TRAGEDIA IN VALSUSA, 2 SCIALPINISTI MORTI TRAVOLTI DA UNA VALANGA: “CALA” CIMENTI E PATRICK NEGRO

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Cala Cimenti (sopra) e Patrick Negro (foto sotto di Alberto Casse), entrambi di Pragelato, sono morti travolti da una valanga in Valsusa

SAUZE DI CESANA – Tragedia in Valsusa. Sono morti sotto la valanga due scialpinisti di Pragelato: la leggenda dell’alpinismo Carlo Alberto Cimenti (detto Cala), 45 anni, e l’amico Patrick Negro, dipendente della Sestrieres Spa.

Si sono concluse le operazioni di recupero delle salme dei due scialpinisti dispersi nella zona dell’alta Val di Susa da questo pomeriggio. Dopo che nel tardo pomeriggio è stata lanciata la chiamata di mancato rientro ai Carabinieri di Sestriere i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese hanno individuato con il binocolo un distacco valanghivo sotto il Col Chalvet, lungo il versante che scende sulla Valle Argentera, comune di Sauze di Cesana.

Sul posto è stata inviata l’eliambulanza 118 con a bordo il tecnico e l’unità cinofila da valanga del Soccorso Alpino che sono stati verricellati nel punto del distacco e in breve hanno individuato il segnale dell’Artva (Apparecchio per la Ricerca del Travolto da Valanga) che i due scialpinisti indossavano. Nel frattempo l’eliambulanza è riuscita a compiere 2 rotazioni trasportando a monte due squadre miste del Soccorso Alpino civile e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, prima di tornare in base per l’arrivo del buio.

Con l’uso delle sonde, i corpi dei due scialpinisti sono stati individuati sotto oltre 2 metri di neve, alla base di una valanga che è scesa a valle per per circa 200 metri lungo un canale. Dopo un impegnativo lavoro di scavo, le salme sono state disseppellite e caricate sul toboga per il trasporto a valle a cui ha partecipato una squadra di tecnici sopraggiunti a piedi con gli sci e le pelli di foca.

Cimenti è stato il primo italiano della storia ad aver conquistato lo Snow Leopard, riconoscimento che la Federazione alpinistica russa concede a chi scala tutte e cinque le cime oltre i 7.000 metri sul territorio dell’ex Unione Sovietica. L’alpinista ha stabilito il record come primo uomo al mondo per essere sceso da lassù con gli sci ai piedi, ma non gli è bastato: Cala ha conquistato anche i 8167 metri di altezza del Dhaulagiri, la settima montagna più alta del mondo.

LA VITA E I RECORD DI CALA CIMENTI: UNA LEGGENDA DELLO SCIALPINISMO

Così si descriveva, il grande Carlo Alberto Cimenti, in una delle sue tante presentazioni in giro per l’Italia.

“Sono sempre stato uno sportivo e un viaggiatore, ho sempre praticato sport a livello agonistico, prima il ciclismo su strada, poi la Mountain Bike per passare alla corsa in montagna e i Trail. Assieme a tutti questi sport, ma ancor da prima, dall’età di cinque anni c’è sempre stato lo sci, prima in pista e poi, crescendo, fuoripista con lo scialpinismo classico e le gare, il freeride ed anche lo snowboard e il telemark. Anche i viaggi sono stati una parte importante della mia formazione, dapprima affrontati con mio padre che ha avuto il merito di insegnare e infondere a me e mio fratello la voglia di conoscere e fare sempre nuove esperienze che comprendevano anche l’alta quota. Quindi iniziamo giovanissimi con le montagne di casa: il Monte Bianco, il Monte Rosa, Gran Paradiso e altre, e poi fuori dall’ Europa con l’ Ojos del Salado, Cile (6891 mt), il Toubkal, Marocco (4165 mt,) Kilimanjaro e alcune montagne sopra i 6000 mt in Nepal”.

“Una volta cresciuto ho continuato ad esplorare il Mondo e soprattutto il mondo dell’alta quota da solo, raggiungendo il mio primo 8000, il Cho Oyu nel 2005. Ne seguiranno altri e tante altre montagne anche di altezza inferiore agli 8000 metri, ma sempre affrontate con quella voglia di conoscenza e di fare proprie tutte le esperienze e le emozioni provate.
Nel 2011 raggiungo la cima del Manaslu, 8163 m, e la ridiscendo, non integralmente, con gli sci. Da questo momento ogni mio progetto è concepito per poter ridiscendere le montagne scalate con gli sci”.

“I miei higlights della carriera sportiva sono: cima del Cho Oyu 2005, Ama Dablam 2010 in solitaria e in periodo monsonico no stop dal campo base alla cima e ritorno in 26 ore nel 2010, cima Manaslu e discesa con gli sci nel 2011”.

“Nel 2015, dopo aver scalato negli anni precedenti Korzhenevskaya Peak</em 7.105m, Lenin Peak 7.134m e del Khan Tengri Peak 7.010m (2013) e Pobeda 7439m (2014), raggiungo la cima del Communism Peak 7495m e ne realizzo la discesa integrale con gli sci conseguendo l’onorificenza Snowleopard, primo e per ora ancora unico italiano”.

“Nel 2016 voglio salutare onorevolmente le montagne del Tien Shan e del Pamir e, dopo aver salito una prima volta il peak Lenin dalla via normale ed essere sceso con gli sci dalla parete nord, risalgo in solitaria, a distanza di una settimana, direttamente dalla parete nord, attraverso la via Arkin. Salita e discesa in circa 14 ore”.

“Nell’ottobre del 2017 raggiungo la cima del Dhaulagiri (8156 mt) sciandola parzialmente, da 7400 mt Il 2018 mi vede impegnato sulle pareti del Laila peak 6096m in Pakistan dove realizzo la seconda discesa in sci della montagna”.

“A Luglio 2019 salgo in cima al Nanga Parbat (8126 metri, Karakorum, Pakistan) dal versante Diamir insieme ai russi Vitaly Lazo e Anton Pugovkin. Io e Lazo scendiamo con gli sci da poco sotto la cima. Dopo il Nanga Parbat, Il 20 luglio, realizzo la prima salita del Gasherbrum VII (6.955 m) attraverso una via diretta, in un’unica spinta e in puro stile alpino, per poi realizzare la prima discesa integrale con gli sci”.

“Quando non sono in spedizione mi tengo allenato sulle montagne di casa partecipando alle gare di scialpinismo, tra le altre: otto volte il Trofeo Mezzalama, cinque volte il Tour du Rutor, e pratico sci ripido realizzando discese come il Monte Rocciamelone 2011 parete sud-est Fletschorn 2011 parete nord, Breche Cordiere 2013 – Massif Des Ecrins -, Couloir nord de l’Olan – massiccio Des Ecrins – 2014 – Grand Jorasse sud 2016 – Couloir Saudane, Mont Blanc 2016 – Matterhorn est face 2016 – Grand Combin sud 2019”.

 

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2 COMMENTI

  1. Servirà a poco, ma siccome questo ragazzo é un eroe VERO (oltre alle vette conquistate e allo Snow Leopard, nel 2019 salvò la vita al suo compagno di cordata Francesco Cassardo), perché non intitolare a Cala Cimenti una delle vette tra val Susa e val Chisone? Il monte Querellet per esempio.

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