche’ sia li a lavorare.

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