TRAGEDIA IN VALSUSA: OPERAIO SI IMPICCA AD UN ALBERO

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BUTTIGLIERA ALTA – Tragedia in Valsusa. Un uomo di 65 anni residente a Rivoli è scomparso nella giornata di ieri, giovedì 5 dicembre facendo perdere le proprie tracce. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’operaio avrebbe fatto perdere le sue tracce, scegliendo di suicidarsi a causa della lettera di licenziamento della ditta dove lavorava, anch’essa di Rivoli.

Dopo la tragedia, il titolare della ditta ha invece diffuso una nota alla stampa, in cui sostiene di non aver licenziato il lavoratore: «Non era stato licenziato, ma aveva avuto una lettera di contestazione in seguito alla quale avrebbe dovuto fornire spiegazioni all’azienda relativamente ad una serie di azioni anomale».

«Precisiamo – prosegue l’azienda in una nota – che l’operaio non aveva mai dato segni di fragilità psicologica. Siamo molto vicini alla famiglia del nostro operaio e a disposizione per ogni possibile sostegno e aiuto. Quanto accaduto oggi ci lascia assolutamente attoniti e senza parole».

Dopo varie ricerche, è stato ritrovato il corpo senza vita del 65enne presso i boschi di Buttigliera Alta. Si era impiccato a un albero. Prima aveva tentato di togliersi la vita respirando i gas di scarico della propria auto.

 

 

 

 

 

 

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6 COMMENTI

  1. Gran parte dei pensionati nei ns paesi a quell’età erano già in pensione da un bel po’.
    Ora invece, direi anche grazie al jobs act di Renzi (votato dagli ex comunisti, no?),
    siamo diventati SERVI DELLA GLEBA che devono lavorare senza alcun diritto fin che campano.

  2. Poveretto, chissa’ cos’ha pensato per arrivare a un gento cosi’ estremo .Dispiace molto….dalle mie parti capito’ a un amico di scuola che aveva perso il lavoro e problemi con la ragazza si diceva….noi avevamo perso i contatti….mi dispiace poveretto.Chiedete aiuto non pensate che non ci sia una soluzione.

  3. Buona domenica a tutti. Per tranquillizzare tutti spiego alcune cose. Non tutte le contestazioni comportano un provvedimento, a volte le aziende chiedono una risposta per un’azione svolta che loro non condividevano.
    Nei casi in cui un’azienda dopo la risposta provveda a dare un provvedimento disciplinare ci sono dei gradi di gravità anche per un’eventuale licenziamento. La contestazione si può impugnare , cioè una persona se ritiene ingiusto il provvedimento si può recare da un sindacato(che sconsiglio, se non conoscete bene il modo di lavoro del sindacalista), al provveditorato del lavoro o dal legale(che consiglio più volentieri).Quindi il provvedimento se ingiusto viene cancellato. Detto ciò per tutte le situazioni di lavoro che penalizzano il lavoratore, il giudice al 99% è dalla parte di quest’ultimo che è il contraente più debole del contratto. Nei casi di mobbing nell’ambiente di lavoro o di ingiustizie da documentare i sistemi sono vari e legali, consiglio comunque a tutti di prendersi il CCNL della propria categoria, di solito anche le biblioteche ce l’hanno. Conosco tanti casi anche dopo il decreto della Fornero dove il lavoratore a ottenuto la ragione e ho conosciuto piu’ di un’azienda che manda anche quando è in torto le contestazioni e una di queste è nel mirino di chi di competenza , insomma non fatevi prendere dal panico, non fate gesti disperati! PS: nessuno riferimento a questo caso che non conosco.

  4. Sono di Bergamo, casualmente leggo la notizia dell’operaio. Non sono stupito del gesto tragico e disperato suo, ma delle persone che “care” rimangono a darsi 1000 spiegazioni, forse poche vere. Nella “disperazione” anche una goccia contraria al proprio mare di pensieri, può suonare come una maggiore solitudine. Il gesto estremo indica questo. Grazie

  5. il lavoro dovrebbe essere un aspetto necessario per vivere non l’obiettivo primario della vita. in nessun modo deve essere anteposto alla vita. Importante è quindi avere interessi, godere di tutti i diversi colori che la vita offre, ciò vale sia per gli imprenditori sia per i lavoratori troppo spesso coinvolti dal loro lavoro. Il suicidio inoltre priva la comunità della esperienza di chi lo compie, che potrebbe aiutare per migliorare e cambiare i presupposti delle cause che lo determinano, delle quali la società ne ha tremendamente colpa e poco si attiva per modificarne la linea.

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