TURISMO IN VAL SUSA, LA RUFFINO CHIEDE L’APERTURA DI UN TAVOLO A REGIONE E CITTÀ METROPOLITANA: “SIAMO PENALIZZATI”

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di DANIELA RUFFINO (Consigliera regionale Forza Italia)

Chiedo un tavolo congiunto Chiamparino e Appendino, quindi Regione Piemonte e Città Metropolitana, per il rilancio Val Susa affinché le risorse turistiche rientrino nella filiera di una Valle troppo penalizzata negli ultimi anni.
Il successo di oggi, con code di 90 minuti nel visitare i musei torinesi, non può e non deve essere a solo appannaggio della città di Torino e mai lambire i vasti confini della ex Provincia di Torino. La bassa valle, caratterizzata dalla perdita di posti di lavoro, ha bisogno di un progetto strategico che vada oltre i no alla tav, che hanno segnato come un tormentone la politica negli ultimi vent’anni. Non c’è stata la capacità, in contemporanea, di creare una alternativa di sviluppo economico e turistico. E la crisi fa sentire il suo peso. Penso alla Savio e ad altre aziende, una criticità che deve essere auspicabilmente superata e comunque compensata con attività diversificate.
Prendo ancora ad esempio il Forte di Exilles, porta scarso turismo sul territorio e fronte di ingenti investimenti. Manca una visione d’insieme e quest’area non è riuscita, nonostante la buona volontà dei Comuni, ad entrare nei circuiti di cui beneficia la città, nonostante importanti punti di riferimento quali Novalesa ed altri.
E c’è poi il caso del Pian del Frais, una stazione su cui si è investito molto, che ha portato un turismo per famiglie a Chiomonte e nei Comuni vicini e che non si può rischiare di perdere. Adesso è evidente che la politica degli spizzichi e bocconi non ha dato risultati. Occorre quindi un progetto per la valle e non solo sul singolo problema del momento, disgiunto dagli altri e quindi mai in un quadro organico. Una nuova operatività che deve prevedere il coinvolgimento dei Comuni, che sono i protagonisti del territorio, su una strategia: l’istituzione di un tavolo congiunto permanente a regia dei due Enti. Serve la volontà di pubblico e privato, e già molti lo fanno, di andare a ricercare attività di nicchia per un turismo che potrebbe far rinascere la bassa valle, la valle della sacra di San Michele. Le potenzialità ci sono, ora bisogna metterle a frutto.

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