TAV, ECCO IL PROGETTO FINALE DEL NUOVO AUTOPORTO DA 55 MILIONI A SAN DIDERO: SARA’ UN “FACILE” CAMPO DI BATTAGLIA PER I NO TAV

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di FABIO TANZILLI

SAN DIDERO – La Sitaf ha praticamente ultimato il progetto esecutivo del nuovo autoporto di San Didero, che sarà consegnato a Telt – la società che realizza la Tav – nei primi mesi del 2017. Un’opera dal costo di 55 milioni di euro, e che consiste nel “trasloco” della grande area di servizio per i tir da Susa a San Didero.

Una scelta che i vertici Sitaf in realtà non hanno mai troppo apprezzato: proprio il presidente della società, Giuseppe Cerutti, lo aveva spiegato un paio d’anni fa – con franchezza – in un’intervista a ValsusaOggi.

“Come si fa a realizzare un’opera simile, se il sindaco e il Comune sono contrari? – aveva detto – si innescherebbero troppe difficoltà, con bastoni tra le ruote, allungando i tempi dello spostamento e di realizzazione…le opere importanti vanno realizzate con il consenso del territorio, altrimenti costruirle diventa molto difficile”. Il tutto creerebbe danni soprattutto alla stessa Sitaf: “Per noi avere l’autoporto attivo é vitale – aveva affermato il presidente Cerutti durante l’intervista – non possiamo rimanere senza tale servizio sull’A32, o in sospeso per anni per problemi di realizzazione in un’altra località. Per la Sitaf significherebbe subire un danno economico ingente, e di questo Ltf ne deve essere consapevole”.

Ma il trasloco è diventato obbligatorio dopo l’approvazione del progetto Tav dello scorso anno da parte del Cipe, che prevede a Susa la costruzione della stazione internazionale della Torino-Lione.

Dopo aver ricevuto il progetto esecutivo dalla Sitaf, a inizio 2017 la società Telt dovrà inviarlo a Roma, per poi essere sottoposto ai tecnici della Via nazionale (Valutazione d’Impatto Ambientale), al fine di ottenere il via libera. A quel punto Telt potrà fare la gara d’appalto, con probabile inizio dei lavori nel 2018.

“La prima novità del progetto finale, consiste nel fatto che non ci saranno più gli enormi stralli che erano stati disegnati nello svincolo che dall’autostrada, porterà al nuovo autoporto – spiega il direttore tecnico della Sitaf, Massimo Berti – sono stati considerati troppo impattanti sul paesaggio, e quindi bocciati”. Le due maxi antenne erano state progettate forse per dare un tocco di “creatività” all’opera: in stile “Juventus Stadium” sarebbero state alte ben 27 metri, a sostegno dei sette stralli per campata.

Per il resto, invece, il progetto non avrà tante modifiche rispetto ai preliminari: il nuovo autoporto occuperà un’area di oltre 68mila metri quadri, offrendo circa 282 parcheggi (di cui 214 per i tir e 40 per i camion di medie dimensioni, con 52 postazioni dotate di collegamenti elettrici).

Per quanto riguarda gli edifici, sono stati confermati il centro di controllo della Sitaf, l’area carburante, il Punto Blu e l’area ristorante. Dall’autostrada sarà realizzata l’uscita diretta a San Didero, al km 24, vicino all’area già occupata dalla Sitalfa.

Chi arriverà da Bardonecchia, in direzione Torino, dovrà prima salire, e poi scendere attraverso il nuovo viadotto. Ancora da valutare il collegamento diretto con la strada statale – se sarà accessibile al traffico o no – anche perché nelle vicinanze c’è già l’ingresso autostradale a Borgone Susa.

Dal punto di vista cantieristico si tratta, teoricamente, di un’opera dalla facile realizzazione. Ma in realtà, essendo posizionato tutto in un’enorme area pianeggiante e ben raggiungibile da ogni parte e poco difendibile, il cantiere del futuro autoporto di San Didero potrà rappresentare per il Movimento No Tav il campo di battaglia ideale per opporsi in maniera più determinata alla Torino-Lione.

Sarà un cantiere molto più facile da attaccare e sabotare in ogni lato. Tutt’altra cosa rispetto alla Maddalena di Chiomonte, che nonostante si trovi in una posizione non comoda, viene periodicamente preso di mira senza troppe riserve dagli attivisti No Tav. Si tratta di  un problema in più, per i fautori della Tav, da non sottovalutare in termini di sicurezza, costi per la collettività e ordine pubblico.

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