TRE ARTISTI DELLA VAL SUSA REALIZZANO UN’OPERA IN VALLE STRETTA: LO SCHELETRO DI UNA BALENA EMERGE DAL LAGO VERDE

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NEVACHE – Un collettivo di artisti dell’Alta Valsusa, formato da Carlo Abbà, Oscar Franzini e Maurizio Perron, ha creato un’installazione di land art al Lago Verde, interamente in legno.

“La montagna è un luogo di riflessione – spiegano gli artisti valsusini sulla pagina Facebook dedicata al progetto – camminando lungo sentieri montani, immersi nella natura, ci si lascia alle spalle i problemi del quotidiano, le frenesie della vita di tutti i giorni, ci si rilassa, tutto si calma, tutto si rallenta. I rumori, il vento, il suono dell’acqua, tutto ci comunica qualcosa, se si è disposti ad ascoltare. La natura ci invita a riflettere e a comprendere che viviamo nella sua
continua trasformazione ed evoluzione. I cambiamenti climatici, che sono sempre avvenuti nel passato come nel presente, oggi, a causa dell’interferenza umana e di comportamenti poco
consapevoli, stanno avvenendo ad un ritmo molto elevato. Questa accelerazione implica una difficoltà di adattamento sempre maggiore per gli esseri viventi. La balena è stata assunta come
simbolo per il nostro progetto proprio per la straordinaria capacità di adattamento che ha sviluppato nel corso dei millenni. Essa è inoltre uno dei mammiferi che gioca un ruolo
fondamentale sia nello smaltimento dell’anidride carbonica ambientale che nel mantenimento degli equilibri degli ecosistemi marini”

Il collettivo di artisti dell’Alta Valle di Susa è formato da Carlo Abbà, Oscar Franzini e Maurizio Perron. Scultori locali che desiderano fare qualcosa per il territorio che da sempre abitano, proponendo il posizionamento di una installazione di land art, che potrebbe essere la prima di altri progetti futuri. L’ispirazione nasce quindi essenzialmente dal luogo, per poi svilupparsi grazie al
confronto e al lavoro comune.

“L’installazione si trova al Lago Verde (Valle Stretta, Névache) – aggiungono gli artisti – perché è uno dei luoghi più incontaminati della zona, un luogo magico, protetto. Un luogo inoltre molto frequentato, dove pensiamo che la nostra installazione possa avere grande visibilità e maggior impatto sulle persone, che, aiutate dal fascino del luogo, sono più ricettive e curiose nei confronti di ciò che le circonda. L’augurio è di invitarle fin da subito a un maggior rispetto per l’ambiente, sensibilizzandole sull’argomento ed invogliandole ad approfondirne i contenuti. La Valle Stretta è anche luogo di confine e di attivo scambio culturale tra Italia e Francia”.

L’OPERA

È una balena anzi, lo scheletro di una balena. Lo scheletro è stato realizzato utilizzando un materiale ecocompatibile, ossia legno di pino cembro non verniciato né incollato. Le parti che compongono la scultura sono tenute insieme soltanto da un tondino di ferro avente diametro pari a 12mm. La lunghezza totale della scultura è di 4,30 m.

PERCHÉ?

L’emergere di uno scheletro di un mammifero che risale a milioni di anni fa oppure una visione su un lontano futuro… Chi può dire che, un giorno, in seguito a grandi cambiamenti, una balena non potrà vivere in questi luoghi? O forse sarà un suo pronipote che si è evoluto e adattato a vivere qui con un clima e un paesaggio profondamente trasformati? La ciclicità del tempo rende tutto possibile, così come l’immaginazione e l’arte.

Dalla pagina facebook “The Whale Project 2016”

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6 COMMENTI

  1. E’ bello vedere, che anche i cani sonno interessati , all’opera di inquinamento, di un lago “incontaminato”. Fino ad ora.

  2. Starà lì, solo il tempo necessario , affinché marcisca e si dissolva; inquinando il ” lago incontaminato”. In quanto a qualificarla ” opera d’arte” ; è evidente , che l’arte : è Stata ” imparata” e ” messa da parte!

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